Calici di Bio-Diversità – I vitigni PIWI (Podere Stuard 07/06/2018)
A
Parma si è ormai stabilito un clima monsonico con temporali e vento
forte quotidiani nel tardo pomeriggio. Ci ha provato anche stavolta,
ma a parte una temperatura adeguata ad una bella polenta con il
capriolo, la serata è andata alla grande.
A
cominciare proprio dai piatti dello Chef Marco Furmenti, un ragazzo
giovane e pieno di entusiasmo. Ha proposto nel piatto il risultato
delle sue ricerche fra le vecchie ricette della tradizione Trentina,
con una selezione di materie prime eccellente, quale ovvia
conseguenza della filosofia qualitativa di Podere Stuard.
Per
prima cosa una assortimento di veri 🍴 salumi artigianali
dalla macelleria di Massimo Corrà, 🍴 canederli asciutti con
verdure croccanti di stagione, 🍴 arrostino freddo di lonza
allo speck e purea di mele speziata. Infine la 🍰 “Peta”
di mele, un dolce poverissimo in cui godere l'abbraccio dolce dei
sapori domestici.
Stavolta
Andrea Savelli ha davvero sbancato, organizzata questa serata con il
solito slancio spontaneo ha accolto con stupore la proposta di Mario
Pojer e Silvano Clementi di poter essere presenti per raccontare le
proprie esperienze di sogni ormai realizzati.
Silvano
unisce il suo lavoro da ricercatore sulle varietà resistenti presso
la Fondazione Edmund Mach, con un'attività di vignaiolo a Villa
Persani, azienda nata negli ultimi anni partendo da una minuscola
proprietà di famiglia.
La
sua è stata una fantastica esposizione su come nascono e dove stanno
andando i vitigni PIWI, completa e precisa, resa facilmente fruibile
in modo semplice ed efficace a tutti i presenti, chi più e chi meno
appassionati del mondo del vino.
Da
Mario invece la storia di una scommessa, la volontà di recuperare
alla viticoltura terreni in posizione estrema per altezza e pendenze,
in cui, fra i tanti aspetti, è fondamentale non dover attuare
pericolosi interventi con trattori pesanti, costosi e a rischio di
gravi incidenti.
Questa
è una delle tante idee che ci sono possono attuare tramite le
varietà resistenti, insieme alla possibilità di un minor impatto
ambientali soprattutto in aree marginali prossime agli insediamenti
urbani.
Non
si vuole certo soppiantare i vitigni autoctoni, a questi rimarranno
dedicate le zone che nei secoli hanno ormai dimostrato la miglior
vocazione, bisogna tuttavia prendere atto che molti consumatori
chiedono solo un buon vino a un prezzo ragionevole, se questo verrà
prodotto rispettando la natura, è comunque meglio per tutti.
Sulle
varietà resistenti c'è ancora molto da imparare, quello di
collocarle nella posizione più idonea, sicuramente salendo molto in
alto, è proprio uno dei temi che devono ancora essere del tutto
affrontati. A parte il discorso di una viticultura etica, ci sono già
eccellenti risultati enologici, e ne abbiamo avuto insieme le prove.
Non
avevo mai sentito lo 🍷 Zero Infinito di Pojer & Sandri,
Mario ci ha tenuto a specificare che non è un “ri”, ma un
“fermentato” e basta. Viene trasferito in bottiglia senza alcuna
filtrazione, con ancora zuccheri e i lieviti vivi, nessuna
filtrazione in modo da avere un prodotto nutriente e ricco di
materia. Zero sostanze aggiunte all'uva, zero sostanze tolte in
vinificazione...
Un
calice particolare, dolce e fruttato con un'associazione netta al
succo di mele, arricchito da una lieve trama erbacea e agrumata. In
bocca ha ovviamente densità, ricordi di pasta lievitata e ciambella,
un allegro rivolo di freschezza. Bottiglia da merenda campagnola
all'ombra del dondolo.
L'Aromatta
🍷 di Villa Persani l'avevo già assaggiato, ma la sorpresa
non è comunque mancata a cominciare dal colore, con quella sfumatura
rosata che subito viene ripresa dal netto profumo di albicocca,
accompagnato da ricordi salmastri e fiori di bergamotto.
Originale
anche all'assaggio, all'inizio dolce per poi offrirsi in aromi di
buccia di frutta a pera al forno, interessante il finale balsamico e
resinoso. Ho scritto negli appunti “vino spettinato”... beh
secondo me ci sta, e lo considero un complimento, quelli “ordinati”
alla lunga sono noiosi.
Bellissimo
il 🍷 T.N.06 Abendrot 2015 di Thomas Niedermayr, da uno dei
più straordinari cru dell'Alto Adige in Appiano Alta, un bagno di
sole rinfrescato dai venti di caduta della frana di Ganda. Il nome si
traduce in “rosso di sera”, esattamente come si mostra nel calice
dopo un paio di mesi di macerazione sulle bucce del Souvignier Gris.
Naso
di arancio candito, caramella d'orzo e mille spezie, il sorso ha
spessore, tannino bianco, solletica piccante il palato con sensazioni
pepate, chiude lunghissimo su ricordi amaricanti, ma di quelli
davvero buoni, in tamarindo e chinotto. Il calcare di Pigeno gli ha
dato gradualità e complessità, una netta eccellenza.
Sempre
dagli appunti leggo “che vino buffo !!!” per il 🍷 Silvo
di Villa Persani, e infatti lo ricordo proprio così, opalescente,
dall'aromaticità stranissima di pesca bianca, litchi e melone, in
bocca una carbonica rustica, divertente, accompagnata da sensazioni
di fieno tagliato e mandarino. Allora sì buffo, allegro,
divertente...
Pur
essendo completamente secco, non ha sfigurato con il dolce alle mele,
sfoderando una fruttosità naturale che alla fine si è accompagnata
senza problemi a quella del dessert.
A
quel punto Mario e Silvano hanno preso la strada del ritorno in
Trentino, per la loro presenza non hanno chiesto nulla, nemmeno il
pernottamento, pura passione e voglia di raccontare.
C'è
stato lo spazio per un'ultima bottiglia, portata per condividerla
insieme agli amici, il 🍷 Falzeron 2016 di Calvenschlossl, da
uve Cabernet Cortis in purezza, prodotto su puro granito vicino a
Glorenza, così a Nord e incassata nel fondo della Val Venosta.
A
quasi un anno dal veloce assaggio della scorsa estate nella piccola
cantina di Hilde ne sono rimasto stupito, per la freschezza del
frutto e del colore, una nitida ciliegia croccante che si offre nei
profumi e al gusto, dove la struttura è leggera e ancora
giovanissima.
Gli
oltre 1000 metri di altezza a cui viene coltivato lo hanno snellito
nella struttura a tutto vantaggio della bevibilità. Nessun'altra
viticoltura sarebbe possibile a quell'altezza e con quelle
temperature, il senso delle varietà resistenti fatto realtà.
Serata
in cui ho imparato molto, grazie davvero a Marco, Andrea, Mario e
Silvano
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