Da Duline nel mondo – Cantina del 25 (Carpi, 31/05/2018)


Finalmente trovo il tempo per mettere ordine nei ricordi di quella serata, nonostante siano passati quasi due mesi, momenti e parole sono ancora scolpite nella memoria.


Chiamarla degustazione sarebbe improprio e riduttivo, piuttosto un momento di unione, un incontro fra amici, assaggi raccordati da tante letture di diverso genere prima di introdurre i brani dal meraviglioso libro di Simonetta Lorigliola.

Mi sono innamorato dei vini di Federica e Lorenzo prima ancora di averli sentiti, divorando pagina su pagina di 📖 "É un vino paesaggio", a poco a poco mi si è spalancato davanti un mondo, sono crollate certezze, altre si sono concretizzate, ho desiderato assaggiare ogni bottiglia frutto del lavoro a Duline e Ronco Pitotti.

E se anche adesso li ho portati alle labbra sono ancora più conscio di non aver in realtà sentito nulla, solo attimi fissato nel tempo. In ogni stagione un'annata diversa viene accompagnata in bottiglia, differente nella propria, unica, impronta, nelle quantità comunque confidenziali, a maggior ragione nel carattere espresso dal calice.

Nonostante questo il filo conduttore si è mostrato evidente, nell'equilibrio, nella forza alcolica sempre controllata, ma soprattutto nella salinità, in quella estrazione minerale che detta la pressione tattile ed esalata l'allungo, sempre e comunque teso e vibrante.

Francesco li ha definiti "vini lenti", mai appariscenti nei profumi, a cui piace giocare con l'ossigeno, amico, alleato, ne hanno bisogno, si conoscono, si vogliono bene. Sono dei veri "vini di bocca" e lì non si scherza, perché il gusto non mente mai, non lo si può ingannare, da millenni è la nostra prima difesa contro l'incertezza.

Vanno aspettati, per ricevere in regalo, nitida, la purezza del vitigno...

Ho trascritto gli appunti presi al momento ma, un po' per il mio modesto talento, un po' per i tanti assaggi, ne è risultato un testo fin troppo lungo. Lo riporterò a parte, per non perdere questo piccolo lavoro che comunque ha risvegliato memorie di un gran bel momento, ma di seguito userò solo i ricordi.

Ho ancora impressa nei sensi la nitida spontaneità della 🍷 Malvasia Chioma Integrale 2017, con tutta la solarità del terroir mediterraneo di Duline e il vitigno che esce in tutti i suoi colori, grandissimo vin de soif. Una sorpresa il 🍷 Pinot Grigio Ronco Pitotti 2017 già dalla sfumatura, in questa versione senza macerazione, con un filo in più di calore, ma ancora tante pennellate di rosso in profumi e aromi.

Il Friulano La Duline 2016 mostra finalmente la natura di questo vitigno spesso svilito e addomesticato, un vero sorso di sale e di fibra. In questo mi ha ricordato l'Albana, con cui condivide una storia di cadute e ora di grande rinascita.

Una fusione di vitigni e terroir nel 🍷 Bianco Morus Alba 2015, il gelso bianco, che unisce Ronco Pitotti a Duline, Sauvignon a Friulano, con il primo a dettare freschezza e dinamica di bocca, il secondo ad aggiungere spezia e rotondità. L'unione deve esaltare e non confondere, questo calice esce come esempio virtuoso.

Non ho altre parole per un capolavoro, lo 🍷 Chardonnay Ronco Pitotti 2014, vera lente d'ingrandimento puntata sul territorio, per indagare e farne risaltare, innegabile, la vocazione. Ha la classe non appariscente dei grandi vini, un filo di burrosità e pepe, sorso dall'acidità dolce e iodata. Rubando una frase ad Armando Castagno... luce e pietra.

Non potevano ovviamente mancare i rossi, la gioventù irruenta, la freschezza fruttata dello 🍷 Schioppettino La Duline 2015, la natura più piena e dal colore più violaceo, lo spessore, la dolcezza resinosa del 🍷 Refosco Morus Nigra 2015, il gelso nero.

Infine l'atteso 🍷 Pinot Nero Ronco Pitotti 2013. Secondo il Falco una bottiglia non al massimo della forma, e se magari al palato si poteva cogliere un'incongruente tendenza asciugante, nei profumi risaltava comunque di una bellezza austera e autunnale.

Una serata di Francesco pretende sempre un lungo percorso di avvicinamento al tema centrale. Questa volta ha voluto dimostrarci come la mano felice del vignaiolo possa dare carattere anche a vitigni e terroir spesso sviliti da una produzione stereotipata o di massa.


Come preludio abbiamo quindi avuto il JPB 1, Trebbiano di pianura rifermentato in bottiglie di JP Babini, lo Zibibbo 2016 di Barraco dall'aromaticità contenuta per far spazio a tutto l'esoticità Sicula e il meraviglioso Ograde 2016 di Skerk, uno dei macerati più buoni e completi mai assaggiati, vero testimone della grandezza di un vitigno come il Pinot Grigio così mortificato dalla viticoltura industriali.


A sera tardi ci siamo goduti una fantastica 🍴 Parmigiana di Melanzane preparata dallo Chef Pier e servita dai ragazzi di Salvatore, fra le due sessioni qualche stuzzichino di 🍴 pizza, 🍴 cous cous, 🍴 mousse di ceci e tante altre cose per costituire il fondo necessario ad affrontare il lungo convivio.

Quando si hanno vini così da portare alle labbra e tanti racconti ad accompagnarli, il tempo si ferma e perde importanza, abbiamo attinto al frutto di un territorio nella sua forma più pura, condividendo un'esperienza di cui poche persone hanno finora potuto godere.

Sentir parlare di un modo diverso per creare una simbiosi fra uomo e natura, poterne assaporare i frutti con i propri sensi è un'esperienza che devo augurare a tutti, io l'ho vissuta e mi rimarrà tanto nel cuore. Di seguito gli assaggi che l'hanno accompagnata, nelle letture Francesco è stato aiutato da Elena.

🍷 Vigne dei Boschi – JPB 1

🍷 Barraco – Zibibbo 2016

🍷 Skerk – Venezia Giulia Bianco Ograde 2016

🍷 Lis Neris – Friuli Isonzo Chardonnay Jurosa 2016

🍷 Vignai da Duline – Malvasia Chioma Integrale 2017

🍷 Vignai da Duline – Pinot Grigio Ronco Pitotti 2017

🍷 Vignai da Duline – Friulano La Duline 2016

🍷 Vignai da Duline – Bianco Morus Alba 2015

🍷 Vignai da Duline – Chardonnay Ronco Pitotti 2014

🍷 Vignai da Duline – Schioppettino La Duline 2015

🍷 Vignai da Duline – Refosco dal Peduncolo Rosso Morus Nigra 2015

🍷 Vignai da Duline – Pinot Nero Ronco Pitotti 2013





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