Serata vini dello Jura - Onav Modena 20/10/2016
Ad
essere ospiti di Sergio si sta sempre bene e trovare una degustazione
interessante di vini dello Jura non è facile, quindi l'occasione,
appena vista, non me la sono fatta scappare.
Una
nuova sede, ma il solito ambiente informale in cui riesco proprio a
rilassarmi. La serata é stata condotta da Riccardo Lolli, un ragazzo
che per lavoro gira la Francia, nei suoi viaggi ha visitato i
produttori e scelto i vini.
Visto
i produttori che ha portato in degustazione, come Tissot e Labet,
bisogna proprio ammettere che ha buon gusto.
Per
la prima volta conduceva una serata di degustazione, visibilmente
emozionato, l'ha portata a casa con simpatia e raccontando cose
interessanti.
Sui
vini che abbiamo sentire posso dire che lo stile dei rossi dello Jura
lo trovo sempre molto gastronomico, con un tannino in filigrana, la
giusta spalla acida, quella mineralità ferrosa che mi chiama subito
un condimento di pomodoro, l'intrinseca leggerezza che li fa sposare
alla grande con la cucina di pesce.
Abbiamo
aperto con un Cremant, anche piuttosto buono, forse una delle
migliori bollicine francesi che ho sentito fuori dallo Champagne e
tolti i Vouvray.
Sui
bianchi, invece, ci siamo decisamente divertiti, con un esempio per
tutte le inconsuete tipologie che vengono prodotte in quella regione,
dalla vinificazione tradizione, alla “sous voile”, per finire con
uno Château Chalon e uno straordinario “Vin de Paille”.
Questo
l'elenco dei vini presentati:
Domaine
Tissot – Crémant de Jura non dosé – 84pt
Domaine
Tissot – Arbois Poulsard VV 2015 (in magnum) – 82/83pt
Domaine
de la Pinte - Arbois “La Capitaine” 2015 – 85pt
Domaine
de la Pinte - Arbois Pupillin “Melon à Queue Rouge” 2014 –
86/87pt
Domaine
Labet - Còtes de Jura “Cuvée de Hasard” 2011 – 87/88pt
Domaine
Tissot - Château
Chalon 2009 - 90pt
Domaine
Labet – Vin de Paille “La Paille Perdue” - 93pt
Alla
francese, sono stati serviti prima i rossi, ben freschi e poi i
bianchi... naturalmente la cosa ha funzionato più che bene.
Un
bravo naturalmente a Riccardo Lolli, che mi ha fatto ricordare la mia
“prima volta”, condotta con la nausa e un mal di stomaco
terrificante, non dovuti all'emozione che comunque era forte, ma al
Gulash che mi ero sparato il giorno.
Lo
avevo provato in abbinamento ai Blauburgunder che avrei poi dovevo
presentare... sembrano passati anni.
Domaine
Tissot – Crémant de Jura non dosé
100%
Chardonnay – 12.5%
Il
75% della cuvée viene elevato in legno, la sosta sui lieviti è di
almeno 52 mesi. Questo probabilmente spiega la bella densità di
colore, dalla luminosa sfumatura al limite del dorato.
La
bollicina è piccola piccola, i profumi dolci e tostati di crosta di
pane, crema pasticcera, speziatura di vaniglia, che nell'insieme
ricordano la fragranza del pandoro.
Il
sorso é rotondo, dalla carbonica lieve, nell'aroma conferma la
sensazione di tostatura, con un rinfrescante rivolo citrino di
sottofondo e un lieve calore.
Nel
finale burroso si riconosce l'apporto del legno, a bicchiere vuoto si
avverte un filo di ossidazione, tuttavua ben controllata.
Merita
84pt, bottiglia pagata 18 euro in cantina.
Domaine
Tissot – Arbois Poulsard VV 2015 (in magnum)
100%
Pulsard – 12.5%
Rosso
amaranto, con una leggera sfumatura mattonata sull'unghia e il centro
rubino, la densità di materia e la presenza di qualche corpuscolo in
sospensione affermano che si tratta di un vino non filtrato.
Curiosa
la frase in retro etichetta “Contient des sulfites naturels”.
Porta
al naso un ricordo di frutta macerata, velluto, una leggera
tostatura, polvere di ferro, fragola, un piccolo fiore scuro e
intenso.
C'é
forse anche un sospiro di volatile, che gli dona una freschezza
aranciata e lo rende un vino carnoso e boschivo, per i ricordi di
sottobosco, foglie secche e castagna.
La
bocca é gustosa, spessa, dal tannino levigato, sul finale si fa
notare l'alcol, che lascia un leggerissimo pizzicore sul fondo della
gola.
Vino
semplice e sincero, da merenda.
82/83pt
sono corretti per una magnum pagata appena 32 euro.
100%
Pinot Noir – 13.5%
Rosso
rubino dalla diffusa sfumatura porpora, ha profumi delicati, soffici,
ricchi di piccoli frutti scuri, mirtillo, mora, poi ecco che si fa
strada verso le narici, tanto attesa, anche una nitida violetta.
Offre
pure un rivolo erbaceo, della polpa del pomodoro, la fresca
speziatura della cannella, la prugna in maturazione, una sfumata
mineralità nera di grafite.
In
bocca é succoso, dal tannino sussurrato, un buon equilibrio,
gustoso, sapido e saporito. Ha un rotondità molto particolare, forse
gli viene da un alcol che gioca a nascondino con le altre componenti.
Chiude
in un finale salato, che mi piace.
A
dire il vero a me il Pinot Noir piace sempre, quando é così magro,
meglio così che certe caricature voluminose e surmature che ogni
tanto capita di sentire.
