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Visualizzazione dei post da agosto, 2016

Pieropan – Soave Classico Doc “Calvarino” 2006

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70% Garganega, 30% Trebbiano Soave - 12.5%  Nella carta ho notato un Calvarino 2006 di Pieropan, e non ho saputo resistere... il colore sfuma irrequieto quasi sull'oro, mentre i profumi hanno bisogno di non più di 3 secondi per capire che il tappo non li separa più dall'ossigeno, per poi scatenarsi in una rincorsa di salgemma, mare, zafferano, fortissimo polline, ostrica, conchiglia, cerfoglio, ginestra e origano pungente.  Ad un naso cos ì vivace, fa contrasto una bocca dalla struttura posata, scorrevole, un liquido freschissimo dal soffio tostato, su cui aleggia un ricamo di erbe aromatiche dolci che porta ad un finale balsamico di the alla menta, ghiacciato, con uno spruzzo di limone... integrità aromatica impressionante, per un vino dal sorso apparentemente leggero e beverino, dai soli 12.5% di alcol. Infine, con il contributo dell'aria e della temperatura, anche i profumi diventano tanto più sereni, ora dolci e bianchi di candide camp

Marco Buvoli – Metodo Classico Rosè "Sette" Extra Brut

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Guardando la bottiglia controluce prima di aprirla, mi ero accorto della presenza di sedimenti in sospensione. Anche se sono convinto che non sia stata una cosa voluta, alla fine non si tratta di nulla più di un leggero inconveniente estetico, a cui non ho dato la minima importanza... in fondo anche Movia, con i suoi "Puro", propone eccellenti spumanti non sboccati. Versato nel bicchiere é di un fascino immediato, arancio ramato guardandolo all'altezza degli occhi, dalla sfum atura carica di petalo di rosa inclinando il bicchiere ad indicare la lunga sosta sui lieviti che ne ha impreziosito il colore. La materia in sospensione rende più densa la tonalità, sul bordo del bicchiere c'é una sottile coroncina di bollicine, che conferma la sensazione di una carbonica sfumata, che ho avuto togliendo delicatamente il tappo. I profumi hanno bisogno di qualche minuto per diventare nitidi, forse su questo l'influenza dei lieviti ancora nello

Quel che resta di... Tenuta Dornach 21/08/2016

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Rubo una foto di Armin e la sovrappongo alla mia, scattata la mattina del giorno dopo, appena alzato, a poche ore dalla partenza per Bologna. Guardo la fila di bottiglie e vedo alcuni spazi vuoti, quelle che i miei compagni si sono portati a casa, per tanti motivi... un secondo assaggio, un parere da dare ad un amico, un vino che aveva colpito in modo particolare. Noto solo ora che manca anche l'Albana “MonteRè” 2011 di JP Babini, vuol dire che é proprio piaciuto e sono contento, per JP e in particolare per questo vino, che ho imparato ad amare. L'anno scorso avevamo organizzato una serata simile io, Armin e Daniele... quest'anno si sono uniti Patrick, il mio padrone di casa, e Luca, che si é fatto 320km andata e ritorno da Cortina per essere con Noi. Questa é passione, di quelle vere, di quelle che uniscono. Non è stata una degustazione tecnica, piuttosto voglia di condividere, di sentire insieme bottiglie tenute da parte per tanti

Abbazia di Novacella - Weinberg Dolomiten Igt Veltliner "Flavus" 2014

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100% Veltliner - 13.5% Sta a vedere che quest'anno riesco a farmi piacere un pò di Veltliner...a dire il vero quello della linea intermedia di Novacella mi è sempre piaciuto, molto più equilibrato del fratello maggiore "Praepositus". Questo però è una new entry, il nome è "Flavus", realizzato senza solfiti aggiunti. Forse per questo nel colore è di un bel giallo carico, con un naso netto di frutta secca, tostato, dolce di cera e dalla leggera sfumatura di erbe aromatiche. In bocca la frutta tropicale è netta di mango e ananas sciroppato, con una agile freschezza, più fruttata che agrumata, che termina in un finale dalla spiccata chiusura minerale. Bicchiere decisamente interessante, servito al calice nella Cantina dell'Abbazia.

