Centro del mondo... - il mio post Fornovo al Bersò (06/11/2017)
L'ho
sempre chiamato eremo, ma sta a vedere che alla fine non è così
lontano dal centro del mondo se in una sera di pioggia riesce a farmi
avere la mia "personale" Fornovo.
E
così, grazie a Matteo e ai ragazzi del Bersò, in una di quelle
osterie dall'atmosfera fuori dal tempo che probabilmente esistono
solo nella bassa fra Reggio e Parma, mi sono ritrovato allo stesso
tavolo di Eugenio Rosi, Carlo Venturini di Monte dall'Ora e Ottaviano
Pasquale di Praesidium.
Loro
reduci da due giorni intensi, passati a "Vini di Vignaioli"
in piedi dietro al banchetto sorvendo i loro vini, e nonostante
questo hanno comunque ancora voglia di raccontare, assaggiare,
scambiare una parola, confrontarsi.
Finalmente
seduti, si sono goduti insieme a me, Egy, Flavio e tanti altri
godendosi l'atmosfera rilassata di quella che non voleva essere una
cena, ma un buffet in cui ognuno si è potuto divertire a provare gli
accostamenti più strani... per poi scoprire che ovviamente
funzionano, perchè guidati dall'istinto e non dalla geometria.
Scopri
così che al 🍴 Crostino di pesto di cavallo con grani di
senape e capperi piace 🍷 l'Anisos 2014, una versione asciutta
e dal tannino importante, figlia di un'annata fredda e piovosa.
Struttura stretta e affilata, spavaldo in queste sensazioni, sarei
pronto a scommettere che sfiderà il futuro.
Siamo
in Emilia, è autunno inoltrato, il tempo umido, non può ovviamente
mancare un fumante 🍴 Cotechino tagliato direttamente in sala
per la gioia degli occhi e del naso, naturalmente a contorno un
abbondante purè.
Nel
calice ho causalmente il 🍷 Valpolicella Classico Superiore
Camporenzo 2014 di Carlo, di un finezza inattesa, frutto piccolo
rosso e croccante, in bocca condotto dalla freschezza senza
rinunciare ad una sottile mineralità di grafite... manco a dirlo,
quello che ci voleva per la morbida grassezza del piatto.
L'escalation
continua nel 🍷 Poiema, la risposta di Eugenio per affrancare
il Marzemino dall'immagine di vino semplice da bersi in annata. La
versione 2013, da Magnum, è rifinita, elegante, nei profumi
focalizza la ciliegia ben matura, il tannino afferma ancora
nitidamete la sua gioventù.
Infine
un capolavoro di Amarone, 🍷 Stropa 2008 di Monte dall'Ora,
sul collo della bottiglia il tralcio di salice che gli da il nome
utilizzato nella tradizione per legare le viti. Bellissimo, naso
sulfureo di pietra focaia, il sorso è una carezza leggera dagli
aromi di cioccolato al latte.
Non
saprei come definirla se non una serata quasi perfetta, come se non
fossimo in un'osteria ma fra le mura di casa, si stava serenamente
bene. Per arrivare alla perfezione assoluta fuori ci sarebbe voluta
la nebbia, quando è così fitta che il mondo sembra finire dove si
ferma la luce, e allora non ti viene più voglia di dover uscire.
Ho mangiato e bevuto da Dio, ma è
lunedì e sono anche stanco, ormai è ora di andare verso il letto...
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