Forse
per questo ho segnato 84/85pt. 20 euro in cantina
Domaine
de la Pinte - Arbois “La Capitaine” 2015
60%
PN, 30% Poulsard, 10% Trousseau - 13.5%
Sono
state servite 2 bottiglie, la prima affetta da un leggero segno di
tappo che comunque non era così coprente, la descrizione é comunque
relativa alla seconda.
Rubino
pieno dall'evidente riflesso color amarena porta al naso una nitida
ciliegia matura, dolcezza di caramella alla malva, un leggero soffio
vegetale, un'impronta minerale decisa.
Il
sorso è vinoso, dinamico, vivo e pulsante, dagli aromi che
confermano l'amarena, un tannino maturo e filigranato.
Non
ha grande volume e anche per questo risulta ben lineare nello
sviluppo, senza che l'alcol si erga a protagonista. Bel vino, da
85pt.
L'unico
di cui non ho segnato il prezzo.
Domaine
de la Pinte - Arbois Pupillin “Melon à Queue Rouge” 2014
100%
Melon à Queue Rouge – 12.5%
Ci
hanno spiegato che il vitigno, tipico della zona dove comunque rimane
piuttosto raro, è un parente dello Chardonnay. Non essendo
riconosciuto dall'INAO come varietà separata, risulta proprio come
Chardonnay per ricadere disciplinare, mentre il nome del vitigno sia
usato come nome del vino.
A
me interessa poco, perché nel bicchiere lo trovo bellissimo, dai
lampi di luce colorati in giallo canarino. E tanto mi basta...
Naso
dall'agrumata dolcezza, ha ricordi di erbe aromatiche che si
sintonizzano nell'immagine del fieno essiccato, il floreale segue a
ruota dapprima sugli stessi toni, suadenti di camomilla, per poi
diventare ancor più candido, penetrante, intenso di mimosa, fino
sfiorare un'idea di aromaticità.
Non
ha una complessità spinta, ma cattura, è accogliente, ci trovo
anche sfumature più fresche di pesca e ginger.
In
bocca è particolare, entra salato e sviluppa un'acidità tirata,
regala aromi quasi terziari, per arrivare ad un finale che si
mantiene nervoso, pur con una punta di falsa dolcezza.
Decisamente
lungo, a bicchiere più caldo la mineralità diventa protagonista
anche nei profumi. Forse affascinato dall'essere così inconsueto,
nel notes ho scritto 86/87pt
In
cantina lo si paga 20 euro.
Domaine
Labet - Còtes de Jura “Cuvée de Hasard” 2011
100%
Chardonnay – 13.7%
Le
etichette dello Jura sono una vera giungla, nella principale c'é
scritto “Chardonnay de Voile”, nella retro “Vin de Voile de
Jura”... vabbé, facciamo a capirci, é uno Chardonnay da 30 mesi
sotto il “velo”.
Ha
una consistenza palese si nota già mentre viene versato, ma é anche
clamorosamente giallo paglierino intenso, senza nemmeno una traccia
di doratura.
Naso
potente, profondo di mallo di noce e marzapane, seguono foglia di
the, legno orientale, una balsamicità che apre le narici... ma
sotto, seguendolo bene, ha profumi delicatissimi e freschi di piccoli
fiori bianchi.
Il
sorso é freschissimo, elettrizzante, un'aromaticità di corteccia e
liquirizia, sussurrata senza essere invasiva.
Tornando
al naso é cambiato tanto, ora profuma di brodo di carne, pepe,
smalto, cioccolato galak. A bicchiere vuoto i ricordi ossidativi
spariscono completamente, lasciando speziatura e quella gioventù di
fiori e frutti che prima si intravedeva appena.
Particolare
e straordinario, ho scritto 87/88pt.
Costa
appena 22 euro in cantina.
Domaine
Tissot - Château
Chalon 2009
100%
Savagnin – 15%
Naturalmente
in bottiglia da 66cl, nel bicchiere é di un giallo intenso e denso,
quasi oleoso nella consistenza, dai profumi di miele grezzo, burro
fuso, pompelmo candito, un'ossidazione leggera che é più sulla
nocciola tostata che non il mallo di noce.
Seguono
rosmarino, timo, ricordi pepati e di mandorla caramellata che si
insinuano nei sensi, li catturano.
La
bocca ha un'intensità spiazzante, l'alcol riscalda in modo potente e
l'acidità prova a tenerlo a bada, ma fatica un bel po'... tuttavia,
come si fa a non amare una persistenza che sembra infinita?
Il
finale porta i ricordi di albicocca fresca e aromi da grandissimo Bas
Armagnac che poi virano su panettone e soffi fumé.
Impone
la sua eccellenza da 90pt, e allora i 55 euro in cantina sono quasi
un dettaglio.
Domaine
Labet – Vin de Paille “La Paille Perdue”
75%
Chardonnay, 25% Savagnin – 10.2%
5
mesi di appassimento sulla paglia come da tradizione, gli hanno
regalato un colore di ambra lucente con riflessi di rame antico.
Profuma
in modo disperatamente evidente di zafferano, ho ancora in mente il
piatto di Terry Giacomello all'Inkiostro, poi mela cotogna, acciaio
surriscaldato, ciliegia freschissima, ricordi salmastri e muffati,
ovviamente in modo “nobile”.
Sorso
divino, dolce ma sorretto da acidità sferzante, un vero succo,
speziato, caramellato, dal finale di fichi e datteri.
Ho
scritto sul notes 93pt.
I
30 euro in cantina per la bottiglietta da 375ml sono assolutamente
ben spesi.
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