Bordeaux: una bussola – Le degustazioni di Enoluogo (11/04/2018)


Bordeaux è per me un mondo quasi sconosciuto. Sono ripartito dalle parole di Alessandro Masnaghetti a Reggio Emilia... “per trovare bottiglie che davvero tolgono il fiato, bisogna salire molto in alto con i prezzi”. Diversamente, quello che più spesso si incontra è la grande maestria applicata alla vinificazione, estrema precisione, senza tuttavia raggiungere il vero slancio.


Sono sempre più convinto di come le degustazioni vadano scelte sulla base di due criteri: il relatore o il livello degli assaggi proposti. Non sempre si riesce a coniugare entrambe queste necessità, ma almeno una delle due deve essere del giusto livello.

In questa sono andato sulla fiducia, prenotando con largo anticipo ancora senza sapere quali sarebbero stati i vini. Anche con la curiosità di ascoltare una voce nuova, ancora meglio se con un diverso approccio alla degustazione, quella di Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del Bere, al secondo anno del lungo percorso di studio per arrivare al titolo di Master of Wine.

Nella piccola sala di Enoluogo, sede della Redazione e punto d’incontro di Civiltà del Bere, abbiamo trovato il nostro tavolo già predisposto con i calici dei 7 vini che da lì a poco avremmo assaggiato. Davanti a noi una tovaglietta con i nomi delle etichette, a fianco una casellina vuota in cui associarne la posizione.


Alessandro ci ha chiesto di degustare alla cieca, sottolineando per ogni bicchiere i 3 descrittori principali, tattilità e quantità dei tannini, un solo aggettivo a definire, nel complesso, la personalità dell'assaggio. Secondo Lui, concentrandosi solo sugli aspetti essenziali del vino e sommando il contributo di tutti, alla fine il carattere che lo specifico terroir imprime nel bicchiere, deve necessariamente emergere.

Non saprei dire come sia andata, a livello personale, come ho premesso, di Bordeaux ho ancora una conoscenza superficiale e di poche bevute, nel complesso non mi pare che Alessandro sia rimasto particolarmente soddisfatto della sua “classe”.

Magari si aspettava conoscitori più profondi del territorio e forse, prima a dopo la degustazione, avrebbe potuto spendere qualche parola di più su quello che avremmo dovuto trovare e ciò che invece ci hanno trasmesso le specifiche zone. Una degustazione con un approccio un po' troppo vicino allo stile da Master of Wine, più adatto a persone che hanno una bella storia di assaggi alle spalle.

Devo però riconoscere che il metodo, come idea, mi è sembrato valido, se non altro da riprovare con vini e terroir che conosco meglio. Soprattutto, e aggiungo finalmente, si è accesa in me la scintilla per i vini di Bordeaux. Alla fine è la sola cosa che conta, sono stai proprio 7 magnifici assaggi.

A conferma di quello che aveva detto il Masna, quando il livello si alza, allora davvero si possono avere dal calice le stesse soddisfazioni che i grandi Borgogna possono offrire. Chiaramente la luce del vino è completamente diversa, più scura che non rossa, sia nel frutto che nell'espressione minerale, anche la speziatura cambia dello stesso colore, la tattilità in bocca è completamente su un altro registro.

Tuttavia l'allungo non teme certo confronti, la vibrazione nervosa della freschezza di un grande Pinot Noir può essere altrettanto resa dalla tessitura setosa di un tannino così magistralmente rifinito. Bevute agli antipodi, ma in grado di rimanere impresse nella memoria con uguale forza.

Complice il “gioco” a indovinelli che abbiamo tentato, non ho avuto modo di catturare con precisione i dettagli di ogni assaggio.

Ricordo però ancora bene l'affascinante diversità del calice #6, così salmastro, letteralmente piccante, mentolato, con in sottofondo un piccolo frutto maturo e la dolcezza del cioccolato al latte. In bocca un tannino importante ma saporito, deciso e graduale nell'affermarsi, finale salato con un'impressione di ferma raffinatezza. Mio favorito e non solo, il vino che ha ricevuto più preferenze, era il 🍷 Vieux Chateau Certan 2012 di Pomerol, purtroppo anche la bottiglia più costosa, realizzata con l'87% di Merlot, completato dal 14% di Cabernet Sauvignon e 1% di Cabernet Franc.

Ecco, adesso finisce che mi piace pure il Merlot...

Nella graduatoria avevo messo appena dietro il calice #7 per la sua freschezza di frutto, sotto forma di ciliegia croccante, sanguinella di fine stagione, la particolarissima florealità inconsuetamente gialla, i ricordi quasi ferrosi, tannino lieve capace di accarezzare con gentilezza il palato. Magari non così complesso e profondo, ma con una dinamica ineguagliata nella serata.

E accidenti di nuovo un Merlot... in prevalenza per l'84%, dello 🍷 Chateau Pavie Macquin 2012 Grand Cru Classé di Saint-Èmilion. Assemblaggio che comprende il 14% di Cabernet Sauvignon e 2% di Cabernet Franc, per un vino a cui indubbiamente il regime biodinamico ha regalato così tanta energia, come spesso accade.

Prezzo più ragionevole, lo avevo già sentito con il Masna, ma non con la stessa soddisfazione, forse ora capisco anche il perché… aveva tanto bisogno di fare l'amore con l'aria. All'Enoluogo ha avuto tutto il tempo che gli serviva, a Reggio invece avevo solo potuto notare come, minuto dopo minuto, si fosse così rasserenato.

Spendo due parole anche per il calice #5, delicato, dal frutto piccolo, nero e dolce. Un sorso aperto su un tannino importante, capace di indurre tensione, ma anche scatto e una vitalità che mi è piaciuta da subito. Si è mostrato come lo 🍷 Chateau Phélan-Ségur 2015 da Saint-Estèphe, bottiglia più giovane della serata, l'unico di un'annata diversa dalla 2012.

Anche i 4 assaggi venuti prima sono stati magnifici, ricchi di personalità, di piena soddisfazione, come tutta la serata, anche solo per la compagnia, che non poteva essere migliore. Una bella gita a Milano, in 3 giorni la grande Borgogna e il grande Bordeaux, con la stessa amica e vicina di banco, peccato la pioggia, ma sono dettagli.


🍷 Chateau Haut-Bailly 2012 – Cru Classé de Graves, Péssac-Leognan 
🍷 Chateau Brane-Cantenac 2012 – 2e Grand Cru Classé, Margaux

🍷 Chateau Leoville-Barton 2012 - 2e Grand Cru Classé, Saint-Julien

🍷 Chateau Pichon Longueville Baron 2012 – 2e Grand Cru Classé, Pauillac

🍷 Chateau Phélan-Ségur 2015 - Saint-Estèphe

🍷 Vieux Chateau Certan 2012 – Grand Vin du Pomerol

🍷 Chateau Pavie Macquin 2012 – 1er Grand Cru Classé, Saint-Èmilion



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