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Visualizzazione dei post da dicembre, 2015

Antonio Panigada - Colline del Milanese IGT "Banino" Bianco 2014

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40% Riesling, 30% Sauvignon, 30% Chardonnay - 12.5% Con sorpresa trovo un angolo di Alto Adige in provincia di Milano, perché appena lo avvicino al naso, non riesco a fare a meno di accostarlo all'adolescenza impetuosa e allegra dell'" Enosi " di Baron de Pauli. La combinazione per altro é molto simile, almeno nelle annate meno recenti, con lo Chardonnay che sostituisce il Weissburgunder. Me lo ricorda l'impronta citrina del Riesling giovane, che diventa appena più dolce per il contributo floreale e fruttato bianco di Chardonnay, che non ha visto il legno. Anche adesso, dopo tanti assaggi, rimango sempre stupito di quanta forza aromatica, giovane e fresca, possa sviluppare questo vitigno, quando viene vinificato esclusivamente in acciaio. Più difficile cogliere il contributo del Sauvignon, forse appena un ricordo di mandarino, di sicuro nessuna nota erbacea. Il sorso porta ad una bocca tirata, agrumatissima e minerale, vibrante e ricca

Tenuta Kornell - AA Lagrein "Greif" 2006

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100% Lagrein - 12.5% Il colore é un granato vivido, mentre cerco la giusta angolazione per catturarlo, dal bicchiere il profumo di amarena e mora fresca mi arriva già alle narici. Avvicinando il naso con cautela, a loro si uniscono cioccolato, cuoio, terra umida autunnale e ricca di humus. Un indugio di legno dolce, cannella e chiodi di garofano, lo rendono soffice e accogliente. Entra in bocca con un sorso succoso e materico, il frutto diventa più fresco e più scuro, il tannino esce in sottofondo, sul finale di bocca, dove é la stessa trama ferrosa che si allunga senza esitare. Il sapore scema lentamente senza perdere componenti, integro e netto, una grande annata e una bella bottiglia, da almeno 88 punti.

TrentoDoc - Bollicine sulla città - 27 novembre 2015 al Muse di Trento

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Trento Doc, di nuovo la stessa impressione dell'anno scorso, ma amplificata... una denominazione in salute, con spumanti che hanno in comune, tranne rarissime eccezioni, una gran pulizia, un finale di bocca senza sbavature anche nelle bottiglie più semplici, che sono comunque piacevoli e con una loro collocazione. Fanno eccezione i Rosé, pochissime le bottiglie degne di nota, spesso con solo uno o pochi profumi dominanti, in bocca scomposti, a seconda dei casi con acidità o sapidità che spadroneggiano senza grazia. Vero é che la spumantizzazione del Pinot Nero in rosato é difficile, ma il Trentino é patria da Chardonnay, quando non é il protagonista nel bicchiere, se il Pinot Nero diventa la maggioranza nella cuvée, il livello scende. Togliendo appunto i Rosé, qualità media molto buona, tuttavia le vere punte non sono tante.  L'unica eccellenza é il Madame Martis 2005 di Maso Martis, che scavalca l'asticella, mentre il Giulio Ferrari 2004 é appena sot

Vertical-Orizzontale di Amarone Classico, 3 produttori e 3 annate

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Dell'Amarone so poco e nulla, quello che basta per inquadrarlo come zona e vitigni, raramente lo bevo, ho un ricordo di questi assaggi come di piena soddisfazione, ma mi fermo lì. Capita un'occasione nelle vicinanze dell'eremo lavorativo, mi informo da un amico e scopro che la degustazione la condurrà lui, non ci devo pensare troppo per decidere di confermare la prenotazione. 3 annate di 3 produttori, areali diversi della Valpolicella Classica, anche una diversa filosofia di vinificazione, con l'uso di minime percentuali di uve meno consuete, o di conduzione del vigneto. Ambiente informale, quasi familiare, vini interessanti, esposizione leggera e adesso qualcosa di più conosco, se non altro ho almeno 2 etichette a cui far riferimento. Rimango sorpreso di come questi vini, nonostante la vinificazione spinta, riescano a mantenere equilibrio e freschezza, che quasi si esaltano mano a mano che gli anni si accumulano. Mi sono divertito, un