3 x 2 ovvero 3 annate e 2 diverse interpretazioni, di una grande maison e di un piccolo produttore
Degustazione
alla cieca, presso il Ristorante Canale Maestro di Reggio Emilia.
Non
sapevamo né annata né vitigno, le bottiglie sono state dichiarate
solo alla fine, le riporto in ordine di assaggio.
I
match
Duval-Leroy
– Femme de Champagne 2000
95%
Chardonnay, 5% Pinot Noir
Dosaggio
7 g/l
Giallo
pieno, intenso, la prima cosa che mi viene da pensare vedendolo é
che i vini della cuvée abbiano fatto legno.
Sicuramente
é Chardonnay.... e che Chardonnay !!!
Sentendone
i profumi ho finalmente avuto un'illuminazione su un aspetto che mi
avevano tante volte raccontato nei corsi sullo Champagne.
I
grandi Blanc de Blanc di Avize ricordano gli Chardonnay di Borgogna,
sono prima di tutto vini bianchi e poi Champagne.
Qui
é così evidente, che lo dichiaro sfacciatamente ai miei compagni di
degustazione.
Naso
di gesso, pietra focaia, speziato di vaniglia e frutta secca,
leggero, non invadente, che rende complesso senza stancare.
Dopo
diversi minuti, virerà sulla pesca bianca, che tanto si ritrova,
appunto, negli Chardonnay Borgognoni.
In
bocca é potente, bolla viva, lo sento perfettamente secco.
Di
nuovo prima vino e poi Champagne
Segno
90 punti di slanco, tutti uniti nel dire che siamo davanti ad
un'eccellenza.
Altro
commento che é girato a tavola "annata bella, ma non
bellissima..." come a dire che un cuvée così in annate
grandiose, chissà dove può arrivare.
Se
la serata inizia così...
R&L Legras – Saint Vincent
Grand Cru 2000
100%
Chardonnay
Dosaggio
4 g/l
Questo
che sia Chardonnay non c'é proprio un infinitesimo di dubbio, da
come si presenta, così verdolino.
Proprio
verdolino, non con riflessi verdolini...
Non
ho praticamente bolle nel bicchiere, sono stupito.
Lo
faccio notare al mio compagno che ha procurato i vini e mi conferma
che il tappo dimostrava un'elasticità perfetta.
Naso
quasi solo minerale, bianco, affilatissimo, un pò semplice.
Ma
viene dopo un gran bicchiere, penso che magari sia quello che me lo
fa vedere in tono minore.
In
bocca ha una carbonica molto leggera, si sente appena, lo trovo
verde, immaturo.
Mi
pare appena dosato, poi scoprirò di sbagliarmi, lo é meno del
precedente.
Di
sicuro é uno Champagne mutilato, gli manca qualcosa, un mio campagno
suggerisce un sentore di pasta cruda non lievitata nei profumi.
Mi
fermo a 86 punti.
In
questo caso il piccolo produttore, cede alla grande maison.
I
2 contendenti del primo match hanno accompagnato con simpatia un
antipasto di "Bocconcini di Bufala di Paestum con selezione di
acciughe del Mar Cantabrico e peperoni Piquillo".
II
match
Veuve Clicquot - Brut Vintage
2002
58% Pinot Noir, 11% Pinot Meunier,
31% Chardonnay
Ha una bella luce, che si tinge di
riflessi beige, punto subito sulla presenza di uve a bacca nera nella
cuvée.
Profumi metallici, ferrori, che
ricordano la frutta rossa.
Al gusto ha una bolla minuta,
avvolgente, ben integrata.
Trasmette una sensazione di
rotondità, quasi di dolcezza.
Nel complesso é composto,
equilibrato, un gusto da pasticcieria, ma non lunghissimo.
Annoto solo 84 punti, con giudizio
unanime dei miei compagni.
Champagne troppo "stanco"
per essere figlio di un'annata straordinaria.
Pascal Mazet - Brut millésime
2002 1er cru
33% Pinot Noir, 33% Pinot Meunier,
33% Chardonnay
Dosaggio 6 g/l
Mi pare abbia una sfumatura appena
rosina.
Si mostra con un profumo appena
dolce, che ricorda lo zucchero filato e la frutta rossa matura.
Allo stesso tempo estremamente fine
ed elegante.
Al gusto ha una bollicina appena
pungente, che non mi dispiace affatto, perché gli conferisce
vivacità.
Trasmette un gusto di frutta secca,
rotondo, che identifico con una presenza importante di Pinot Meunier.
Ma nonostante questo, proprio per il
gioco della bolla un filo sopra alle righe, diventa estremamente
piacevole.
E più passa il tempo e più mi
piace, con questo suo apparente calore che si stempera in una
sapidità infinita.
Ho scritto 87, ma poi ho cancellato
e messo 88.
Il mio collega, che ha acquistato lo
Champagne, mi ha detto di averlo trovato in offerta al supermercato
Conad "Le Vele", per l'astronomica cifra di 35 Euro.
