Rossese di Dolceacqua - Ristorante "Il 25" a Carpi
Al
Rossese ero legato, già prima di questa serata, da un sacco di
motivi diversi... un nome che incanta, la domanda all'esame da
Sommelier, la posizione e le vigne.
Sopratutto
le vigne... dopo aver visto le prime foto non ho potuto fare a meno
di pensare che se, qualcuno si ostina a coltivare questi posti dalle
pendenze assurde, su terrazze rubate alle pareti delle montagne, per
ricavarne un rosso che poi non si trova da nessuna parte d'Italia,
allora sta letteralmente custodendo un tesoro.
Prima
di questa degustazione solo qualche frettoloso assaggio l'anno scorso
al Vinessum di Andrea e Tiziano, servito solo per far crescere ancora
di più il desiderio.
Quando
ho saputo di questa serata, al 25 di Carpi, in cui si mangia bene in
un'atmosfera accogliente e familiare, non ci ho messo più di 5
secondi ad iscrivermi.
Il
Falco definisce il Rossese come "la Macondo dell'enologia
italiana", un luogo dimenticato, in cui il tempo si é fermato,
e continua una storia che é solo sua e di quelli che ci abitano.
Questo
un brano degli appunti del Falco, molto vero "Osservatori
e operatori che per decenni hanno preferito concentrarsi sui marchi e
non sulle identità. Sui punteggi e non sulle particolarità. Sul
volume e non sulle minuzie. In questo senso mi piace ciò che dice
Andrea
Marchetti:
per molto tempo ci siamo burocratizzati, enologicamente parlando.”
Con
il Falco c'era, Filippo Rondelli produttore di Terre Bianche, ma
anche "cartografo" della zona del Rossese.
Ci
ha mostrato come di queste valli intagliate nell'entroterra ligure
sia stata fatta, indietro nei secoli, una mappatura dei vigneti che
non ha nulla da invidiare a quella di Borgogna.
Abbiamo
un tesoro, quello che potenzialmente é un rosso di livello mondiale,
proprio qui in Italia, e quasi nessuno lo sa, così come, anche chi
lo ha almeno sentito nominare, non si immaginerebbe che dietro a
questo vino scarico di colore ci possa essere tanta intensità,
struttura e potenziale di invecchiamento.
Adesso
qualche passo in avanti lo ho fatto, grazie al Falco, a Filippo e ai
produttori che hanno reso disponibili i vini della serata.
La
serata é cominciata in giardino, sorseggiando nell'attesa un calice
di Montepulciano di Abruzzo 1995 di Valentini, maturo e caldo.
Sempre
in giardino, sboccatura à la volée di una bolla in anteprima di
Silvio Piona, 60 mesi sui lieviti di Corvina, Garganega e Trebbiano,
dai profumi dolci, floreali, una bella carbonica, ma dal gusto ancora
da rifinire.
Poi
si é iniziato, cominciando da 2 bianchi che sono serviti per
arrivare a definire il terroir del Rossese, che i profumi dal bianco
li ha proprio nel dna, e infine giù a rotta di collo per queste
valli baciate dal sole, che guardano il mare...
Terra
Bianche – Riviera Ligure di Ponente 2014
Agrumi
e polvere da sparo, limone e anice, appena vegetale, semplice.
In
bocca é spesso, glicerico, ma con allungo acidulo, tagliente, un
filo di carbonica residua.
Sapore
di menta e ghiacciolo al limone, poco impegnativo. 82 punti
Terra
Bianche – Arcagna Bianco Pigato 2014
Luminoso,
al limite del dorato.
Naso
di frutta tropicale, vanigliato, burro e mandorla. Inizio di
idrocarburi, resina e verbena.
Ha
spessore e lunghezza, aromi di ardesia bagnata, grande eleganza,
molto bello, il mio genere di bianco. 87 punti
Terra
Bianche – Rossese di Dolceacqua 2014
Amaranto
luminoso e trasparente, ricorda il colore del ghiacciolo all'amarena.
Frutto
freschissimo e piccolo, floreale nitido e delicato, lampone dolce e
maturo. Vegetale elegante, nel complesso grande finezza.
Sfumature
olfattive da bianco, pesca matura tagliata con zucchero e limone.
Sapido,
equilibrato, con tannino fermo e deciso, sorprendente in un vino con
un colore simile, ancora immaturo.
Chiude
con sfumatura amaricante. 83 punti
Kà
Manciné – Rossese di Dolceacqua Beragna 2014
Porpora
e rubino mischiati insieme.
Terroso,
sottobosco, muschiato, un vegetale aromatico.
In
bocca ha forza alcolica, rimane coerente su toni di foglia essiccata
e torbati, tannini importanti, si devono smussare.
