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Visualizzazione dei post da maggio, 2017

Comincio da Serralunga... - “Ettore Germano” AIS Reggio Emilia 11/05/2017

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Dopo la “A” di Alto Adige, la “B” di Borgogna, la “C” di Champagne, mi sono accorto di aver lasciato indietro la “B” di Barolo, in qualche modo bisogna pur rimediare perché davvero, sull'argomento, non so quasi un tubo. Fa sorridere che fra i vini di Ettore Germano conosca meglio il Riesling del suo Nebbiolo, ma é una pura questione di inclinazione, é più facile che a casa il pranzo o la cena si abbinino ad una bianco, piuttosto che ad un rosso. Il Barolo si affaccia al 2017 con 170 nuove MGA, le Menzioni Geografiche Aggiuntive, un numero enorme che incute rispetto, e che dovrebbe fare pensare, sancendo differenze, ma non gerarchie. Se da un lato le differenza si possono cercare nel bicchiere, per le gerarchie il discorso diventa più complicato, considerando anche che il clima cambia e questo influenza non poco i vini, con Barolo che ormai sfiorano l'asticella dei 15° nel bicchiere. Nella mia ignoranza potrei anche sbilanciarmi nel dire che i tanti

Armin Kobler - AA Chardonnay Ogeaner 2015

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100% Chardonnay - 13% L'intensità aromatica che ha in questo momento lo Chardonnay "Ogeaner" 2015 rende pienamente merito a questo straordinario vitigno. Volete sentire la mandorla? Qui c'è... Volete sentire il burro? Lo troverete in questo bicchiere... Volete sentire la vaniglia? La dolcezza di questo calice non mente... E non ha mai visto barrique nuova nella sua vita, perché lo Chardonnay è così, basta assecondarlo. Vino sensuale, caldo, avvolgente, dolce e salino, non vorrei infierire con il ricordo di pietra focaia con cui accoglie il naso quando lo si avvicina al bicchiere...

Champagne Ayala - Brut Rosé N°8

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 51% Chardonnay, 49% Pinot Noir (5% da vino rosso) – 12% Ricordi… il giorno dopo, per spogliare una degustazione di quell’esercizio sterile che è la ricerca insistente di sentori e sensazioni, rimane solo ciò che ha colpito davvero, senza appelli. Bottiglia di Vania, coperta, è il mio turno nell’essere vittima di questo gioco sadico, versa e mi chiede “terroir? vitigno? anno?” Archiviato mentalmente un “e che Vuoi che ne sappia?”, da ospite non posso tirami indietro… guardo il calice, lo porto al naso, infine bevo. Il colore è magnetico, splendido ramato, brillante di luce con riflessi sempre diversi, una superficie agitata da infinite bollicine che continuano ad alimentare un’ostinata collarette. Profumi intriganti, netti il ferro e l’arancia rossa, una tensione amaricante che ricorda il frutto ancora attaccato al suo ramoscello, il ricordo agrumato si fonde a quello della foglia, talmente parte del contesto che non riesce a stonare, diventa un

Henry Prudhom & Fils – Puligny-Montrachet “Les Enseignières” 2014

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 100% Chardonnay - 13% Una bottiglia rimasta da una serata di chiacchiere e assaggi mi concede il lusso eremitico di poter "cenare", termine del tutto esagerato, per una volta non solo, ma con la compagnia di un calice di Borgogna. Il mattino seguente avevo ancora negli occhi l'immagine aromatica del primo assaggio, assolata, luminosa, litoranea... appena avvicino il naso al bicchiere la ritrovo subito intatta, ugualmente intensa, così piccante di pepe, fresca di pompelmo, pungente di timo. La sens azione balsamica di eucalipto apre le narici, lascia insinuare una sottile speziatura dolce di cioccolato, un'ampiezza aromatica che ancora non vuol trovare un confine... ci sono anche resina, pietra focaia e contorni fumé. Meno dolce di un Meursault, più vicino ad uno Chablis ma con diversa espressione minerale e una maggior impronta speziata, complessità degna di un Puligny da Cru superiore, manca appena di serenità. Esprime tuttavia

Giuseppe Rinaldi - Langhe Nebbiolo 2015

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 100% Nebbiolo - 14% Così facile da leggere... intensamente giovane nel frutto, spezie, terra asciutta ricca di ferro, rosso come un cielo incendiato dal tramonto. Vellutato... come solo il Nebbiolo e pochi altri nobili vitigni potrebbero fare. Immediato... nel sorso leggero di trama, dalla freschezza fruttata che dal centro bocca si espande verso le guance in una polposità sapida. Forte nelle sensazioni... come l'abbraccio spontaneo ad un amico che non vedi da mesi, caldo, forte e breve, per non rubare troppo tempo al piacere della reciproca compagnia. Da sempre bevo quello che mi va mangiando quello che c'è... con un parmigiano di montagna 22 mesi, dalla pasta asciutta ma dalla grassezza importante e sapidità delicata, è andato più che bene.