Domaine Thierry Puzelat - Touraine AOC "La Tesnière" 2004

70% Menu Pineau, 30% Chenin Blanc – 13%


L'avevo sentito alcuni anni or sono, quando scoperta un'enoteca a Bologna con un buon assortimento di vini bio-dinamici, avevo provato a capire qualcosa di questo modo di fare il vino allora semi-sconosciuto.

E devo dire che, sopratutto a quei tempi, cercare di fare l'auto-didatta fu un grosso errore: molta spesa e poca soddisfazione.

Arrivai alla semplicistica conclusione che la bandiera della bio-dinamica era una scusa per giustificare i difetti di un vino.

Adesso ho capito che non é così, o almeno non lo é per molti, sopratutto per i produttori francesi che da anni seguono questa filosofia senza farne troppa pubblicità (vedi DRC).

La qualità deve comunque essere la prima cosa poi, se per fare il vino bene si usa meno chimica, tanto meglio.

Non ricordo quasi nulla del primo assaggio del "La Tesnière", quindi riparto da zero.

La presenza di sedimento é visibile fin dalla bottiglia e in effetti, nel bicchiere, il vino ha una velatura evidente.

Il colore é più verso l'ambra che non oro antico, ma é attraversato da quelli che sembrano, se non sono miraggi, dei riflessi verdi.

La tonalità non viene dagli 8 anni passati dalla vendemmia, molto probabilmente é "nato" così, perché sicuramente il produttore ha usato una lunga macerazione sulle bucce e il vino non é filtrato.

La consistenza é impressionante, ha i colori da passito ma nel bicchiere si muove anche come un passito, compatto, pesante e lento: mi domando quanto estratto abbia.

I profumi, dopo averlo lasciato adeguatamente respirare, sono decisamente "dolci".

Vi si trova lo speziato del miele di castagno, la foglia di the e la vaniglia, ma anche frutta gialla in confettura, se non disidratata, come albicocca, banana e mango.

Poi c'é un sottofondo non dolce, quasi amaro e pungente, che fà pensare alla liquerizia e il pepe bianco.

Per ultimo, arriva un accenno terziario di smalto e vernice.

In bocca entra con una bella acidità, forse c'é anche un filo di volatile, ma quasi subito arriva l'alcol a riscaldare il cavo orale e a riportare equilibrio.

Una discreta sapidità completa il quadro gustativo del vino che infine si distente in un'impressione agrumata di una buona lunghezza.

E poi c'é quello che non ti aspetteresti in un bianco, ma che dovresti invece aspettarti in un vino fatto in questo modo: i tannini.

Se si "ascoltano" bene i propri sensi, si capisce che sono proprio loro i responsabili di quel senso di asciutto che rimane in bocca.

E' un vino "da masticare", non un campione di eleganza, ma sicuramente di impatto e comunque, dopo tanti anni, ancora giovane.

Nel complesso l'ho apprezzato e potrebbe meritarsi 85 punti, ma volendo essere onesto, non é la tipologia di vino che vorrei bere tutti i giorni.

Insomma, non é il mio genere.

L'ho comprato nello stesso negozio in cui l'avevo acquistato anni fà per 19.5 Euro, la stessa cifra che pagai allora.

Nel frattempo, il negozio stesso, ha orientato la sua offerta di vini verso prodotti un pò meno estremi.

Il "La Tesnière" é inserito nella lista dei vini "AAA" di Velier.


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