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Visualizzazione dei post da giugno, 2016

Cà del Bosco - Franciacorta DZ Docg 1998

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Chardonnay 65 %, Pinot Bianco 16%, Pinot Nero 19% - 12.5% Bottiglia che ha imboccato la via della discesa, tuttavia con grande dignità e senza alcuna fretta.  Carbonica filiforme, sfumatura dorata, profumi con appena un respiro di ossidazione, a cui fanno fronte pesca matura, miele, melone, la ginestra, per altro, è fragrantissima.  Sapore ciambelloso, dalla freschezza tirata e dolce di buccia di frutta, pastoso, tannico tangibile, lunghissimo nel gusto di liquirizia e arancio amaro. Se lo spacci per un "Apôtre" di Leclapart, alla cieca, ci cascherebbero tutti.  La scia aromatica é netta di cannella, sta bene con un Bitto giovane, divinamente con un Parmigiano Vacche Rosse 40 mesi, invernale. Bottiglia pagata 28 euro, in un'enoteca del centro di Bologna, direi assolutamente ben spesi.

14/06/2016, “Pinot Noir, la mia idea di Master” di F. Falcone

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Cosa porto a casa da questa serata in cui abbiamo assaggiato così tante e diverse espressioni di questo meraviglioso vitigno? Porto a casa la visione di Francesco sul Pinot Noir, che prima ce l'h a raccontata e poi ce l'ha dimostrata nel bicchiere a bottiglia coperta. Una visione che racconta come questo meraviglioso e ancestrale vitigno funzioni solo su terreni calcarei antichi, altrimenti é facile che dia risultati bizzarri, a volte caricaturali, con buona pace dell'Oregon, ad esempio, dove impegnandosi per bene potranno al più produrre Pinot Noir buoni per il mercato americano, voluminosi e potenti, ma destinati a rimanere distanti da quello che é la Borgogna. Tutte le bottiglie sono state servite alla cieca, svelate solo dopo la degustazione e questo mi ha dato la soddisfazione di vedere confermati quelli che normalmente sono i miei gusti a “bottiglia scoperta”... cosa che fa sempre piacere e rassicura. I miei sensi hanno voluto bene fin da su

Bellavista – Terre di Franciacorta “Uccellanda” 1997

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100% Chardonnay - 13% Massimo ha ancora in carta alcune di queste vecchie bottiglie, di cui mi sono letteralmente innamorato.  Lo Chardonnay é un vitigno che non ha uguali, nei terroir giusti si esalta, a cavallo degli anni 2000 la Franciacorta ha prodotto bottiglie straordinarie nella versione ferma.   Nate cariche di legno nuovo, in questo momento sono in uno stato di grazia pazzesco, pescando quella giusta bisogna disturbare i cru alti della Borgogna per andargli davanti. Quasi 20 anni però sono tanti, si é sempre nelle mani di un tappo, che però ha una lunghezza inusuale, viene via senza problema, il colore é sano.  L'ultimo dubbio svanisce quando Massimo versa il primo calice, io e Lui ci guardiamo e ci scambiamo un sorriso... é intenso, vivace, non é nemmeno dorato, la bottiglia é integra! Il profumo cambierà tantissimo lungo tutta la cena, il primo ricordo é di resina, legno di abete, camomilla, pesca gialla appena matura, poi