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Visualizzazione dei post da maggio, 2012

Champagne Pierre Bertrand – Brut "Sélection"

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33% Chardonnay, 33% Pinot Nero, 33% Pinot Meunier – 12% Rimane ben 7 anni in bottiglia sui lieviti prima della sboccatura. Nell'aspetto si mostra dorato, quasi un oro antico, pur rimanendo luminoso e con un perlage minuto ma non abboandante. Ha profumi tenui di frutta gialla ben matura che ricordano quasi la mela cotta al forno. A seguire un'impressione di crema pasticcera e pan brioche, i ben attesi sentori minerali, e un floreale appassito. Al primo sorso ha quasi un'impressione di dolcezza, tanto da ricordare nettamente il succo di mela. Per fortuna la pungenza risulta più evidente di quanto non mi sarei aspettato, e fornisce un valido aiuto alla freschezza per tendere all'equilibrio. E' comunque un prodotto che é ormai entrato nella seconda metà della propria vita. Rimane un buon bicchiere di vino, pagato anche poco in quanto si é trattato di appena 14.5 Euro a cui vanno sommate le spese di spedizione. Manca di q

Monsupello – Provincia di Pavia IGT Sauvignon 2011

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100% Sauvignon – 13.5% Nel colore mostra tutta la sua gioventù e nella densità un'estrazione non profonda. Ha un gran bel ritorno di luce e un movimento che lascia presagire una certa ricchezza. Nei profumi, il varietale del Sauvignon é ben riconoscibile senza essere particolarmente pungente in quanto adolicto da un bel ricordo di pesca gialla. Le erbe aromatiche sono presenti sotto forma di una menta leggera accompagnata da una salvia sfumata. C'é anche un'ombra minerale di grafite e, aspettando qualche secondo, emerge un floreale di camomilla e biancospino. Nel complesso, pur non essendo un campione di intensità, arriva alle soglie dell'eleganza. Assaggiandolo, si nota una buona morbidezza ed equilibrio raggiunto principalmente con il contributo del calore dell'alcol. Sull'altro piatto della bilancia é ancora la freschezza della sua gioventù che lo sostiene. L'impressione gustativa é quella di una caramella alle erbe

Bioweingut Lieselhof – Sweet Claire Quintessenz 2011

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100% Bronner – 9% Le regole sono fatte per essere infrante e in questo caso non descriverò una degustazione, anche perché il vino é stato imbottigliato appena 2 giorni or sono. La notizia mi é arrivata per mail. Conosco la Weingut Lieselhof da alcuni anni, seguo con interesse il loro lavoro e ho scambiato di tanto in tanto qualche mail con il proprietario, il Sig. Morandell. Il Sig. Morandell é un sognatore, da diversi punti di vista. Sogna un mondo in cui non sono necessari trattamenti chimici per coltivare le vite e sogna di fare cose che nessuno ha mai pensato possibili prima. Per questo coltiva e vinifica il Bornner, una varietà ibrida resistente, e per questo ha un vigneto sperimentale di Solaris al Passo della Mendola a 1363 metri di altezza, uno dei posti più freddi che io conosca. E uno dei suoi sogni diventato realtà é quello descritto nella mail che riporto: Cari amici del vino, ieri abbiamo imbottigliato i nostri due passiti dell'an

Domaine Faiveley – Bouzeron Aligoté 2009

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100% Aligoté – 12% Sono sempre stato colpito da come, in Borgogna, con i prezzi che riescono a spuntare per Chardonnay e Pinot Nero, continuino comunque a produrre vino da uve Aligoté. Poi ho letto il libro di Nossiter e mi ha colpito che descrive come Aubert de Villaine consideri, con uguale affetto, i vini della DRC e quelli del suo Domaine di famiglia a Bouzeron. E mi é venuto voglia di sentire un Aligoté... Naturalmente mi sarebbe piaciuto sentire uno di quelli di Aubert de Villaine, ma per ora mi sono accontentato di questo Bouzeron del Domaine Faively acquistato tramite internet per 9.1 Euro (tanto? poco?). Dell'Aligoté si dice che abbia un'acidità tale da renderlo quasi imbevibile. Si dice la stessa cosa anche delle basi spumante, ma dopo aver sentito quelle di Aurelio del Bono ho capito che, alcune delle affermazioni date per verità assoluta nel mondo del vino, sono in realtà leggende eno-metropolitane. Come in tutte le cose, biso

