René Collard - Champagne Carte d'Or 1976

100% Pinot Meunier - 12%

 
Non mi sono sbagliato, é proprio un 1976, con sboccatura, almeno teoricamente, del 2010 per un totale di 34 anni sui lieviti.
Confesso il timore di quando ho aperto la bottiglia e mi accingevo a versare lo Champagne nel bicchiere: di che colore sarebbe stato?
Ho tirato un sospiro di sollievo quando ho visto un colore miele, con appena qualche lampo di ambra, ma soprattutto la grande vitalità che lo faceva brillare di luce propria.
Bollicine a "punta di spillo", forse non abbondanti, ma con una persistenza senza tema di confronti.
L'ho lasciato riposare nella flûte per 15 minuti, per dare tempo ai profumi di liberarsi, e le bollicine erano ancora lì, inesorabili, in piccole catenelle a risalire fino alla superficie.
Uguali, immutabili anche dopo mezz'ora.
Naso all'inizio contratto, ma d'altronde é stato chiuso in bottiglia per più di 30 anni, principalmente di frutta secca, una leggera nota di ossidazione scomparsa dopo qualche minuto, pan brioche, mela gialla ammaccata, note casearie, un leggerissimo sottobosco e infine, quasi scontato, la craie.
Se l'aspetto mi ha colpito e al naso si é ben comportato, in bocca ha dato il meglio di sé.
Ingresso incisivo, fresco, anzi freschissimo con una carbonica viva che lo rende perfettamente equilibrato anche nell'impressione gustativa.
Le note “calde” date dai ritorni gusto-olfattivi di frutta secca sono bilanciate dalla rinfrescante acidità.
E poi lungo, lungo, lungo con la succosità del Meunier che rimane per decine di secondi.
E' incredibile come anche dopo 34 anni di evoluzione in bottiglia il marchio fruttato del vitigno sia ancora così evidente e riconoscibile.
Il punteggio “razionale” che mi viene in mente é 90, cercando di dare un giudizio il più possibile asettico, ma se penso alla storia che questa bottiglia ha dentro di sé, gli darei almeno un 110.
L'ho fatta arrivare dal Belgio, dopo averla trovata nel sito del “miglior Sommelier del Belgio 2007”, pagandola circa 80 Euro con IVA e trasporto compreso.
Devo essere onesto, con una bottiglia gemella aperta un paio di settimane or sono, la storia era andata meno bene rivelandosi uno Champagne ancora bevibile, ma sicuramente con i migliori anni della sua vita già spesi.
D'altronde, nel Metodo Classico, si dice sempre che ogni bottiglia ha una storia a sé stante e la cosa diventa sempre più vera mano a mano che passano gli anni.
In ogni caso, un'esperienza che valeva la pena di fare.

Commenti

Post popolari in questo blog

Androvandi – Colli Bolognesi Pignoletto Classico “Alto Vanto Bianco” 2015

🍷 Fallet-Prevostat - Champagne Non Dosé Avize Grand Cru n.m.

Armando Castagno e la Borgogna: Côte de Beaune - Pommard e Volnay 12/03/2018