Bianchi del Rodano (Onav Bologna, 02/07/2019)
Un
paesaggio lunare, arido, riarso dal sole, bianco e grigio
abbaglianti, questo raccontano le immagini dei terrazzamenti del
Rodano. Muretti dalle geometrie sinuose ad assecondare i ripidi
pendii, appena quei 2 o 3 filari di viti, foglie ostentatamente verdi
come risaltano come unica concessione alla vegetazione.
Regione
poco conosciuta già per i rossi, là dove lo Syrah raggiunge punte
di eleganza inattese, a maggior ragione nei bianchi, di fatto quello
che potrebbe essere una domanda all'esame da sommelier per dar
soddisfazione al candidato o rendergli manifesta quanto sia debole la
sua preparazione.
Originale
dedicare una degustazione proprio a questi vini, personalmente ne
avevo assaggiati davvero pochissimi, un'occasione speciale per
illuminare un angolo buio. Serata iniziata in un'atmosfera un po'
surreale per ovvi motivi, ma nel complesso trascorsa tra contenuti e
vini per cui è valsa la pena spostarsi fino a Bologna.
Accompagnati
dalle parole e dalle immagini del Presidente Intini, il calore e
l'asprezza di quel mondo di roccia lo abbiamo ritrovato nei calici.
Bottiglie scelte fra i produttori che hanno fatto la storia dei
luoghi e rendere così un'idea ben precisa, mostrando Viognier,
Marsanne e Roussanne nella loro forma più pura.
Intensamente
profumati, tesi al limite di un'evidente vena aromatica, spettro
olfattivo anche vasto, ma associato al medesimo registro di maturità,
dolcezza, sinuosità, totale assenza di spigoli. Un orizzonte di
frutta tropicale, fiori di un bianco che ferisce la vista, spezie
suadenti dal fascino orientale, pasticceria calda e fragrante.
Riflettono
un'anima ben più meridionale di quanto in assoluto la latitudine non
stabilisca, e se pensando al territorio Francese si tratta
inequivocabilmente di “Sud”, in realtà sono allineati a molte
zone della viticoltura settentrionale del nostro paese. Ho ritrovato
molti tratti comuni con i bianchi dell'Alto Adige, pensando ai luoghi
dove più di ogni altri la luce si somma al calore.
La
morbidezza è il filo conduttore che ricama anche le sensazioni di
bocca, notevole la forza alcolica, in qualche caso al limite del
piccante, un sorso avvolgente, solo timida la freschezza a supporto
di una mineralità che nelle migliori espressioni arriva a redimere
tutta le altre sensazioni suadenti.
Viognier
protagonista della maggior parte delle degustazioni, ma non l'unico,
a fargli compagnia anche un paio di bottiglie quasi a maggioranza
Marsanne e un solitario Roussane, con un saldo di altri vitigni. É
stato difficile coglierne le differenze, ha sicuramente parlato con
voce più forte il terroir che non il vitigno.
Magari
quale riflesso della stagione più fresca, forse anche l'aiuto di uve
raccolte in anticipo di maturazione, insieme hanno fatto del Condrieu
"Vieilles Vignes de Jacques Vernay” 2016 il vino della serata.
Corpo più snello e maggior dinamica, profumi e aromi spostati su
registri più freschi senza rinunciare ai ricordi affumicati e di
roccia, nel complesso un gran bel sorso, con personalità e
carattere.
Gli
metto a fianco l'Hermitage Blanc “ex voto” 2013 di Guigal, che
nonostante la sensazione di pienezza, la bocca che inevitabilmente
esprime calore, riesce a concentrare una mineralità che ne allunga
la pressione sul gusto. L'aveva preceduta un naso sublime, ricco,
dolce di spezia e nel frutto.
Assaggio
più spiazzante quello del St. Peray “Fleur de Crussol” 2013 di
Alain Voge, a cominciare dalla denominazione, ma soprattutto per il
colore, giallo ipnotico e opalescente. Strano nei profumi, metallici,
pungenti, yogurtosi, ma a poco a poco sono gli agrumi che emergono,
all'assaggio si stacca dagli altri anche in uno svolgimento tannico,
amaricante, mentolato e fumé. L'originalità ha senz'altro il suo
fascino.
Di
seguito la lista dei vini proposti in degustazione, nell'ordine in
cui sono stati serviti. Una descrizione più completa, è accanto
alle relative foto.
🍷
Domaine Gerin - Collines
Rhodaniennes Viognier “La Champine” 2017
🍇
100% Viognier
🍷
Domaine Gerin - Condrieu “La Loye”
2017
🍇
100% Viognier
🍷
E. Guigal - Condrieu “La Doriane”
2017
🍇
100% Viognier
🍷
Stephane Ogier - Condrieu "Vieilles
Vignes de Jacques Vernay” 2016
🍇
100% Viognier
🍷
Alain Voge - St. Peray “Fleur de
Crussol” 2013
🍇
95% Marsanne, 5% Roussanne
🍷
E. Guigal - Hermitage Blanc “ex
voto” 2013
🍇
90% Marsanne, 10% Roussanne
🍷
Vignobles A. & L. Brunel -
Chateauneuf du Pape Blanc “Les Cailloux” 2015
🍇
80% Roussanne, 20% Grenache Blanc
🍷 Domaine Gerin - Collines
Rhodaniennes Viognier “La Champine” 2017
🍇
100% Viognier
Il
primo contatto è emblematico per come si dipanerà la serata, la
dolcezza dei profumi si offre in cocco, miele, cedro candito, burro,
fiore di sambuco e mango. Il sorso riprende da subito gli stessi
concetti per poi avviarsi ad un finale calcareo con un pizzico di
tonalità amaricante e una netta sensazione fumé, che alla rotazione
si svelerà evidente anche al naso. Persistenza non straordinaria,
vino comunque corretto e ben fatto.
