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Visualizzazione dei post da ottobre, 2018

Gli spumanti di Arcari+Danesi al “25” di Carpi (16/10/2018)

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Giovanni Arcari e Nico Danesi sono parte importante della rivoluzione stilistica della Franciacorta che è in corso in questi ultimi anni, se questa denominazione vede finalmente la luce in fondo al tunnel in cui si era infilata, una parte del merito è di tanti piccoli produttori come loro. Eppure in molti ancora non li conoscono, e non mi riferisco ai semplici appassionati, ma soprattutto a coloro che hanno voce nel mondo del vino che conta. Sono spumanti difficili da trovare, raramente compaiono in degustazioni importanti, e questo lo trovo inspiegabile. Forse per la produzione poco più che confidenziale, la cantina arroccata in una delle posizioni più alte e selvagge dell'intera zona, proprio in cima al Montorfano, fuori dai giri mediatici dei pullman turistici. Un'occasione unica avere Giovanni e i suoi spumanti al “25” di Carpi, una serata bellissima per quanto ho imparato, dal clima sereno e conviviale, talmente densa di contenuti che avrebbe riempito un

🍷 Torricella – Colli Bolognesi Sauvignon 2008

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🍇 100% Sauvignon Blanc – 13.5% Ci sono sfumature di evoluzione a cui non si può credere fino a quando non te le trovi nel calice. Sauvignon dei Colli Bolognesi trasfigurato da quasi 10 anni in bottiglia, vino nato per essere consumato in annata o quasi, ma Alessandro e questo vitigno hanno un feeling così intimo, da infischiarsene altamente di queste sciocche consuetudini. Ha completamente sposato il colore rosso, a cominciare dalla variazione sull'oro antico che ne incanta l'aspetto, ma soprattutto nei profumi, così sorprendenti di ciliegia candita, confettura di melograno, intrisi dalla speziatura di coriandolo e caramella all'anice. Il legame all'uva di origine è ormai emancipato, rimane appena nell'idea di aloe e nella balsamicità, dolce di erbe aromatiche. In bocca è intransigente, deciso, caldo come un'estate assolata nei colli, esotico di oli essenziali, un succo di albicocca pungente dalla consistenza gessosa capace di asc

La Nuova Sicilia – ONAV Parma (18/10/2018)

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In Sicilia sono stato quando avevo 2 anni, mio padre se ne era innamorato durante il servizio militare a Palermo , aveva una gran voglia di farvi ritorno. N onostante gli oltre 600 mesi passati, alcune immagini le ho ancora scolpite nella memoria. Le luci di Messina oltre lo stretto di notte, sulla terrazza dall'albergo di Reggio Calabria dove avevamo fatto sosta in quell’ interminabile viaggio a bordo di una Fiat 600, tutta statale una volta passata Salerno, a quei tempi l’autostrada era appena un cantiere . Ricordo l'oscurità profonda di una delle bocche secondarie dell'Etna , potevi arrivare fino al bordo e affacciarti senza nessun controllo e protezione, l' enorme orologio di fiori davanti alla stazione di Catania , il cielo incendiato dal tramonto a Palermo, il sapore delle granite al limone , ovunque il bianco abbagliante del sole. Poi per anni più nulla … di questa terra, dei suoi profumi, dei suoi colori, con i vini praticamente lo stesso

"A tutta zucca" - 📖 Scuola di cucina con Rino Duca (15/10/2018)

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Amo la zucca e ormai sono stregato dal fascino di veder creare i piatti davanti ai miei occhi, ripensandoci non è certo un caso se ormai tanti ristoranti hanno la cucina a vista sulla sala. Ma nelle lezioni di cucina di Rino si va oltre... i tempi morti di una cena sono automaticamente cancellati, fra un piatto e l'altro si partecipa alla preparazione del successivo, i gesti e gli ingredienti diventano il centro della conversazione, anche se non si ha una reale convinzione di volerli poi ripetere a casa. Lui è così "vicino"... al di fuori dell'effettiva distanza fisica limitata ai pochi metri della piccola sala del Grano di Pepe, riesce a essere più un compagno della serata che non l'effettivo conduttore, lo fa mettendo in condivisione il racconto delle sue esperienze, le scelte, attraverso la naturalità con cui spiega come a volte asseconda la tradizione e in altre invece aggiunge la sua personale visione. Non c'è un gioco di ruolo fra ch

🍷 Jean-Yves Péron - VdF Cotillon des Dames 2015

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🍇 Altesse, Jacquére - 10.5% Vini giocattolo, vini divertenti, vini spensierati, danno tutto senza che tu li debba inseguire, senza per questo essere banali  . Pensavo che ad   Albertville ci sciassero, l'Albertone nazionale   proprio lì ha vinto un paio di medaglie se non ricordo male. Scopro ora che tal Jean-Yves Péron produce anche vino, da uve Altesse, e mi par giusto, e Jacquére... Chissà se il buon JY ha scelto l'etichetta per il colore del vino, oppure ha spinto la macerazione fino a quando non s ono diventate uguali? Non ne ho idea, ma calice e bottiglia paiono gemelli siamesi  . Nettamente mandarino, zenzero, noce e pepe a bicchiere fermo, proprio tantissimo pepe, dandogli un paio di giri, liquirizia, camomilla e il pepe diventa canfora... io la chiamo personalità  ! In bocca è leggero leggero e buonino buonino, ma non bisogna mica pensare che sia passato per un saluto   e basta, quell'acidità, saporita, speziata, piccante, non ha nessun

🍷 La Versa - OP Metodo Classico Brut Collezione 2007

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 100% Pinot Nero - 13% Dunque... questa è una di quelle bottiglie che mi fanno pensare. L'ho vista sotto il cartellino "offerta" in una delle mie enoteche storiche, ho guardato due volte per essere sicuro di aver letto bene "Collezione 2007" in etichetta, sotto, scritto a pennarello, "10 anni sui lieviti" e soprattutto il prezzo, ridicolmente basso. Visto che di bottiglie ne ho mille in cantina sono andato oltre, ma dopo 100 metri ho fatto marcia indietro e l'ho comprata. Tutto ciò in bilico fra i l pensiero di "al più è una fregatura da pochi euro" e la fiducia consolidata in anni sul luogo in cui l'ho trovata e chi lo gestisce. È venuto fuori che si tratta di Pinot Nero in purezza, senza che questo sia rivendicato in etichetta, presentata come un normale "Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG". Altra cosa che non capisco. Ora... non è una bottiglia di una complessità mostruosa tuttavia è una nitida

Michelangelo: Senso e valore della potenza espressiva - AIS Bologna (01/10/2018)

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La potenza espressiva dell'arte, la potenza espressiva dei vini, la potenza espressiva del narratore... quell'attimo in cui la voce sale appena di un tono, la parole accelerano e poi all'improvviso si fermano, lo sguardo cade su ogni persona ma in realtà le attraversa per formare immagini lontane che parlano di uomini, paesaggi, forme dei tempi passati. Viene naturale, è una cosa spontanea, succede nel momento in cui il racconto tocca un punto cruciale, o attinge all'emozione profonda, quando inconsciamente vuoi raggiungere davvero l'animo di chi ascolta, per meglio arrivare a condividere intimamente l'intensità dei tuoi stessi sentimenti. Per un attimo è come discutere soli con una controparte che esiste solo nella propria immaginazione, e invece hai cento persone davanti ignare di tutto. Serve per difendersi dall'emozione quando si parla di cose ben più grandi di noi, a cui si vuole un bene dell'anima, a cui sentiamo di appartenere.