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Visualizzazione dei post da gennaio, 2012

Le Vigne di Zamò – Venezia Giulia IGT Pinot Grigio 2010

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100% Pinot Grigio – 13.5% Il colore ricorda il petalo di rosa ma con sfumature che tendono decisamente al ramato. La rotazione é compatta, con una risalita uniforme ad indicare la ricchezza di materia estrattiva. In effetti il produttore dichiara un assemblaggio al 50% fra una parte vinificata in bianco e una parte vinificata in rosso per 4 giorni. Il risultato é questa tonalità particolare, poco consueta ai giorni nostri, ma che riporta alla vinificazione tradizione di questo vitigno. I profumi hanno noti dolci e fruttate di lampone, fragola e ciliegia che insieme fanno pensare alla caramella "Charms" all'amarena, come spesso capita nei vini rosati. Ma ci sono anche prugna, pesca noce, un sottofondo di mineralità e fiori "rosa" come la violetta di campo. In bocca entra deciso, caldo e sapido, con un bel ritorno aromatico di agrumi rossi per poi chiudere con una lunghezza intermedia che lascia una piacevole scia minerale. Un vino particolare, fatto bene,

Sartarelli – Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore 2009 "Tralivio"

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100% Verdicchio – 13.5% Solo DOC perché come vendemmia siamo ancora prima di una delle più meritate DOCG del panorama viti-vinicolo italiano. Il colore, paglierino con ancora evidenti riflessi verdolini, trasmette un luce che lo rende quasi brillante. Consistenza intermedia, che lascia presagire una buona bevibilità. Le prima impressioni olfattive, sono di frutta gialla, fiori di campo ed erbe aromatiche avvolte da un alone salmastro. Profumi che definerei freschi a cui, prestando attenzione, si possono collegare l'albicocca, la pesca, il cedro, l'ananas e il gelsomino. I ricordi minerali e marini, colpisco in naso con una piacevole impressione pungente che solletica i sensi. In bocca si presenta con morbidezza ed equilibrio. Dopo alcuni secondi si avverte il calore dell'alcol, ma questo é ben contrastato da una freschezza agrumata e dalla sapidità tipica del territorio e del vitigno. La buona lunghezza lo rende piacevole da bere, per un voto che potrebbe essere a

Abbazia di Novacella – Alto Adige Valle d'Isarco Veltliner "Praepositus" 2008

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100% Veltliner - 14% Carico e caldo nel colore, ma con ancora una bella luminosità. Movimento che lascia presagire ricchezza d'estratto e morbidezza. Profumi che puntano decisamente sulle erbe aromatiche e il pepe bianco, sostenuti da una mineralità che identificano in modo netto il vitigno e la zona d'origine. In secondo piano frutta tropicale matura dolce di ananas, melone e mango. Nel gusto la protagonista è la morbidezza, con una bilancia che pende decisamente da quella parte del piatto. Freschezza dimessa e una sapidità che soccombe nel tentativo di bilanciare alcol e glicerina. Chiusura appena amarognola, dovuta all'azione disidratante, ma un piacevole aroma di cedro candito riappare dopo alcuni secondi. Lunghezza corretta, ma non esaltante, che alla fine può valere un 84. Ha certamente superato il suo periodo migliore, anche se ricordo che la bottiglia gemella, acquistata per 12.5 Euro all'enoteca dell'Abbazia, già allora non mi aveva colpito. Forse

Domaine Thierry Puzelat - Touraine AOC "La Tesnière" 2004

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70% Menu Pineau, 30% Chenin Blanc – 13% L'avevo sentito alcuni anni or sono, quando scoperta un'enoteca a Bologna con un buon assortimento di vini bio-dinamici, avevo provato a capire qualcosa di questo modo di fare il vino allora semi-sconosciuto. E devo dire che, sopratutto a quei tempi, cercare di fare l'auto-didatta fu un grosso errore: molta spesa e poca soddisfazione. Arrivai alla semplicistica conclusione che la bandiera della bio-dinamica era una scusa per giustificare i difetti di un vino. Adesso ho capito che non é così, o almeno non lo é per molti, sopratutto per i produttori francesi che da anni seguono questa filosofia senza farne troppa pubblicità (vedi DRC). La qualità deve comunque essere la prima cosa poi, se per fare il vino bene si usa meno chimica, tanto meglio. Non ricordo quasi nulla del primo assaggio del "La Tesnière", quindi riparto da zero. La presenza di sedimento é visibile fin dalla bottiglia e in effetti, nel bicchiere, il vin

