Clos des Lambrays e i grandi Cru di Borgogna - Camillo Favaro ONAV Bologna (28/03/2016)
Con
l'Onav si sta bene, poche storie, non ci sono certe paranoie che
spesso trovo "a casa mia", chiedendo con cortesia puoi
entrare posare le tue case scegliendoti il posto, girare con
discrezione in sala scattando qualche foto, nessuno che faccia il
cerbero.
Una
serata dedicata alla degustazione, una festa per la presentazione
dell'ultimo libro di Cammillo e Giampaolo Gravina, ogni vino
accompagnato da un piccolo racconto.
Toccante
la parte su Bonneau du Martray... il cui vecchio conduttore, decine
di anni or sono, vedendo la terra nei vigneti ormai esanime, decise
già allora di abbracciare una visione diversa di agricoltura fino ad
arrivare alla certificazione Demeter negli anni 90.
Proprio
all'inizio del 2017 una questione ereditaria lo ha costretto a cedere
l'azienda, c'é solo da sperare che la nuova proprietà, gli
americani di Screaming Eagle, rispettino quanto hanno trovato e
continuino la tradizione di questi spendidi bianchi nella collina di
Corton.
Mentre
Camillo ripercorreva le tappe dei suoi 12 anni di amore per quelle
terre, cadenzata dall'uscita di 3 libri, mi è venuta in mente la
prima volta che l'ho sentito parlare. Era il 2013 a Sassuolo, sempre
con Onav, una serata dedicata, ovviamente, ai bianchi di Borgogna.
Non
lo conoscevo, durante la presentazione colsi solo che era un
produttore di Erbaluce, ricordo nitidamente che trovai il suo modello
di degustazione molto vicino al mio, con parecchi punti di contatto
con la didattica AIS. Ci siamo poi ritrovati in un'altra serata sulla
Borgogna "rossa" a Carpi e infine in quest'ultima occasione
a Bologna.
Cresciuto
tantissimo nella lettura dei vini, davvero in grande forma,
probabilmente ispirato dal poter finalmente presentare il suo ultimo
lavoro, visibilmente felice nell'animo e nell'esposizione. Gli rubo
una frase di quelle da portare per sempre con se... "Chassagne è
roccia, Puligny è fiori".
Ad
aiutarlo nel rilanciare gli argomenti che mano a mano si presentavano
l'amico Filippo Marchi, altra persona del mondo che ho imparato a
conoscere e stimare. Una serata come questa non poteva avere una
conduzione migliore e affiatata.
Sei
calici veramente belli, alcuni indiscutibili, altri magari più in
controversi, poi è normale che a questo livello, siano anche il
gusto e l'esperienza personale a spostare le preferenze.
Sarà
che il primo vino spesso rimane nella memoria più di altri, tuttavia
nello 🍷 Chassagne-Montrachet 1er Cru "En Remilly"
2015 di Bruno Colin ho trovato un'energia molto rispondente al suo
terroir. Così come il 🍷 Volnay 1er Cru "Fremiet"
2015 del Marquis d'Angerville, seppur dai toni maturi nel colore e
nei profumi, mi é piaciuto comunque parecchio per gradualità
tattile e ancor di più nella splendida evoluzione all'aria.
Volendo
spaccare il capello mi é sembrato in questo momento appena
trattenuto il 🍷 Meursault 1er Cru "Perrières" 2014
del Domaine Michelot. Tuttavia dolcezza, agrumi, roccia e florealità
abbagliante ci sono già tutti, ha solo bisogno di qualche anno in
bottiglia, per superare una leggera difficoltà nel rapporto con
l'ossigeno.
Riconosco
invece la mia esagerazione nel ritenere lo 🍷
Chapelle-Chambertin Grand Cru 2014 di Trapet Père & Fils come
"un filo troppo lavorato". Forse un'impressione derivata
dalla notevole completezza ostentata già ora nel bicchiere, con un
piccolo frutto rosso dall'intensità speziata e il sorso
profondamente minerale e ferroso. Più semplicemente non ha nulla
fuori posto, paga appena in purezza a bicchiere vuoto.
Ho
lasciato per ultimi i due fuoriclasse della serata, volendo anche
annunciati, ma confermare le attese a questi livelli per poi
superarle non è poco, anche in un Grand Cru di Borgogna.
Non
riporto qui i punteggi, che a volte segno per esercizio mentale, ma
il 🍷 Clos de Lambrays 2015 dell'omonimo domaine, ha strappato
uno dei numeri più alti che abbia mai scritto, lasciandomi quasi
senza fiato per la meraviglia. Vino bellissimo, che unisce la purezza
del frutto un tocco glaciale, magistrale nella profondità aromatica
e di sensazioni tattile, pieno senza avere eccessi, scorre setoso su
aromi di incenso e arancio. Bevute che rimangono impresse.
Appena
sotto, ma concedo a lui il commento finale per la storia commuovente
e come omaggio al mio animo decisamente bianchista, il 🍷
Corton-Charlemagne 2014 di Bonneau du Martray. Ho subito ritrovato
quella magnifica vibrazione gustativa dell'annata 2013, unita ad una
delicatezza aromatica dai mille colori, un'anima salata e minerale
che termina in ricordi di camomilla e tisana. Letteralmente un gioco
di luci e ombre, ci si abbandona volentieri a cercarne i particolari,
ben sapendo che alla fine qualcosa dovrà sfuggire.
Infine
la lista dei vini assaggiati, le descrizioni sono al solito a parte
per i curiosi, è stata una grande serata di uomini, vini e reciproca
passione:
🍷
Bruno
Colin - Chassagne-Montrachet 1er Cru "En Remilly" 2015
🍷
Domaine
Michelot - Meursault 1er Cru "Perrières" 2014
🍷
Bonneau
du Martray- Corton-Charlemagne Grand Cru 2014
🍷
Marquis
d'Angerville - Volnay 1er Cru "Fremiet" 2015
🍷
Trapet
Père & Fils - Chapelle-Chambertin Grand Cru 2014
🍷
Domiane
de Lambrays - Clos de Lambrays Grand Cru 2015
Giusto
ringraziare anche Davide, ineguagliabile nel mettere in piedi
appuntamenti come questi, i ragazzi del servizio con la loro
disponibilità, e naturalmente i miei "vicini di banco" in
prima fila. Elisa, compagna di tante degustazioni Carpigiane, e i due
super tecnici, ma prima ancora grandi appassionati di quel mondo che
è anche la loro vita,Gabriele Valentini e Gianluca Allegro, un onore
essere seduti al loro fianco.
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