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Visualizzazione dei post da luglio, 2017

Querbach – Qualitätswein Oestrich Lenchen Riesling Q1 2008

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🍇  100% Riesling – 12% Chiusure innovative , beh meglio dire "inconsuete" , per questo Riesling 2008 del Rheingau, con tanto di  aquilotto VdP sulla capsula che copre il tappo a . Giusto mettere le istruzioni sul retro, non si sa mai Colore meraviglioso, nessuna traccia di evoluzione, profumi giovanissimi di propoli, miele, mughetto e cedro. Bocca elettrizzante, saporita, con un bel finale concentrato sul sale e appena un sussurro di dolcezza. Migliorato tanto il giorno successivo alla prima apertura, pagato un tubo.

Patrick Uccelli - Vigneti Delle Dolomiti IGT Pinot Bianco XY 2010

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 100% Pinot Bianco - 12.5% Ha proprio la sindrome di Peter Pan, vuol rimanere per sempre bambino... lo bevo ormai da quasi 5 anni e il colore ancora non concede nulla al tempo. Comincia invece a tirar fuori la sua natura, con comodo per altro, non prima di 1 ora dall'apertura. Ha aspettato tantissimo, la fretta non gli appartiene. Si sta risvegliando, se lo ricordavo come un vino dalle sensazioni giuste ma legato ad un frutto un po' acerbo e sottile, ora comincia a venir fuori il profumo del fiore di vite, la pesca, il polline. Non ho mai creduto troppo alla storia delle "fasi di chiusura" dei vini, ma qui ci sto sbattendo il naso contro. La bocca è appena più indietro, la sferzata di freschezza è ancora violenta, ma il volume c'è, e lascia un aroma di giglio pazzesco. Vino eterno, fra 10 anni sarà pazzesco, ne ho ancora 2, secondo me più di quelle che ha in cantina Patrick . Con Lui ho scherzato su chi potrebbe

Preludio... – Calici Vivi, i vini del “Trentino Alto Adige” 19/07/2017

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Vini di posti a cui sono così legato, li assaggio con piacere anche dopo averli sentiti tantissime volte, mi hanno fatto pensare alle mie ferie d'agosto, vivendo la serata come un preludio di quello che mi aspetta fra un mese. Poi ci sono tanti altri motivi, ritrovare la stagione nel bicchiere, la ricerca di conferme in una regione che si sta muovendo davvero in fretta in questi ultimi anni, tante cose cambiano. Calici che ricordavo in un modo e ora ritrovo completamente diversi… per rubare una frase a Matteo, sono “Calici Vivi”. La sorpresa può sempre arrivare, il particolare trascurato nella fretta di correre dietro al gusto personale o ai nomi famosi, qualcosa lasciato indietro per strada… La prima è il 🍷 Trento Doc di Maso Bergamini, appena avvicinato al naso sfoggia la purezza dello Chardonnay Trentino… quanto amo questo profumo! Non sempre si possono pretendere vette di complessità assoluta, ma quando lo ritrovi così nitido, incanta la mente. Foca

très RM... - Champagne Aubry a “Crescentine e Champagne 2017”

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Conoscevo gli Champagne di Philippe Aubry soprattutto per la sensualità dell'Ivoire & Ebane, grazie al “Crescentine e Champagne” di Omar, quest'anno ho potuto stringere la mano all'uomo che c'è dietro. Philippe é proprio un vero RM, ha i modi rustici da vignaiolo che la campagna la vive ogni giorno, non tanto alto, la bella pancia rotonda di chi apprezza la buona tavola, ma anche una sensibilità attenta sulle persone... capiva immediatamente quando nella tradizione dal francese le parole usate non erano esattamente quelle che lui avrebbe voluto. I suoi vini non accarezzano i sensi, ne prendono possesso, non vanno a cercare il gusto facile, manifestano il loro "essere Champagne" in ogni sensazioni, la rotondità è solo sullo sfondo, meravigliosi spigoli in primo piano. Li ho amati subito... dal profilo bianco e fumé del 🍷 “Brut Classique” 1er Cru, rinfrescante dopo un'ora di macchina al caldo, con profumi di pietra focaia e limone.

GF2004 solo in mezzo ai giganti...

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Metti una sera per scambiarsi gli auguri di Natale, con gli amici che per primi mi hanno accolto in terra reggiana, e ti ritrovi invece davanti una delle batterie di Champagne più belle che abbia mai visto.  Roederer Brut Nature 2006, fresco, scattante, tagliente, ancora deve acquistare volume.  Goussard, più semplice, ma pieno, succoso.  Una vecchia sboccatura di Krug, aristocratico, cesellato, dalle mille sfumature, tutto quello che cerchi, c'é.  Bollinger RD 1996, bottiglia di una completezza sconvolgente, raffinata e forte, rotondo e di infinita freschezza.  Blanc de Millenaire 1995, lo gioia di gustare uno Chardonnay in purezza, una delle bottiglie più raffinate mai sentite.  Tarlant Cuvée Louis, gioco ossidativo, la ricerca dell'evoluzione, il fascino del bio. Poi arriva una bottiglia coperta, un filo sotto di raffinatezza, ma l'impronta é quella, prende qualcosa da tutti i precedenti, gli manca appena l'amalgama, sic

Lucky… - “2008 Champagne: un'ottima annata” ONAV MONZA 04/07/2017

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Chi ha la fortuna di sentire Daniela parlare di vino, si ritrova servite su un piatto d’argento perle che raramente, potrei dire mai, ho sentito in più di 10 anni di degustazioni. Certo, magari ci si becca anche la citazione di una qualche molecola dal nome terrificante, ma se si studia da enologo è normale che si parli da enologo, non posso certo fargliene una colpa io, visto che come ingegnere coniugo in italiano i verbi tecnici inglesi. La perla di ieri sera è stata sottolineare la differenza fra la misura dell’acidità dei vini in Francia, espressa in g/l di acido solforico, rispetto all’Italia, dove si usano i g/l di acido tartarico. Una diversità sostanziale, perché a parità di “numero” quella francese è 1.53 volte più grande della italiana. Personalmente era stata una scoperta recente, vecchia di appena qualche mese, colta al volo in un’intervista che stavo ascoltando. Fino ad allora mi ero sempre chiesto come diavolo facessero in Oltrepò, o Franciacorta, in Tre