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Visualizzazione dei post da gennaio, 2015

Alois Lageder – AA Moscato Giallo "Vogelmaier" 2009

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100% Moscato Giallo – 12.5% Bottiglia salvata da un'enoteca che sta svendendo per cessata attività, con tutti i rischi connessi ad un vitigno che basando la sua forza sugli aromi primari non é certo noto per la longevità, e sulla possibile conservazione. Avrà tenuto? Già il colore mi rassicura, perché é un giallo pieno, una delle caratteristiche del Vogelmaier é quello di essere per tradizione un Moscato Giallo molto concentrato, quasi un oro-verde. Ed é oro-verde anche nei profumi, iniziano caldi e dolci, di litchi e pesca percocca matura, appena tinti di grigio da un ricordo di cenere, pungenti di salvia e timo. Come potrebbe essere facile confonderlo, al buoi, con uno di quei Gew ü rztraminer perfettamente secchi e ormai così rari in Alto Adige, come vorrebbe la tradizione... Naso elegante ma sottile, ha perso l'esplosione aromatica immediata che forse poteva aver avuto in gioventù, per diventare aristocratico e più difficile da seguire.

Eredi di Aldo Cobelli - Vigneti delle Dolomiti IGT Nosiola "Nosiol" 2012

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100% Nosiola - 11.5% Giallo dalla tonalità piena, con una sfumatura calda, si muove in modo agile seguendo le rotazioni del bicchiere. Ha un profumo dolce, di albicocca matura, nettarina, fiori e polline, suadente ma per nulla pesante, si equilibra nella freschezza tipica di questo piccolo grande vitigno. C'é anche una sfumatura bianca, di nocciola e mandorle, appena sgusciate un invito ad una bevuta allegra, alla gioia di versarsi un altro bicchiere. Coerente anche in bocca, dove ha un sorso quasi impalpabile, ma estremamente saporito. Minerale come prima caratteristica, e ingannevolmente dolce di succo alla pesca nello sviluppo aromatico. Appena mentolato, quel tanto da esaltarne la freschezza, si distende in una lunghezza che potrebbe anche essere inaspettata. Ma quando una mano capace esalta le potenzialità di un piccolo grande vitigno tutto é possibile. Bottiglia da almeno 84 punti, interpretazione che mi é piaciuta davvero un sacco, quando

Lemaire-Fournier – Vouvray Sec 2004

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100% Chenin Blanc – 13% La retro-etichetta annuncia un "léger pétillement" ma é un vero eufemismo, ho visto spumanti con meno carbonica di questo Vouvray. Si potrebbe persino parlare di perlage... Color oro antico, con brunatura da miele di castagno, ha profumi dolci di pasticceria e marron glacé, appena increspati dalla pungenza di erbe aromatiche e liquirizia. Nel complesso un naso un pò torbido... terroso... Al gusto é pungente di carbonica, di nuovo con gusto di crema e radice, si avverte il calore dell'alcol, lo trovo complessivamente appannato, con uno slancio insufficiente. Chiude su aromi prima di arancia candita e poi medicinali. Una bevuta difficile, anche con il beneficio dei 10 anni dalla vendemmia, faccio fatica a trovargli una vera eleganza. Bisogna riconoscergli un certo spessore, ma lo trovo affaticante per i sensi. Acquistato in enoteca per una cifra ragionevole, che non ricordo con precisione, intorno ai 15 eu

Eric Rodez – Champagne BdB Brut Grand Cru n.m.

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100% Chardonnay – 12% Intenso e splendente nel colore, con uno slancio verso la sfumatura dorata, non certo da Chardonnay giovane. Bolla vorticosa, non minutissima, naturalmente per uno Champagne. Ha profumi tostati, di frutta secca, con un lieve accenno di resina, si sente distintamente la mela gialla matura e appena ammaccata. Profondamente minerale, di roccia scheggiata e polvere da sparo, trasmette l'impressione di essere prima vino e poi spumante, più con aggettivi di potenza e meno orientato alla fine eleganza. Anche in bocca la bolla é pungente, quasi violenta a bottiglia appena stappata, con una prima impressione aromatica tonda e matura, ingannevolmente dolce, senza essere stucchevole. E' la grande sapidità che lo sostiene, decisa protagonista davanti alla freschezza. Notevole la lunghezza di gusto, che ricorda la purea di frutta, integra per diverse decine di secondi. Chardonnay rotondo e davvero poco consueto, da 85 punti.