Valle d'Isarco e Napa

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Cosa hanno in comune un oscuro vitigno della Valle d'Isarco e uno Chardonnay di Napa? Mi capita spesso di leggere o sentire parlare di un vino, di appassionarmi ad una sua particolarità e di essere preso dalla voglia di degustarlo. Può essere che si tratti di una vecchio vitigno, quasi dimenticato, che qualcuno ha riscoperto o mantenuto. Un vignaiolo che decide di crederci, mentre i suoi vicini di vigneto decidono di intraprendere altre strade O, magari, dietro a questo vino c'é una storia di uomini e ha segnato un punto importante nell'evoluzione di un territorio o di uno stile. Spesso, per un motivo o per un altro, si tratta di vini quasi irraggiungibile, per le esigue quantità con cui vengono prodotti, per la distanza del loro territorio di origine e, a volte, anche per il costo. Quasi sempre, vini che nessuno conosce... Poi, come é capitato venerdì scorso, improvvisamente scopri di non essere solo in questa ricerca e che altre persone s

Domaine Alice Beaufort – "Le Petit Beaufort" Brut versione "sans dégorgement"

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75% Pinot Nero , 25% Chardonnay - 11% Come partenza é lo stesso vino della precedente degustazione, ma viene messo in commercio senza  dégorgement. All'interno si trovano ancora i lieviti e i residui della rifermentazione. Si distingue per avere il tappo giallo con la gabbietta a vista e, naturalmente, guardando la bottiglia in contro-luce risulta opaco. Ho tentato un dégorgement casalingo, ma ho combinato un mezzo disastro e  gli scarsi risultati sono evidenti nella foto del bicchiere. Alla fine sono stato contento così, almeno ho avuto modo di gustarlo nella sua pienezza e di sicuro, la prossima volta, non ci proverò neanche. Soffermandosi sulle differenze trovo che i profumi siano sicuramente più floreali, con in primo piano un elegante ricordo di rosa fresca. Appena dopo vengono i ricordi di agrumi, ma questa volta più che l'arancio mi fanno pensare al mandarino. La fragranza di lieviti é evidente, come poteva non esserlo, a cui si agg

Cantina Kössler – Alto Adige DOC Sauvignon 2010

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100% Sauvignon – 12% Fino a qualche anno fà Kossler era una cantina indipendente che produceva unicamente Metodo Classico: il Noblesse , per 10 anni sui lieviti, un Brut base e un Rosé. Recentamente, quella che era una sektkellerei, é stata acquistata dalla Cantina Sociale di San Paolo. Lo si ritrova anche nel logo, impresso sul tappo in coglomerato, con la inconfondibile chiesetta. Pur mantenendp la linea degli spumanti, é stata affiancata una selezione di vini fermi. Fra questi, mi pare curiosa la presenza dei "moscato giallo/rosa della Val Lagarina". Tornando al Sauvignon, si presenta in una veste paglierina fredda , come é auspicabile da una bottiglia dell'Alto Adige relativamente giovane. Gli aromi tipici del vitigno sono molto addolciti da ricordi fruttati di pesca e albicocca, tanto che il vegetale si esprime più su note di camomilla e sambuco, piuttosto che non al bosso. All'assaggio é rinfrescante e poco impegnativo,

Chateau Bellerive – Quarts de Chaume 2005

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100% Chenin Blanc – 12% Il colore si colloca ancora fra il dorato e l'ambra, con una vivacità e un ritorno di luce che lo fa sembrare un piccolo topazio. Alla rotazione denuncia un buona richezza, senza che il movimento sia particolarmente pesante, a far sperare un buon bilanciamento fra alcol e zuccheri residui. Il primo profumo che richiama alla mente é la frutta tropicale disidratata, fichi e datteri, poi, dopo qualche secondo, questa frutta diventa una mela cotogna caramellata e infine richiama quasi la frutta rossa. La parte speziata del profilo olfattivo ricorda la cr é me brulé e il miele di corbezzolo con anche una parte floreale di fiori gialli appena appassiti. In fondo un piccolo accenno di etereo con note di smalto. In bocca é naturalmente dolce, piacevole, morbido e, ovviamente, di ottima lunghezza. Il ritorno aromatico é di frutta a polpa gialla disidratata. L'equilibrio é buono, non ha chiusure amare e manca forse di un