La Valtellina – Racconto Monografico di Francesco Falcone (ONAV Parma 28/03/2018)
Secondo Francesco ci vogliono almeno 15 vini per definire completamente la fragilità del Nebbiolo di Valtellina. Una natura che gli viene dall'ambiente in cui l'uva cresce, così precario, su terreni conquistati all'assurda pendenza della montagna, vigneti che si slanciano verso un cielo azzurro di luce.
Ci vuole amore o nessuna altra scelta possibile per decidere di produrre vini in quei luoghi, lavorare duramente la terra e farsi pagare una miseria i suoi frutti. Bisogna allora essere sognatori... per fortuna in valle ne sono rimasti ancora tanti.
Che vino è il Nebbiolo di Valtellina? Il suolo è magro, acido fin quasi ad intossicare le piante togliendogli nutrimento, dona poca materia ma tanta grazia, c'è un riflesso nei profumi e nel sapore del clima asciutto, spazzato dal vento, intriso di roccia.
Nasce già su toni maturi, il tannino lieve non ha bisogno del tempo per addomesticarsi, non c'è quasi colore nemmeno in annate torride, esprime austerità ma con sprazzi di luce primaverile, mineralità sempre un passo avanti rispetto ad una freschezza dal sapore comunque dolce.
Non si nega nemmeno la resistenza al tempo, figlia di un castello di sensazione così leggere che non possono essere schiantate dal proprio peso, il rischio che invece corrono ben altri Nebbiolo, potenti, alcolici, densi di tannino da giovani, dove appena qualcosa si muove, trascina in rovina il resto. In Valtellina invece tutto si ferma, quasi cristallizzato negli anni, come i muretti a secco che sostengono quei pochi fazzoletti di terra fissi nel paesaggio ormai da secoli.
Non sono certamente pochi 15 assaggi, ma nemmeno il numero giusto per poter ostentare certezza su un vino dalla storia così lontana.
Potrei trascrivere le sensazioni di ognuno attingendo agli appunti, a cominciare dal Metodo Classico di Aldo Rainoldi, bellissimo nel colore ramato, certamente semplice, ma decisamente ben più rifinito di come me lo ricordavo, un piacevole soffio di agrumi dai toni salini.
Faccio ancora molta fatica a distinguere le sfumature fra Sassella, Inferno, Maroggia, ma la cavo decisamente meglio con la magrezza minerale della Valgella, più in generale posso dire che queste espressioni del Nebbiolo mi piacciono molto.
Senza alzare troppo la voce potrei azzardare “anche ben più di quello di Langa”, intendendo che sicuramente questo vino sottile e profondo è certamente più vicino ai miei gusti, per come accarezza invece di imporsi, per come sussurra invece di alzare il tono, per come tocca il profondo dell'anima invece di incidere i sensi.
Ora come non mai può essere il momento in cui la tenacia di questi vignaioli venga finalmente premiata, un po' per il clima che gioca a sfavore di altre zone, un po' perché tante persone hanno cominciano a ricercare la leggerezza nel bicchiere.
Non hanno sfigurato nemmeno gli Sforzati, prodotto comunque piuttosto marginale nella Valle, voluto dall'uomo come ribellione alla natura, in cui la maggiore densità non riesce comunque a soffocare l'essenza che il luogo trasmette alle uve.
Vino della serata un Nuits Saint George nato sul lato sbagliato delle Alpi e 400km più a Est, sotto forma del 🍷 Valtellina Superiore Le Prudenze 2009 di Alberto Marsetti, da uve interamente del Grumello senza tuttavia rivendicare la sottozona per via di una raccolta più tardiva del solito.
Completamente in sfumatura granato, profuma intensamente di chinotto e scorza di cedro, parte salatissimo per poi concedersi una pennellata di liquirizia unita ad un piccolo frutto nero e maturo. Bocca dall'attacco dolce con un accenno di cioccolato, in sottofondo una sensazione salmastra che accompagna il tannino presente, ma vellutato. Sorso di grandissima grazia e pienezza allo stesso tempo, al naso diventerà ancora più gentile, sfiorando il ricordo di pesca sciroppata e violetta appassita.
Per non lasciarlo solo in questo racconto scelgo anche il 🍷 Valtellina Superiore Sassella Grisone 2014 di Alfio Mozzi che non smentisce la mia annata del cuore. Colore dalla luce meravigliosa e un naso incantevole, balsamico, con un frutto freschissimo che focalizza la ciliegia matura, nitida e sorprendente speziatura di pasta di mandorle, un'intensa violetta ancora bagnata dalla rugiada del mattino, terra rossa scaldata dal sole.
Sorso cesellato, ad un esordio appena rotondo oppone uno sviluppo leggero, quell'attimo di trasparenza che riflette la stagione fredda, piccante nel finale dal frutto che si spinge su colori più caldi. Tannino graduale e un bellissimo allungo, finale di incenso, che sarà l'ultimo profumato saluto dal bicchiere ormai vuoto.
Di seguiti i vini assaggiati, raggruppati da Francesco nel relativo tema. Personalmente, non ne avrei scartato nemmeno uno, piccoli gioielli dalle montagne più belle d'Italia.
📖 BOLLICINE ALPINE
🍷 Aldo Rainoldi - Metodo Classico Rosé 2012 (sb. 2018)
📖 LA VERVE DEL ROSSO DI VALTELLINA
🍷 Dirupi - Rosso di Valtellina “Olé!” 2016
📖 DUE IPOTESI OPPOSTE DI VALTELLINA SUPERIORE
🍷 Boffalora - Valtellina Superiore “Pietrisco” 2015
🍷 Alberto Marsetti - Valtellina Superiore “Le Prudenze” 2009
📖 DALLA GRAZIA ALL’INFERNO
🍷 Barbacàn - Valtellina Superiore Valgella “Söl” 2015
🍷 Giorgio Giannatti - Valtellina Superiore Grumello 2007
🍷 Aldo Rainoldi - Valtellina Superiore Riserva Inferno 2000
📖 VARIAZIONI SUL TEMA DELLA SASSELLA
🍷 Coop. Agr. Triasso e Sassella - Valtellina Superiore Sassella “Sassi Solivi” 2015
🍷 Terrazzi Alti - Valtellina Superiore “Terrazzi Alti” 2015
🍷 Alfio Mozzi - Valtellina Superiore Sassella “Grisone” 2014
🍷 Walter Menegola - Valtellina Superiore Sassella “Rupestre” 2012
🍷 Ar.Pe.Pe. - Valtellina Superiore Sassella “Rocce Rosse” 2007
📖 I MIGLIORI TRE SFORZATO DI VALTELLINA
🍷 Mamate Prevostini - Sforzato di Valtellina “Albareda” 2013
🍷 La Perla Marco Triacca - Sforzato di Valtellina “Quattro Soli” 2011
🍷 Sandro Fay - Sforzato di Valtellina “Ronco del Picchio” 2005
Grazie a Francesco, per la conduzione della serata, e ai ragazzi e ragazze dell'ONAV per averlo organizzato e aver gestito un servizio così impegnativo. Con loro, si sta sempre bene.
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