Subito ordinata una cassa...
Pascal Mazet ha la cantina a
Chigny-les-Roses, produce 50000 bottiglie all'anno, con remuage
manuale e dégorgement à la volée: chapeau!
Grande Maison presa a schiaffi dal
piccolo produttore: giudizio unanime, Vedova decisamente sottotono.
Gli
Champagne hanno accompagnato un divino piatto di "Ravioli
neri ripieni di broccoli su guazzetto di calamari"
III match
Pol Roger - Sir Winston Churchill
1999 Brut Grand Cru
75% Pinot Noir, 25% Chardonnay (si
suppone)
Dosaggio 10.5 g/l
Sfumatura dorata, bolla finissima.
Naso minerale, quasi con ricordi
marini, speziato di vaniglia e zucchero candito, mela caramellata.
Poi evolve, tira fuori sentori quasi
affumicati, non riesco a togliermi dalla testa il ricordo di un
grande Whisky Torbato.
Metto il naso dentro al bicchiere e
l'immagine si focalizza.
Frutta secca, cacao amaro,
liquerizia, tostatura, ostriche e fumo.
Uno spettacolo, una potenza.
Finalmente la forza del Pinot Noir,
dopo i precedenti macth, a base di Chardonnay e i 3 vitigni, era
un'attesa annunciata.
In bocca la potenza si amplifica, si
espande, coinvolge tutte le sensazioni.
Ti attanaglia la gola di aromi, che
sembrano non volersene più andare.
E Io li trattengo ben volentieri.
Sui volti dei miei compagni compare
un'impressione da "ci siamo"
Scrivo con convinzione: 94 punti.
Alfred Gratien - Brut millesimé
1999
63% Chardonnay, 20% Pinot Meunier,
17% Pinot Noir
Dosaggio 8 g/l
Ultimo Champagne della serata, si
trova suo malgrado a venir degustato dopo il "Sir Winston
Churchill".
Parte battuto, con la prospettiva di
essere umiliato... ma non sarà così!
Nel bicchiere ha un bel colore
dorato, simile al suo avversario, anche se poi scopriremo della
grande diversità degli uvaggi.
Profumi fini, estremamente eleganti,
con una mineralità quasi altrettanto potente ma diversa.
Ricorda la pietra focaia, forse
questo doveva farmi pensare allo Chardonnay, i sassi bianchi scaldati
dal sole.
Un vicolo ciottoloso in mezzo agli
alberi, in riva al mare, salmastro.
In bocca é appagante, sfodera
eleganza, finezza, una bollicina elettrica che ne esalata la
freschezza con piccole e piacevoli punture.
Davvero questa freschezza mi
colpisce, é uno Champagne ancora estremamante giovane, nonostante i
14 anni passati.
Tornando ai profumi, si é fatta
strada una bellissima frutta croccante, che lo completa e lo
impreziosisce.
Il voto ha ballato appena sopra
all'asticella dei 90 punti, ho pensato anche ad un 92, ma poi ho
corretto a 90.
Nel suo macth, perde con grandissima
classe ed onore delle armi.
Armato di fioretto, ha tenuto testa
alla sciabolla di un ussaro.
Dopo aver scoperto le bottiglie,
veniamo a conoscenza che il vino base viene fermentato in botti di
quercia, da cui il colore.
Non svolge la malolattica, con la
conseguente grande freschezza.
Sosta sui lievito con tappo di
sughero, segno che il produttore, a questo Champagne ci crede... e ha
avuto ragione.
Il mio "filetto di baccalà al
forno con purè di patate e verdure croccanti" é stato ben
contento di essere annaffiato da questi 2 calici.
Epilogo
Non é mica finita qui, perché é
saltata fuori per il dessert un demi-sec o meglio sec-demi come lo
chiama Del Bono di Casa Caterina.
Pinot Nero 2001, sboccatura 2013,
con bottiglia colorata a mano.
Avevo
i sensi ormai stanchi ed avere davanti un goloso "semifreddo
di biscotti al burro con salsa di fragole" non ha certo aiutato
la concentrazione.
Ricordo
che di aver
pensato che a profumi e aromi, anche con l'estro e la creatività di
Del Bono, non ce la possiamo proprio fare contro allo Champagne.
Messi
poi uno a fianco agli altri, quello che potrebbe anche essere una
bella bottiglia, non dico che arrivi a scomparire, ma quasi.
Su
certi aspetti, però, questa Spumante
mi ha colpito.
Per
prima la qualità della
bollicina, davvero di alto livello, bella cremosa.
Poi,
la cosa più sorprendente, sull'equilibrio.
Uno
spumante ben fatto, non sembrava neanche dolce, piacevole nella
semplicità delle sue sensazioni.
Non
ho dato voto, mi é piaciuto ricordare quanto di buono ho trovato nel
bicchiere e basta.
Grande
serata, grande compagnia, un grazie ai miei compagni di degustazione
per avermi accolto.
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