🍷 Sebastian Stocker – VdT Bianco Weibliche Blüte 2014
🍇
100%
Weiss Terlaner – 12%
Che
cosa hanno in comune queste due bottiglie? Non certo colore e
vitigno, perché il primo è un Pinot Noir di Borgogna e il secondo
un originale Weiss Terlaner dell'Alto Adige. Li distanzia sicuramente
il prezzo, con euro in tripla cifra per il borgognone che scendono a
poco più di una decina per l'altro.
Magari
la fama del loro autore, con la dovuta scala, potrebbe essere
considerata prossima, Henri Frédéric Roch pioniere della
biodinamica, attuale co-reggente del Domaine de la Romanée-Conti
oltre a gestire il suo domaine personale, mentre il secondo, essendo
un 2014, è tutt'ora frutto del meticoloso lavoro di Sebastian
Stocker, colui che ha traghettato l'Alto Adige dal medioevo fino alla
viticoltura moderna e qualitativa di oggi.
Ma
non è questo il punto di contatto... mentre lo assaggiavo stavo
proprio pensando che è il valore assunto dato al “millerandage”,
l'acinellatura, l'aborto floreale, il vero denominatore comune.
Il
Domaine Prieure Roch rivendica il nome in etichetta Clos des Corvées
1er Cru solo per il vino prodotto dai grappoli in cui capita tale
avversità, quale unica veritiera espressione di quello specifico
climat a Nuits-Saint-Georges.
Il
Weiss Terlaner, varietà ancestrale, ha invece solo fiori femminili,
quindi necessità di un intervento esterno per completare la
fecondazione che spesso rimane pertanto incompleta, con acini
piccoli
e senza semi, appunto affetti da millerandage.
In
etichetta viene ostentato con orgoglio “Weibliche
Blüte”,
sarebbe
“fiori femminili”, per distinguersi dalla denominazione del
territorio con cui non ha nulla in comune.
L'immagine
mostra uno dei grappoli, semplicemente
è una caratteristica propria
di questo vitigno,
di
conseguenza produzione
bassa e incostante, infine progressivo abbandono, a cui Sebastian
prima
e
ora suo figlio, ancora fieramente si oppongono.
Ha
un profumo ancestrale di fieno tagliato, di fiore di vite, l'aroma
dell'uva portata alle labbra, qualche sfumatura più dolce di mela
golden e un accenno, sottile, di confettura di marillen. In bocca ha
un'anima tannica, sicuramente frutto del rapporto estremo fra buccia
e polpa, primordiale, arcaico, ricco di spessore, sensazioni
erbacee, piccolo frutti giallo-verdi e croccanti, appena aromatico e
trascinato da una freschezza pungente.
Non
sarà il più grande bianco del mondo, ma ha personalità, è unico,
un vero sorso di storia, enologica e di molto altro...
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