Post

Visualizzazione dei post da 2018

🍷 Radoar - Vigneti delle Dolomiti IGT Muller Thurgau 2016

Immagine
In un mondo di vini carichi, ricchi, dai profumi canditi e dolci di spezie, c'è invece chi fa dell'essere esile la sua grande forza. Un'altezza estrema, quasi 900 metri sugli assolati dirupi di Velturno, sottrae al Muller Thurgau quella forza aromatica a volte sfacciata. Profuma di uva spina, mandarino, erbe appena tagliate, all'assaggio è cristallina freschezza su un solco di sale. Racconta di montagne innevate e cura maniacale nel proprio lavoro, tanto rispetto per una natura che circonda casa e famiglia, il tappo Stelvin lo protegge da un futuro che vede almeno 10 anni lontano. Piccolo vino stupendo...

🍷 Stefano Milanesi - VSQ Extra Brut Vesna 2012 (sb. 05/2016)

Immagine
🍇 100% Pinot Nero - 13% È il mio vino di Natale, ieri è stata una giornata un po' caotica quindi torno da lui oggi con tutta la calma che merita. E c'è poco da fare, il giorno dopo guadagnano tantissimo... Così come Simona mi ha insegnato che la sboccatura deve essere rispettata, aspettando, con pazienza. Ora ha raggiunto una serenità dolce, di frutta candita, mirabelle, spezia e gesso, nessun indizio di quelle tostature che spesso ingombrano il metodo classico. C'è tutta la maturità dell'uva in un'annata calda, ma in bocca è misura, equilibrio e profondità, fodera il palato con uno spessore di roccia impalpabile dal sapore di mandarino con sali aromatici. Unicità dell'Oltrepò uniti ad una mano magica e alla complicità del passare del tempo

🍷 Castel Sallegg – Lago di Caldaro Scelto Classico Superiore “Bischofsleiten” 2016

Immagine
🍇 100% Schiava – 13% Amo la Schiava, ma ho sempre avuto una preferenza per la leggerezza e la grazia con cui si esprime sulla collina di Santa Maddalena. E' raro che vada a cercare maggior forza e struttura che offre nel Lago di Caldaro complice la posizione più a Sud e l'altezza minore. Forse già nel colore si può individuare una sfumatura più austera, potrebbe tuttavia essere pura suggestione, nei profumi invece è evidente la maturità del frutto, l'idea di un'uva gonfia di succo in un'estate inondata dal sole. Aromi in cui il rosso sfuma su tonalità scure, meno aeree, legate maggiormente alla terra con persino un accenno muschiato. In bocca ha un sale magnifico, profondo, lungo, tanto che per un attimo cancella i sapori prima di lasciare emergere amarena e chiodi di garofano. Non contento pretende di tornare protagonista, scavalcando morbidezza e un lieve calore, solleticando la lingua dalla punta fin quasi alla gola. Di qu

Sebastian Stocker: ricordi con Sigmar Stocker (Enoteca Tabarro 14/12/2018)

Immagine
Non starò a descrivere l'emozione provata nel sedermi a quel tavolo. La lascio tutta di merito a Matteo, per come gli si è rotta la voce, per quell'attimo di pausa necessario ad asciugarsi gli occhi all'inizio della serata, rivivendo i ricordi dell'inaugurazione della nuova sektkellerei Stocker a Terlano, unico “italiano” presente tra gli invitati. Posso solo dire che lo capisco, ho provato la stessa cosa in prima persona poco prima dell'estate nella serata dedicata al Vorberg proprio raccontando di Sebastian, di come abbia avuto quell'intuizione vincente che ha messo Terlano sulla carta mondiale dei vini che contano, donandoci bottiglie capaci di sfidare il tempo con il metodo che ora porta il suo nome. Il mio 2018 è stato profondamente intriso di Alto Adige, ben più di come lo siano stati gli ultimi 10 anni da sommelier. Ho condotto quell'incontro in tandem con Rudi Kofler, in agosto mi ha accompagnato in prima persona a visitare cantin

🍷 Weingut Kobler – AA Merlot Riserva Klausner 2010

Immagine
🍇 100% Merlot – 14% Nel bicchiere c'è una decisa idea di austerità, una bella spezia pungente e persino pepata, tensione e sfumature tartufate di sottobosco sorrette da un frutto scuro in confettura. Non c'è invece alcun indizio di evoluzione, neppure quella dolcezza eccessiva che in altre bottiglie da questo stesso vitigno spesso ritrovo e decisamente non amo, si aggiunge invece un'immagine di tralcio di vite, garbata, che porta all'insieme un'idea esotica. In bocca la vena morbida, il calore dell'alcol, sono stemperati dalla salinità, il tannino è levigato, nell'insieme è un sorso condito, saporito, succoso di mora e mirtillo, con un finale di carattere e asciutto. Non certo da aperitivo, ma votato per accompagnare un buon pranzo.

