Oldest... - Verticale Riserva il Poggio Castello di Monsanto (06/12/2017)

Avevo scelto di degustare il vino più vecchio della serata, un 🍷 Chianti Classico Riserva "Il Poggio" 1968. Mai avevo avuto prima l'occasione di assaggiare il frutto di una vendemmia così lontana nel tempo.


Alzandomi dal mio posto in prima fila, raccogliendo le idee per rompere il ghiaccio e iniziare il racconto, mi sono chiesto "Cosa mi devo aspettare da un vino che ha ormai quasi 50 anni?". La risposta non é poi così difficile rispondere, come minimo avrei voluto che il vino, ancora, "ci fosse"...

Osservando il calice, un indizio mi viene dal colore e dalla sua densità, che se anche nella sfumatura arancio-granato di anni sicuramente ne tradisce, in vivacità afferma di aver ancora parecchio da raccontare.

Avvicinando il naso ho la conferma che il vino c'è, eccome se c'è! E lo afferma nel modo che meno mi aspettavo, con l'intensità.

L'esordio é su toni fumé, di cenere, rabarbaro, respiri mentolati, per poi addolcirsi in cacao e frutta rossa candita. Facile collegarlo al ricordo di un tipico dolce della tradizione casalinga, il "Panone di Natale".

Di anni ne dimostra, che non sia un vino giovane é evidente, ma potrebbero essere 10, o 15, osando anche 20, invece siamo quasi al mezzo secolo di vita.

In bocca é ancora più fermo e presente, nel volume, nello spessore in cui si é ormai fuso il tannino, conferma i profumi e aggiunge come spina dorsale una vena minerale di grafite. Soprendente, come integrità e profondità...

Ancora sono stupito dei dati tecnici. Fermentazione spontanea, affinamento in botti di castagno da 30-35hl, è stato imbottigliato con appena 32mg/l di solforosa totale, numeri da far impallidire certe pretese di naturalità dei giorni nostri. Tutte le bottiglie sono state ricolmate e ritappate nel 1990.

Una bella storia quella del Castello di Monsanto, il sogno di un altro ragazzo nato in Piemonte, Fabrizio Bianchi, la stessa origine del loro "vicino di casa", Paolo de Marchi, meraviglioso artefice di Isole & Olena.

Ce l'ha raccontata Francesco Marini, responsabile marketing, con bellissime foto che ripercorrono la crescita dell'azienda e i primi vigneti, immagini ancora in bianco e nero di piante allevate su terreni che sono più sassi che suolo.

Una storia fatta di sperimentazione e innovazioni, ricerca della naturalità, errori e intuizioni, infine la grande lungimiranza nel costituire un archivio storico che ha ormai raggiunto le 150.000 bottiglie. Fabrizio lo ha fermamente voluto per fissare la memoria dell'azienda.

La nostra verticale é stata resa possibile proprio dall'esistenza di questa scatola del tempo, dove le bottiglie sono periodicamente controllate, ricolmate e ritappate ogni 20 anni. Oltre al 1968, procedendo mano a mano fino ai giorni nostri, 1977, 1980, 1995, 2007 e 2013.


Chiaramente, nonostante tutte le cure possibili, quando il tempo gioca una parte così importante, non si può pretendere una perfetta uniformità di espressione. Posso quindi solo riportare quello che i miei bicchieri, a loro volta, mi hanno raccontato.

🍷 Chianti Classico Riserva "Il Poggio" 1977: bottiglia sotterranea, austera, meno animata del 1968, più segnata dal tempo, incisa sui toni scuri, rispetto a tutte le altre una visione del Poggio in chiaroscurso, come attraverso una cortina di nebbia.

🍷 Chianti Classico Riserva "Il Poggio" 1980: lo splendore, la sfrontatezza di ostentare ancora tonalità rubino, così giovane nel frutto, in fragola e stupefacente anguria, altrettanto nell'anima, dallo sviluppo concentrato, profondo, gessoso. Sommando tutto, bottiglia del 💖 cuore nella serata .

🍷 Chianti Classico Riserva "Il Poggio" 1995: vino combattuto, contrastato, fra profumi dai tratti tostati, cioccolatosi, di torrefazione, che quasi si spingono alla polvere da sparo e un sorso commuovente, con intensità, calore, profondità, ma anche lancinante freschezza.

🍷 Chianti Classico Riserva "Il Poggio" 2007: rubino pieno ed esuberanza di spezie, pepe e canfora che a loro piacere lasciano spazio al frutto piccolo, rosso e croccante. Bocca irrequieta, intrisa di sensazioni prima tostate poi dolci e dall'irruenza minerale. Carattere, stoffa e puro fascino in questa bottiglia dall'irrisolta scompostezza. Sono le cose che amo nei vini...

🍷 Chianti Classico Riserva "Il Poggio" 2015: un inno alla gioventù, un proclama di un grande futuro. Ampio abbraccio a tutti i colori delle spezie, dalla vaniglia al pepe, vive di mineralità ferrosa ed ematica, ostenta il frutto in bacca e certamente agrumato. Sorso magnifico, ricco, con ancora le sensazioni giustamente distinte, magnifici spigoli che pretendono solo il contributo del tempo, per poi nel futuro irriderlo in una sfida di resistenza.


Ancora una bella serata e di nuovo con il Sangiovese, vitigno che ignorantemente ho trascurato per anni e che invece mi sta sorprendendo prendendo a schiaffi la mia presunzione. Vini in forma splendida, così come i degustatori, decisamente ispirati nel raccontare i calici. 




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