Ale.p.a. - Terre del Volturno Bianco Igt "Casa di Campagna" 2013

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Falanghina (prevalenza), Fiano (minima parte) - 14% Una falanghina che ha il colore dell'oro antico, importante e opulento mentre si muove nel calice.  Il naso inizialmente mi inganna con una falsa ossidazione, sono reduce da 2 settimane di Alto Adige, fraintendere è comprensibile... In realtà è un sottile gioco di arancia amata e chinotto, poi arriva lo zucchero bruciato, la resina, il cappero, la dolcezza cremosa di un bignè appena sfornato, un fiore intenso che ha l'esotica bellezza della rosa gialla. Si dice che la Falangh ina abbia una freschezza sferzante, in questo bicchiere è un filo che fa da traino alla mordidezza e al calore dell'alcool. Rimane in secondo piano ma non si fa soggiogare, dice comunque la sua fino a condurre ad un finale piccante di mela Golden matura. Bottiglia con il calore del Sud, come il forte abbraccio da vero amico.  Regalo di Paola, con cui sono sempre in debito, ma il fresco verrà...

Alois Lageder – Südtirol Eisacktaler Müller Thurgau “Hauber Weingort” 2014

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100% Müller Thurgau – 12.5% È un “vino di Tiso ”, dal vigneto di Muller Thurgau del Maso Huber-Hof ad un'altezza superiore ai 900m, imbottigliato da Alois Lageder con tappo Stelvin. Colore appena accennato, la coltivazione in quota contiene l'esuberanza aromatica del Muller Thurgau lanciando in primo piano una mineralità rocciosa, il floreale dolce di mughetto e camomilla, il fruttato fresco di pompelmo e uva spina. Un soffio lieve di salvia riafferma il carattere del vitigno, in un calice che comunque h a bisogno di qualche minuto all'aria per esprimersi compiutamente. La vena aromatica, come ricordo d'uva Moscato, é quasi più evidente in bocca, dove diventa un sorso goloso, in parte dolce di caramella agli agrumi, pompelmo giallo e pesca tabacchiera, ma dal finale saporito di erbe aromatiche e rosmarino. Il bicchiere ormai vuoto profuma ora di tabacco e albicocca matura. Vendemmia 2014, a dimostrare ancora una volta che

H.Lun, Südtirol Blauburgunder Riserva "Sandbichler" 2013 – 13%

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100% Blauburgunder – 13% Conosco da tanto questa bottiglia, é da sempre un punto di riferimento per il rapporto qualità/prezzo dei Blauburgunder Riserva. H.Lun é stata una delle più vecchie cantine indipendenti dell'Alto Adige, da alcuni anni é stata acquisita dalla Cantina di Colterenzio, dove ora avviene la vinificazione, mantenendo però linee di prodotti indipendenti. Lo ricordavo un buon Pinot Nero, piuttosto marcato dal legno e per questo, seppur ben fatto, non proprio centrato sui miei gusti... di sicuro più da abbinare, che non da bere a se stante. Devo confessare che normalmente non lo avrei acquistato, se non fosse stata una delle poche bottiglie "decenti" nell'unico supermercato aperto domenica scorsa a Bressanone... della serie "sempre meglio che bere acqua". Alla fine, per una cena a base di formaggi me la sono aperta, e con soddisfazione mi sono trovato davanti ai grandi progressi fatti da Girlan, negli

Weingut Spitalerhof – Mitterberg Igt Sauvignon Blanc 2015

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100% Sauvignon Blanc 2015 – 14.5% La sfumatura verdolina é evidente, così come dello stesso colore sono i profumi erbacei, netti di menta dolce, ortica fresca, il fiore di sambuco é leggero, più evidente quello del pesco, con un accenno di frutta tropicale quali melone bianco e mango. Sorso dall'ingresso morbido, poi si distende in sentori balsamici di eucalipto, dando quasi una sensazione di aromaticità che riempie la bocca. Un'interpretazione del Sauvignon che denuncia maturità, voluminosa e allo stesso tem po gustosa, in cui mi piace la chiusura sapida, dagli aromi fruttati di nettarina bianca e mineralità da passaggio di fumo.