Sette gioielli di Epernay – Champagne Boizel (AIS Bologna 03/12/2018)

Immagine
Mi ha fatto sorridere il commento di Federico ad inizio serata, quando ha detto "è bello vedere una sala così piena". Sapevo da alcuni giorni che i posti erano esauriti, fin dall'inizio era quello che fortemente desideravo, però è vero, sono quei colpi d'occhio che non lasciano indifferenti, a maggior ragione quando le persone non sono ancora sedute e l'allestimento dei tavoli sembrano perdersi senza una fine. Il compito di presentarlo è toccato proprio a me, e quando si tratta di un amico diventa un onore impagabile. Ci siamo conosciuti nel modo migliore possibile, davanti ad una buona tavola aprendo belle bottiglie, solo in un secondo momento ho realizzato chi fosse veramente. Uomo di sala in ristoranti importanti, 20 anni or sono miglior Sommelier AIS d'Italia, ore comunicatore e produttore di vino in prima persona. Una vita intrecciata a tante persone che ho imparato a stimare. Ho partecipato a diverse serate che lo hanno visto protagoni

🍷 Fernard & Laurent Pillot - Pommard 1er Cru Rugiens 2006

Immagine
Rugiens, reputato come il miglior 1er Cru di Pommard, il climat che incarna maggiormente carattere e intensità universalmente attribuite a questo Village. In questo è ben aderente, nel colore inconsuetamente profondo per un Pinot Noir, nella sfumatura aranciata del bordo, nei profumi così ricchi di agrume canditi e variegati di spezie, persino pungenti facendo danzare pigramente in bicchiere. Ha sapore e densità, ricchezza di materia, magari negli aromi non così colorato e tu ttavia ben definito in ferro, cenere, piccoli frutti. Asciuga la bocca in modo gentile, il volume è levigato, nonostante l'annata lontana e non così blasonata, riunisce allora carattere ed eleganza.

Attraversando Bordeaux – (Onav Milano 27/12/2018)

Immagine
Bordeaux ha il fascino delle cose che non ho ancora capito. Colpa mia, ovviamente, l'ho volutamente trascurato anche per quella dimensione che viaggia in polarizzazione opposta rispetto alle mode degli ultimi anni. Non è il vino dei piccoli, anzi, strappa prezzi con almeno due zeri su numeri da produzione in scala industriale. Il tanto estremizzato “terroir” passa in secondo piano, accomodandosi dietro al “savoir-faire” aziendale, manca, e aggiungerei finalmente, quella ricerca ossessiva della vena stratificata di questo o di quello che è bello sfoggiare, senza in realtà sapere effettivamente il perché. Ebbene sì, l'ho snobbato, nascondendomi dietro a ipotetici stereotipi di gusto affibbiati partendo da pallide imitazioni realizzate in bel altre zone, colpevolmente sapendo per altri mille esempi che spesso mi piace citare, che là dove è nato il vitigno le espressioni sono sempre diverse e nobili. É anche vero che mi mancano i punti di riferimento... ok, fi

Calicivivi “I Nebbioli del Nord” – (Cantina della Salute 13/11/2018)

Immagine
C'è tutto un mondo di altri Nebbioli, diversi perché la natura del clima e dei suoli inesorabilmente lo impone. Il freddo delle vicine montagne, il terreno che trova sabbia, granito, persino tufo invece del confortante calcare, li assottiglia ma allo stesso tempo li eleva, sottrae potenza rendendoli aerei, lontani da quei ricordi terreni, scuri, sotto-boschivi che spesso ricorrono in Langa. Succede anche che il Nebbiolo cambi di nome, che magari si accompagni a qualche altro vitigno dal sorriso più largo, dal frutto più dolce, dalle venature speziate, per arrivare a smussare spigoli a volte affilati. Quel che rimane, sempre e comunque, è l'innata eleganza, a volte persino amplificata dalla leggerezza così estenuante. Denominazioni dai nomi rari o quasi scomparsi, come Fara, Bramaterra, Boca, fino ad arrivare all'appena più mediatica Valtellina, di cui per altro è spesso conosciuta solo nella forma maggiormente patinata, lontana anni luce da quella miriade di

La Cantina del Mese: Tasca d'Almerita (Il 25 - Carpi 06/11/2018)

Immagine
Gli affetti rimangono, proprio perché sono affetti, puoi stare lontano per giorni, mesi, anni, poi quando li ritrovi, come se non fosse passato nemmeno un minuto, tutto ricomincia. Il 🍷 Nozze d'Oro di Tasca d'Almerita è stato il primo “grande bianco” che abbia mai assaggiato, ancora sui banchi di scuola, presentato e descritto a lezione da Donato, un grande maestro di allora. Sono andato a recuperare i vecchi quaderni dei corsi, era la vendemmia 2004, lo ritrovo molto in quella degustazione, un 2016 anche più snello, con maggiore profondità. Lo sono poi andato a cercare in enoteca, l' ho suggerito agli amici, anche l'anno scorso proprio ad Antonella per il suo viaggio in Sicilia, mi è rimasto nel cuore, complice la romantica storia che l'avvolge, cose che solo nell'atmosfera senza tempo di quella regione possono accadere. Era il 1984 quando, per festeggiare i 50 anni di matrimonio, il Conte Giuseppe Tasca decise di dedicare all a ricorrenz