Esperienza Vitovska – AIS Bologna (12/06/2019)

La vitovska “ama la roccia” erano state le parole di Marko Fon in una degustazione tenutasi al “Il 25” di Carpi diversi anni or sono, mentre spaccava due enormi pietre del Carso davanti ai nostri occhi, per farcene sentire il profumo e ritrovarlo poi nei suoi vini.


Fosse stato necessario, ne ho avuto conferma in questa serata a Bologna, con 9 vini e 8 produttori presenti in sala, per l'anteprima di “Mare e Vitovska”, la manifestazione che si sarebbe tenuta da lì a poche settimane al castello di Duino, la vera essenza del Carso.

Un incontro nato grazie a un sommelier di Trieste, Matteo Chmet, che non trovando una sessione d’esami del terzo livello vicino a casa, era venuto a sostenerli qui a Bologna, naturalmente accolto da Mauro. Un successivo incontro fra i delegati delle nostre città è terminato con un invito che ha portato Lui e Roberto Filipaz a Bologna per uno scambio enogastronomico, che verrà ricambiato da Luca nel prossimo autunno.

Nel Carso la vitovska e la roccia hanno un legame fortissimo, quasi a dar senso l'una all'altra. Lungo la costa intorno a Trieste dove il flysch, sollevamento di antichi fondali marini compattati in strati marnosi, si è saldato al massiccio continentale, ogni sasso diventa prezioso per dar vita a quei terrazzamenti dove le vigne guardano il mare. Più in alto, sull’altopiano calcareo, la roccia madre compatta ricoperta appena da un palmo di terra deve essere frantumata con macchinari pesanti per mettere a dimora i vigneti.

Due zona dalla natura estremamente diversa, riflessa ovviamente nei vini, con una maggiore pienezza, calore, frutto più tropicale nei primi, esaltando invece negli altri l'anima affumicata, stretta, anche dura, ferrosa, come il suolo colorato di rosso che, da secoli, ospita quei rari filari.

In comune un'espressione floreale resinosa, il ricordo di erbe aromatiche, un’acidità viva e agrumata mai fine a sé stessa anche quando si fonde con la mineralità più tesa e il sorso diventa tagliente, un vero affondo che passa da parte a parte la gola. Alleanza irresistibile fra ricordi fumé e succosità amaricante, bisogna allora amare gli spigoli per arrivare ad una piena sintonia con questi vini, ricavandone in cambio soddisfazione impagabile.



Una serata ovviamente lunga, ma dalla conduzione leggera e scorrevole, davanti ad una sala piena con più di 130 persone Roberto ci ha descritto con passione la sua terra, in una degustazione partecipata che ha portato per ogni vino una voce di Bologna ad unirsi alla sua. Insieme a Luca, Michele, Giulio, Fausto, Federica, Filippo e Lucia di volta in volta, abbiamo preso in mano il microfono per raccontare le nostre impressioni.

Come raccordo fra ogni assaggio le parole dei produttori, uomini di vigna, magari poco abituati a platee così numerose, forse emozionati, sicuramente contenti di essere lì, a centinaia di chilometri da casa, per trasportarci con orgoglio davanti ai loro vigneti, alla loro casa, al loro paesaggio di sassi, sole e mare spazzato dal vento.



Quasi a mezzanotte, mi sono incamminato verso casa accarezzando l'idea che la vitovska rifletta proprio il carattere di quelle persone, diretto, sincero, trasparente, nel rivelare un'eleganza semplice e spontanea, senza dover esprimere necessariamente articolati ricami aromatici.

Un vino emblematico nei contrasti, tra un'anima che in parte esprime una maturità inondata di luce, e dall'altra ha un tocco altrettanto freddo come il vento che spira rubando calore. Aspetto che si ritrova proprio al culmine dell'assaggio, dove c'è fibra ma non peso, il corpo è atletico, guizzante di un'acidità nervosa, tensione amplificata dall'onnipresente chiusura minerale.

Non solo vino, anche assaggi i prodotti gastronomici di quel territorio lontano, ricotta fresca e affumicata, tomino stagionato e con finocchietto, miele del Carso e duroni di Vignola per aggiungere un pizzico della nostra regione. A seguire salumi di maiale rustico sloveno, grissini con pancetta flambè e macaron al paté di cappone con polvere di funghi porcini, preparati in sala da Ago Špacapan, chef del Ristorante Špacapanova Hiša.


Di seguito la lista dei vini, nell'ordine in cui sono stati proposti. Le relative descrizioni sono a parte, insieme alle relative immagini.