Weingut Rielinger - AA Valle d'Isarco Kerner 2013

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100% Kerner - 14.5% Un mix giallo-verdolino, luminoso, con  profumi inizialmente tenui, di cedro, anice, lavanda e ginestra. Quella che a volte é l'esuberanza aromatica del Kerner é ben contenuta. Al gusto é sapido, comunque caldo e avvolgente, dal notevole spessore che spande un aroma di menta salata. Decisamente persistente. Nell'ultimo bicchiere mi ritrovo i cristalli di tartrato, e il sapore cambia, diventa di frutti a polpa gialla, pesca, mango e ananas. Si esalta anche la sapidità, che sfiora una punta di amaro, che in contrasto con il resto diventa intrigante. Un vino semplice, senza essere banale, e decisamente ben fatto, in queste prime annate di uscita. Almeno 82 punti, in parte di cuore, pagato 11 Euro, con acquisto direttamente in cantina.

Raventós i Blanc – De La Finca 2010

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5 4 % Xarel . lo, 3 0% Macabeu, 1 6 % Parellad a – 12% Giallo pallido, con appena una nuance più giovane, mi colpisce immediatamente per la bollicina minutissima e densa. Profuma di roccia bianca, corteccia, quasi di gomma bruciata, poi mano a mano si fa avanti la frutta a polpa bianca, pesca e prugna gialla croccante, e una pennellata vegetale, tenue e particolare. Bellissimo l'ingresso in bocca, freschissimo e sapido, con un gusto tostato, di caffé verde, anice e un'impressione rotonda, di mango e zucchero di canna. Chiude lungo, in modo più che corretto, con coerente scia sapida finale. Nel bicchiere, con lo spumante appena più caldo, e l'olfatto reso più nitido dall'assaggio, emerge ora anche un ricordo delicato di miele. Azienda ecologica, in conversione alla biodinamica, uscita volontariamente dalla denominazione Cava da alcuni anni. Piaciuta tantissimo, il voto potrebbe essere un 84, ma in questo caso vuol dire veramente poc

Domaine Anne Gros – Bourgogne Hautes-Côtes de Nuits Rouge 2012

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100% Pinot Noir – 12.5% Color ciliegia praticamente perfetto, per essere più esatti un rubino giovanissimo, con una sfumatura porpora che lo rende ancor più vivace. Profuma di mirtillo e mora freschi, penetranti, prugna e viola con appena un ricordo vegetale, per rendere testimonianza al clima più fresco del versante meno felice delle colline. Appunto le Hautes-C ô tes... Si riscalda e i toni diventano a mano a mano più maturi, avvicinandosi alla marmellata di frutti di bosco, alla mostarda Bolognese. Appena un accenno di grafite, uno speziato dolce di carruba, nel complesso intrigante cedendo un filo sull'eleganza. Il primo sorso é strano e particolare, con una punta iniziale di potenza, che poi si calma diluendosi nella freschezza e una scia minerale che lascia un ricordo salato. Anche l'aromaticità sanguigna, ematica, pur nella sua semplicità e il finale appena diluito, alla fine risulta appagante e invita ad un secondo bicchiere.

Capodanno 2014 – I protagonisti di ieri sera

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Quest'anno, per tutta una serie di motivi, dal solito gruppo si sono defilati alcuni amici, e per una seconda metà dell'anno piuttosto intensa, di degustazioni e di preoccupazioni, mi é mancata la spinta a fare una vera ricerca nella scelta delle bottiglie. Ho quindi ripiegato, nella scelta dei vini, su un mix di certezze, bottiglie appena arrivate, e bottiglie che da un pò sostavano in cantinetta, in attesa di un'occasione più o meno buona. Certezze... Yves Ruffin – Champagne Brut Chardonnay 1er Cru 80% Chardonnay, 20% Pinot Noir – 12% La nuova cuvée "base" di Ruffin, a maggioranza Chardonnay, servita a temperatura di terrazza, saranno stati meno di 4°, volutamente... Volutamente perché la bassa temperatura esalta la bollicina, già su questo Madame Ruffin ha una mano fatata, ma così diventa un capolavoro anche se si perde un pò di definizione dei profumi. Lo Champagne é un vortice di puntini minuscoli, tantissimi, che incres