Champagne Pierre Bertrand – Brut "Grande Cuvée"

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Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Meunier – 12% Le percentuali dei 3 vitigni non sono note, il produttore però dichiara che la sosta in bottiglia sui lieviti dura 4 anni. Versato nel bicchiere la leggera sfumatura rosa tradisce l'orgine da uve a bacca nera mentre l'impressione generale é di un prodotto giovane reso ancor più vivo dal perlage fine come spesso si trova negli Champagne. I profumi ricordano, in primo piano, agrumi gialli e il mondo minerale espresso tramite una nota di gesso e di cipria che completano l'espressione di freschezza di questo Champagne. Fa da sottofondo un floreale di fiori gialli. In bocca continua l'impressione di giovinezza, saporita di frutta gialla, con una buon impatto di acidità e sapidità che lo rendono piacevole e chiamano al secondo bicchiere. Una fusione perfetta dei 3 vitigni che si integrano talmente bene da non consentire di riconosce, a parte forse alla vista, i contributi dell'uno e dell'altro. Non rimane in mente un

Weingut Befehlhof – VdT bianco “Jera” 2010

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100% Fraueler – 14% Si presenta verdolino, con una grande limpidezza e profumi che richiamano agrumi in via di maturazione, erbe aromatiche e una mineralità salina. Aromi semplici, ma estremamente puliti e netti che portano a riconoscere facilmente pompelmo e rosmarino. In bocca ha un buon equilibrio spostato, naturalmente, verso una sapidità che mantiene in secondo piano la freschezza. Solo una punta di calore, nonostante i 14% dichiarati, che arriva solo dopo diversi secondo lasciando una bocca di susina e albicocca. Nel complesso mantiene una bella bevibilità, abbinandolo a cibi che portino una certa tendenza dolce, che gli vale almeno 84 punti. Sinceramente l'avrei preferito un po' meno perfetto e un po' più contadino, ma l'Alto Adige é precisione e tecnica in vinificazione anche in cantine che hanno solo 1.2 Ha di terreno. Basta guardare anche solo il tappo, che é uno “Stelvin Lux+”, in pratica lo stato dell'arte dei tappi a vite. Ho acquistat

Cantina Nals-Margreid – Alto Adige Sauvignon "Mantele" 2008

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100% Sauvignon – 13.5% E' ancora paglierino con qualche timido riflesso che vira verso il dorato ma, allo stesso tempo, con ancora dei lampi di luce che sembrano verdolini. Nel bicchiere il vino si muove lentamente, con una risalita lenta e compatta del liquido sulle pareti, e si ferma quasi immediatamente quando si blocca la rotazione. A bicchiere fermo profumi varietali, ingentiliti da menta, alloro e timo, a cui si unisce un fruttato dolce di pesca gialla e melone. Con la rotazione, invece, il floreale di lavanda e ginestra si porta in primo piano. In sottofondo un aroma minerale che ricorda la pietra scaldata dal sole e un accenno speziato di miele di castagno. In bocca é morbidezza e calore, stemperati da una freschezza agrumata di pompelmo, che si conferma anche in un accenno di chiusura ammandorlata. La lunga chiusura sapida lo rende particolarmente saporito al gusto. Un vino integro, perfetto, con ancora nessuna traccia di evoluzione.

I PROTAGONISTI di ieri sera

Guy Moussy Champagne “Grande Réserve” Blanc de Blancs 2005 come brindisi iniziale e uova di quaglia con scaglia di tartufo Erben Burgermeister Lauer Dhroner Hofberger - Riesling Spätlese Halbtorcken 1996 con insalata di funghi, carciofi e grana Weingut Markus Molitor Wehlener Klosterberg - Riesling Spätlese Feinherb 2009 con insalata trevigiano, avocado, kiwi Veuve Cliquot Ponsardin Vintage Brut 2002 con crespelle al radicchio trevigiano e crescenza Domaine Confuron-Coteditot Bourgogne Rouge 2008 con “Coq au Vin” (cucinato con 2 bottiglie dello stesso vino) Forteto della Luja Loazzolo 2005 con semifreddo al torroncino Perrier-Jou ë t Champagne Brut “Grand Brut” come brindisi di mezzanotte