Weingut Spitalerhof – Mitterberg Igt Sylvaner “Sepp's alte Rebe” 2015 – 14%

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100% Sylvaner – 14% La bottiglia da cui mi aspettavo di più, e nel bicchiere si mostra concreta con una bellissima luminosità. I profumi invece sono molto delicati, dai ricordi vegetali dolci di felce, menta ed erba di montagna essiccata, sorretti e amplificati da un fruttato di pera matura e litchi. Sorso é saporito, salato, dal gusto di uva, pieno e polposo, riempie la bocca di una balsamicità di eucalipto, quasi burrosa. Mi ha dato l'impressione di essere un vino ancora molto giovane, probabilmente in una fase di chiusura, che ha bisogno di amalgamare le componenti, ma dal promettente futuro.

Weingut Spitalerhof – Mitterberg Igt Gewürztraminer 2015

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100% Gewürztraminer – 14% Amo tantissimo il Gewürztraminer... nei profumi non ha uguali e negli abbinamenti, per 1000 sbagliati che possa avere, ce ne sono alcuni in cui solo lui riesce davvero in maniera completa. La Valle Isarco è una bella zona per questo vitigno, dai suoi vigneti vengono alcune delle interpretazioni più equilibrate. Quello di Spitalerhof è molto giovane nel colore, il profumo è dolce di rosa e speziato di cannella, chiodi di garofano e pepe bianco, completato da una sfumatura erba cea estremamente fresca, quasi agrumata di cedro e lime. In bocca ha un ingresso condito e dall'impronta salina, in cui l'alcol, piacevolmente, non ha nessuna voglia di essere il protagonista. Negli aromi si conferma una dolcezza fruttata di pesca e floreale di tiglio che apporta volume senza andare a spostare un bell'equilibrio, sempre difficile da ottenere in un Gewürztraminer. Chiude lungo e saporito, lasciando come ultimo oma

Weingut Spitalerhof – Mitterberg Igt Grüner Veltliner 2015 – 14%

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100% Grüner Veltliner - 14% Delle 4 bottiglie prese il primo giorno, questa é la prima che apro, con atteggiamento difensivo, perché non ho mai avuto un gran rapporto con i Veltliner . Spesso ho incontrato vini piuttosto forzati al gusto, nell'impressione glicerica e nella sapidità, tanto da risultare slegati, con profumi che mancano di una caratteristica riconoscibile... con un'unica eccezione, i capolavori che ci regala Christian Kerschbaumer. L'atteggiamento difensivo è appunto quello di aprire, fra l e 4, la bottiglia da cui mi aspetto di meno. Il “convento”, cioè le dotazioni dell'appartamento, passano 2 calici da birra, non sono neanche così inadeguati per una degustazione, in vacanza ci si adatta ben volentieri. Colore bello... giallo pieno, con sfumature di gioventù, buona densità di materia colorante, c'è sicuramente stata una buona estrazione. Rimango subito affascinato dai primi profumi, muschiati, al limite dell

Chi buttiamo dalla rupe? Ne resterà soltanto uno...

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E il "Rocca di Bonaciara" se li mette tutti dietro un'altra volta... :D :D :D Da ormai qualche anno, a fine luglio, Michele organizza una grigliata nella campagna di Ospital Monacale, scherzandoci sopra dice che lo fa per riequilibrare il contenuto della sua cantina. Borgogna che entra, rossi italiani a cavallo degi anni 2000 che escono, in genere da vitigni internazionali, bottiglie che appena uscite hanno spopolato su tutte le guide. Ma prima di entrare nel cuore della serata, la bolla in giardino! Fra le due proposte scelgo l' Ambonnay Grand Cru 2002 di Marie Noelle Lendru , bottiglia che non avevo ancora sentito. Nell'aria tiepida della campagna ferrarese, il naso entra subito in sintonia con i ricordi di erba medica appena tagliata, con un profilo dolce di miele, bastone di zucchero e spezie orientali, sfumato su un sussurro di mallo di noce. I grandi Champagne si fanno subito notare per il loro contrasto, dai