Guadagna
tantissimo con il contatto con l'aria, é geranio elegante a
bicchiere vuoto. 86 punti
Giovanna
Maccario – Rossese di Dolceacqua Superiore Curli 2013
Bottiglia
ancora non in commercio, il Falco racconta che Giovanna gli aveva
detto di non farla sentire, il suo commento é stato "io non ho
paura di quelli grossi, figurati di una donna minuta come Giovanna".
Secondo
me il Falco rischia grosso, ma intanto noi ci godiamo questa vera e
propria gioia per gli occhi, luminosa nel bicchiere come un
ghiacciolo all'arancio.
Profuma
di garofano, resina, spezie, pepe nero, poi... chinotto, con la
stessa vena agrumata-terrosa del Pinot Noir.
Al
primo sorso é appena amaricante, ovviamente Giovanna aveva le sue
ragioni, ma dopo alcuni attimi c'é un guizzo di frutto rosso, si
sente la pienezza, ma deve completare l'eveluzione, l'aroma fatica
ancora ad emergere.
La
sensazione di una grande bottiglia, per ora 85 punti
Nino
Testalonga – Dolceacqua 2013
Fuori
programma, non compare nella lista orginale, ha un aspetto che stacca
per maggior massa colorante rispetto al precedente, anche per la
presenza di particelle in sospensione.
Profuma
di tabacco biondo, miele amaro, fiori e arancio gialli, potrebbe
essere scambiato per un bianco in una degustazione a bicchiere nero.
Bocca
cesellata, ematica e ferrosa, dal tannino perfetto, in chiusura
lunghissima dolce-salata. Comincia l'estasi.
Vino
incredibile, 89 punti
Terre
Bianche – Rossese di Dolcacqua Bricco Arcagna 2013
Anche
questo gioca fra porpora e rubino, sempre dalla luce accattivante.
Ha
profumi smaltati, di gomma bruciata, minerali sulfurei, con in mezzo
bellissimi lampi fruttati, di mirtillo croccante. Strano e
affascinante, in quel rimbalzare fra sensazioni forti e sensazioni
suadenti, pugno e carezza.
Al
gusto continua sulla stesso registro, in modo scioccante, appena
sbavato, ma con evidente grandezza, la scontrosità dei grandi.
Quando
avrà smorzato gli spigoli, quando si sarà amalgamato, spaccherà il
mondo, ora ha un finale appena diluito, ma intensamente minerale. 87
punti
Tenuta
Anfosso – Rossese di Dolceacqua Superiore Poggio Pini 2012
Rubino
appena velato.
Naso
caldo, di arancia rossa e caramella zuccherosa alla fragola, crostata
di frutta, polveroso di caffé, terreno di corteccia essiccata,
carnoso di carruba.
Notevole
in speziatura e aromaticità, resinosa di macchia mediterranea.
Il
sorso ha un alcol potente, morbido, gusto della ciliegia sotto
spirito, tannino é importante ma maturo.
Vino
di volume, cede in eleganza, con finale che riscalda la bocca. 86
punti
Kà
Manciné – Rossese di Dolceacqua Galae 2010
Rubino
con sfumature amaranto.
Ha
profumi di frutta in gelatina, fragola fresca, viola mammola,
decisamente salato, appena erbaceo.
Entra
di impatto, seppur con buona freschezza, non accompagna a lungo. 83
punti.
Giovanna
Maccario – Rossese di Dolceacqua Posaù 2010
Rubino
vivace, dal bordo appena amaranto, é finissimo e fresco nei profumi,
di chinotto e mirtillo in maturazione, siliceo e marino, ricorda
cespugli di mirto e incenso, un naso liturgico.
Leggera
tostatura, quasi un passaggio di fumo, riposa i sensi con acqua di
rose e succo di melograno.
In
bocca ha un attacco dolce, poi si espande e acquista in freschezza
fino a raggiungere l'armonia e l'equilibrio.
Ha
aromaticità di frutta matura e lunghezza corretta, anche questo é
da attendere, di sicuro avvenire. 88 punti
Tenuta
Anfosso – Rossese di Dolceacqua Vigneto Luvaira 2007
Naso
da "panone", un dolce Natalizio di Bologna, che ha fra gli
ingredienti principali la frutta candita e il cioccolato, contornato
di spezie dolci, cannella e pomodoro maturo.
Con
l'aria il frutto diventa ancor più fresco, tendendo all'agrume e al
ferroso.
Bocca
quasi dolce, potente, in equilibrio nonostante l'alcol vigoroso, ha
aromaticità di prugna sciroppata, lunghissimo e tremendamente buono.
Da
90 punti, e crescerà
Giovanna
Maccario – Rossese di Dolceacqua Superiore Vigneto Luvaira 2001
Granato,
con orlo aranciato, spazia fra le piccole bacche nere matura e una
frutta rossa potente, poi anguria, vellutato, erba aromatica in
espressione di felce e menta.
