Masterclass... - Modena Champagne Experience (09/10/2017)

Avevo scelto quella dei Blanc de Blancs e delle Cuvée Prestige perché sapevo benissimo che dopo una mattinata di assaggi, passata come un bambino lasciato solo in un negozio di caramelle, nel pomeriggio sarei stato "cotto".


Ero molto curioso di sentire dal vivo Luca Burei, ma é stato sostituito all'ultimo momento per un contrattempo da Monica Coluccia. Una degustazione molto ordinata, per certi versi didattica, senz'altro curata, tuttavia mi é mancata la lirica affascinante che anima le descrizione meno estreme della "99 Maison". Potendo scegliere, avrei preferito che la bilancia fosse più spostata da quella parte...

Con ancora maggior trepidazione mi sono avvicinato all'annunciato show di Luca Gardini... e show é stato! Una delle degustazioni più agitate a cui abbia mai partecipato, ero preparato ma fino ad un certo punto. Ci sono stati momenti anche molto interessanti, che potevano valere l'esposizione se ben sviluppati, come il confronto fra l'annata 1996 e la 2002.

In ogni caso, con batterie di Champagne come quelle proposte in degustazione, la soddisfazione non é mancata. In entrambe, una bottiglia ha svettato decisamente sulle altre, in quella dei Blanc de Blancs la lotta per il secondo posto é stata più articolata.

Alla fine, fra la rifinitura, la grazia, l'uso magistrale del dosaggio espressa nel 🍷 Brut BdB 2010 di Louis Roederer, il tuffo nel biancore abbagliante di gesso, la mineralità intrisa di agrumi 🍷 dell'Extra Brut Grand Cru Terroirs di Agrapart, ho scelto il 🍷 Terre de Vertus 1er Cru Non Dosé 2010 di Larmandier-Bernier.

Colore profondo, quasi dalle tonalità calde, delicato nei profumi, più verdi di pompelmo che non gialli di limone, bagnata di gesso, sale, anice e metallo. Il salto di qualità lo ha nell'attacco di bocca, intenso, in cui si sofferma un solo attimo su ricordi fragranti di frutta secca, per poi allargarsi in una freschezza mentolata e terminare infine ritornando a nocciole e anacardi.

Di questa intensità, che trova nella bollicina un po' sopra alle righe una complice alleanza, ho ancora uno fra i ricordi più definiti della giornata rimanendo comunque distante, nelle mie preferenze, al calice di Erick De Sousa che mi aveva già rapito ai banchi di assaggio.


La 🍷 Cuvée de Caudalies ha il colore della sabbia dorata, mille bellissime catenelle, un approccio al naso fatto di spezie, carnalità di brodo, senape dolce, legni orientali e un respiro di mallo di noce.

Sorso vinoso, con avvolgenza e pienezza Borgognona, la trama dolce-amara del miele di castagno, aromaticità di zucchero filato e marshmallow. A decine di secondi dalla bevuta, passando la lingua sulle labbra, erano ancora splendidamente salate.

Dal Grand Cru di Avize, annata 2006 per il 50%, il resto vini di riserva di 11 annate precedenti, un'opulenza stemperata dalla profondità e sostenuta da un substrato di freschezza sottile. Un BdB di grande forza e piena soddisfazione, un onore essere servito da Erick in persona.

Più semplice scegliere le prime due bottiglie nel lineup delle Cuvée Presite, nonostante l'agitazione che ne ha animato la degustazione.

Il fatto sorprendente é che fra loro non c'é l' 🍷 R.D. 2002 Extra Brut di Bollinger. Gli ho preferito senza incertezze il 🍷 Corne Bautray Extra Brut 2007 di Jacquesson, presentato in sala proprio da Jean-Hervè Chicquet, chissà cosa avrà pensato di tutto quello che gli succedeva intorno.

Una vera gioia per gli occhi, fatta di piccolissime e affollate bollicine, denso nei profumi con uno spessore dalla dolcezza cremosa. Cambia registro una volta avvicinato alle labbra, tantissima freschezza che accompagna ad un ricco finale di pompelmo, così intensa da essere asciugante. Affascinante questa asimmetria di sensazioni, una bella bottiglia.


Se il Corne Bautray ha staccato tutti gli altri, a sua volta vede molto da lontano l'indiscusso protagonista della batteria, il 🍷 Comme Autrefois Extra Brut di Francoise Bedel.

Tiraggio su buchon liege, naso jodato e allo stesso tempo burroso, serenità floreale di camomilla contrapposta a tostature e liquirizia. Sorso rotondo, speziato, dalla dolcezza piccante di miele, ha intensità, profondità, avvolgenza saporite di ginger e anice stellato. Complessità che toglie il fiato figlia di 132 mesi di sosta sui lieviti.




Peccato aver scelto di non assistere alla Masterclass di Francesco Falcone, ho ascoltato la registrazione dei suoi interventi e rispetto agli altri, sulla capacità di leggere e trasmettere gli Champagne durante la degustazione, non c'é stato confronto.

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