🍷
Domaine Gerin - Condrieu “La Loye”
2017
🍇
100% Viognier
Denominazione
di appena 200ha, solo su graniti chiari, su cui insistono appena 201
produttori. Coltivazione esclusivamente a Viognier che visto il suo
orientamento aromatico, ama il clima fresco, senza esagerare.
Discorso a parte per la denominazione storica di Château-Grillet,
risalente al '700, un monopole tutto a se stante.
Alla
profonda dolcezza mellita del precedente contrappone un profilo assai
più affumicato, c'è persino qualcosa di più verde, seppure rimanga
inalterata la definizione in mandorla sgusciata, confetto e melone
bianco. All'assaggio la sequenza si inverte, per un attimo è
mineralità seguita da una vibrazione in freschezza, infine il
concetto di frutto maturo riprende le redini, senza tuttavia negare
all'insieme maggior vitalità e apertura, dall'alto dei suoi 15% di
alcol.
🍷
E. Guigal - Condrieu “La Doriane”
2017
🍇
100% Viognier
Realizzato
con le uve delle 5 migliori zona di Condrieu con rese da 39 hl/ha,
appena 20000 bottiglie, vede solo legno nuovo nel suo percorso di
affinamento.
Più
chiaro dei precedenti e dalla notevole spinta mentolata, resinosa,
prima che si affermi la sensazione aromatica, con mughetto, litchi,
calcare, mentre la rotazione lascia emergere gessosità, pepe e
incenso. Bella la bocca che ha un inizio piccante, poi si
ammorbidisce e il calore infine emerge, accompagnando ad un finale di
frutta tropicale, dalla sensazione resinosa del tabacco e i toni
amaricanti della liquirizia. Qui con la persistenza ci siamo.
🍷
Stephane Ogier - Condrieu "Vieilles
Vignes de Jacques Vernay” 2016
🍇
100% Viognier
Sul
manto dorato compare con stupore una sottile sfumatura verdolina che
i profumi confermano in un maggior equilibrio, fra il frutto
tropicale, l'erba aromatica, i vapori di fumo, su cui si fanno
strada, distinguendosi, un fortissimo rosmarino e la macchia
mediterranea. Bella la nota di talco, così come fiori gialli appena
sbocciati. La tensione della nota minerale lo proietta alle soglie di
un sapore metallico, l'agrume è in giusta maturazione senza
azzardarsi ad andare oltre, sono pompelmo, sia giallo che rosa, con
di nuovo la ginestra ad accompagnarne il finale. Finalmente un sorso
snello, scattante, una progressione dinamica, l'ultimo saluto
aromatico porta ancora agrumi, iris e alloro. Vino della serata,
ammetto che sia anche una questione di gusto.
🍷
Alain Voge - St. Peray “Fleur de
Crussol” 2013
🍇
95% Marsanne, 5% Roussanne
Altra
sorpresa allo sguardo, un'opalescenza solare si manifesta nel calice
e subito anche il naso trova qualcosa di nuovo, strano e particolare,
metallico, intenso di anice e canfora, yogurtoso, ma sotto, piano
piano, l'agrume lotta per emergere e infine ci riesce, avvolto in
soffi d'incenso. Un racconto che trova perfetta coerenza una volta
portato alle labbra, per lo spessore tannico, l'aroma amaricante,
stacco deciso rispetto a quanto sentito finora. La chiusura è tutta
su pastiglia alla menta, lunghissima, in un filo conduttore liturgico
affumicato di cera e foglia d'ulivo. Una bevuta che vive di un
equilibrio sottile, ancestrale e moderno in perfetta sovrapposizione,
vero tarlo, non capisco se e dove andrà, indubbiamente ne ho subito
il fascino.
🍷
E. Guigal - Hermitage Blanc “ex
voto” 2013
🍇
90% Marsanne, 10% Roussanne
Grande
profondità di colore, dorato dai riflessi oleosi spinti fino al
topazio. Un orizzonte di profumi che abbraccia sale, iodio, sabbia
rovente ed elicriso, forma l'immagine del mare al tramonto.
All'insieme si aggiunge un frutto magnifico, dolce, giallo e maturo,
solarità di campi di grano, dopo qualche minuto un tocco di ardesia.
In bocca ha volume, densità, un gusto tropicale e speziato
amplificato dal calore dell'alcol che nonostante tutto non riesce a
negargli una distensione profonda. Assaggio d'intensità, comunque di
netta eccellenza, personalmente gli sono lontano.
🍷
Vignobles A. & L. Brunel -
Chateauneuf du Pape Blanc “Les Cailloux” 2015
🍇
80% Roussanne, 20% Grenache Blanc
Il
Roussanne tende a colorarsi di rosso quando è prossimo alla
maturazione, e quella sfumatura nel calice io l'ho trovata, fosse
anche figlia della suggestione. In naso è salmastro, spuma che si
infrange sulla scogliera sotto il calore del sole, tutta la dolcezza
speziata dei croccanti di miele e nocciole, lo zucchero bruciato,
cera d'api, infine la pietra focaia. Sorso decisamente piccante,
irrequieto, riccamente speziato, resinoso, ma anche contratto,
sebbene ricco di sapore, salato, capace di profumare il palato di
crema e albicocca. Il suo fascino viene da non essersi ancora
completamente risolto, io spero rimanga sempre così, piccolo
diamante grezzo.
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