Il
sorso é divino, riscaldato dall'alcol ma non dominato, ha un aroma
croccante di sottobosco, morbidezza, gusto di arancia, sentori di
terra rossa scaldata dal sole.
Piaciuto
un sacco, avercene. 92 punti
Terre
Bianche – Rossese di Dolceacqua Bricco Arcagna 1996
Aranciato
ricco di materia in sospensione, si presenta nel bicchiere con
ricordi terrosi, di cioccolato dolce, frutta sotto spirito, pan di
spagna, mela caramellata, castagna, un spettro olfattivo rotondo.
In
bocca rimane un velo di freschezza, in tannino disintegrato, appena
un soffio di alcol, aromi di frutta rossa essiccata.
Chiude
evoluto, in ricordo di nobiltà, ma il tempo lo ha compromesso.
Nessun
voto, non avrebbe senso
Tenuta
Giuncheo, Arnaldo Biamonti - Rossese di Dolceacqua Pian del Vescovo
1986
Arancianto,
il fondo della bottiglia contiene molto deposito, lo scrivo solo come
una constatazione personalmente, non l'ho mai considerato un
problema.
Il
fondo é l'anima del vino diventata solida.
Naso
austero, di ciliegia sotto spirito, funghi secchi, terra umida,
ciambella al cioccolato, elegante, sublimato, dalla mineralità
carboniosa.
In
bocca é una suadenza di frutta in gelatina, dolce ed equilibrato, ha
un aroma di arancio amaro e tamarindo, quasi una bibita nella sua
leggerezza.
Finale
puro, senza alcuna oscillazione, sarà la miglior bottiglia della
serata.
Un
possibile confronto porterebbe necessariamente in Borgogna, ho
segnato 94 punti e ho quasi pianto.
Mondino
Cane – Rossese di Dolceacqua Arcagna 1985
Con
ancora nella testa il bicchiere precedente, questo é più chiaro nel
colore, la sfumatura dei bordi ancora fissata sul granato.
Cioccolatoso,
ha il profumo della campagna bagnata dalla pioggia, balsamico di
eucalipto, pane grigliato appena tolto dal forno.
Il
primo sorso é un pò sfrangiato, inizia di frutto poi non si
completa, e chiude in sfumatura di alcol.
Ma
sono anche 30 anni, scrivo un 87 punti, di stima per l'età
veneranda.
Mondino
Cane – Rossese di Dolceacqua Superiore Vigneti d'Arcagna 1978
Rubino...
sì é proprio rubino nel centro seppur con bordo aranciato,
chiarissimo e tuttavia vivo.
Naso
delicato, di frutta rossa fresca, fragola e ribes, miele, erba di
montagna essiccata, arancio e cedro candito.
In
bocca ha una straordinaria freschezza da vendere, un tannino ancora
arrabbiato, ematico, dal gusto di amarena appena matura, chiude
asciugante, si ferma appena sotto al Giuncheo 1986.
93
punti
Antonio
Perrino "Testalonga" – Rossese di Dolceacqua (Arcagna)
1973
Bottiglia
mai uscita in commercio, solo per il consumo personale, anche bassa
di collo, ma se il Falco decide di servirla, gli concedo volentieri
il beneficio del dubbio... avrà avuto i suoi buoni motivi.
Aranciato
chiarissimo, ha perso molto del colore, ora in forma di detriti.
Ha
un filo di ossidazione, ma molto lieve, poi si dispiega di frutti di
bosco, mora e lampone, in parte sotto spirito, carbonella e alloro,
funghi secchi, verdura scottata.
Salato
e dolce allo stesso tempo, conserva una freschezza straordinaria,
lunghissimo, potrebbe passare per Pinot Noir, di nobile e vetusta
eleganza, ma comunque vivo e scalpitante.
Incredibile,
da 92 punti, ha 42 anni, e doveva solo allietare la tavola di un
vignoiolo.
Seguono
2 vini, dello stesso millesimo del Falco, il 1976, per festeggiare il
suo compleanno, un base della Cantina Produttori di Barbaresco,
salmastro e marino, ma in debito di integrità, e un Benedict
Loosen-Erben Auslese che ho avuto modo di sentire 3 volte negli
ultimi mesi.
Quest'ultima
una discreta bottiglia, né ho sentita una migliore e una peggiore,
ma non posso fare a meno di pensare, che quel vino trasparente e poco
coloranto, che nessuno conosce e su cui non scommetteresti un soldo,
se li é lasciati tutti e 2 ben alle spalle, loro molto più
titolati.
Nel
mezzo i piatti di Pier Vanzolini, il Trancio di Spigola con patate
saltate e polvere di pomodoro é da ribaltarsi per terre, la torta di
compleanno del falco servita ormai a mezzanotte... ne ho continuato a
cercare il sapore per tutto il viaggio di ritorno all'eremo.
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