🍷 Grgič - Venezia Giulia Igt Vitovska 2017
🍷 Zahar - Venezia Giulia Igt Vitovska 2017
🍷 Kocjančič - Kras Doc Vitovska 2017
🍷 Milič Zagrski - Venezia Giulia Igt Vitovska Le Lune IGT 2015
🍷 Skerlj - Venezia Giulia Igt Vitovska 2016
🍷 Milič Stanko - Vitovska La Centenaria 2017
🍷 Skerk - Venezia Giulia Igt Vitovska 2017
🍷 Bajta - Venezia Giulia Igt Vitovska Majnik 2017
🍷 Zidarich - Venezia Giulia Igt Vitovska Collection 2009



🍷 Grgič - Venezia Giulia Igt Vitovska 2017
Azienda di appena 4 ettari, non solo vitovska, ma anche malvasia e refosco distribuiti in tanti piccoli appezzamenti, con piante piuttosto vecchie. Il vino svolge una macerazione prefermentativa di 24 ore. Chiaro nel colore, porta subito in evidenza fumo, ricordi tostati di nocciola, maturità, fino a sfiorare un'espressione aromatica. In bocca è vera energia, acidità e sale di sorprendente intensità inattesa nei profumi, la cui immagine suadente in qualche modo tuttavia ritorna nel momento in cui le sensazioni tattili si raccolgono lasciando emerge nitido il frutto, speziatura dolce e finale con un accenno di liquirizia.

🍷 Zahar - Venezia Giulia Igt Vitovska 2017
Vigneto posto a sud est di Trieste, da 6 anni non vengono usati prodotti di sintesi favorendo così la biodiversità sui terreni. Vinificato completamente in bianco, nessuna macerazione e questo racconta come sia appena meno colorato del precedente, pur uguagliandolo nella magnifica luce. Si ritrova anche maggior delicatezza, di mughetto ed erba appena tagliata, con pari forza persino in fieno essiccato, la mineralità è grigia, dai tratti di ardesia spaccata. Infine, assecondando il passare del tempo si aggiungeranno sensazioni burrose. L'approccio di bocca è sereno, dalla freschezza agrumata e di nuovo qualche ricordo erbaceo, nel complesso si definisce in un sorso sottile ricamato con tantissima grazia.

🍷 Kocjančič - Kras Doc Vitovska 2017
Ancora da vigneti su marne, sono le ultime colline prima di arrivare a Trieste, pochi ettari ripartiti fra viticoltura e oliveti. Non viene favorita la crescita dell'erba negli interfilari per evitare un eccessivo ristagno di umidità a tutto vantaggio di una maggior sanità delle uve. La vinificazione prevede 24 ore di macerazione sulle bucce, il 30% del totale passaggio in legno grande, i travasi vengono eseguiti seguendo le fasi lunari. Riempie il calice di un bagliore giallo, fitto e luminoso, che cattura la vista, per poi aprirsi in ricordi penetranti di tiglio, frutta tropicale, agrumi verdi e iodio. Una vitalità raffinata, a cui, piano piano si unisce la fragranza del fiore di sambuco. In bocca ha pienezza, un'anima minerale sinergica ad una decisa spinta mentolata, si definisce allora in vino affascinante, rifinito, che nel finale regala lavanda e sospiri marini.

🍷 Milič Zagrski - Venezia Giulia Igt Vitovska “Le Lune” IGT 2015
Famiglia di tradizione contadina trasformata in azienda agrituristica e produttrice di vino come conseguenza di un'attività nata per il sostentamento degli operai che lavoravano nella cava di pietra di loro proprietà fino agli anni 90. Vengono usate tisane e sovescio scegliendo ogni anno una pianta diversa, per tutte le attività si segue il calendario lunare. Fermentazione spontanea, il vino nasce dopo 28 giorni di macerazione da cui il nome “Le Lune”, la sosta in botti di rovere da 250 litri si protrae per un anno e mezzo. Colore dalla tonalità decisamente più calda, un ambrato fitto dalla ricchezza particellare riflesso coerentemente in profumi di cera d'api, mandarino cinese, muschio, iodio e cannella. Sorso teso e di spessore, una fibra sostenuta da un'anima tannica elegantemente vestita di bianco, porta un respiro di erbe aromatiche, caramella al rabarbaro, frutta candita, prima di intraprendere un finale minerale e ferroso.

🍷 Skerlj - Venezia Giulia Igt Vitovska 2016
Presidente del consorzio, azienda con impostazione tradizionale, anche loro adottano la macerazione sulle bucce. Nell'aspetto è infatti un vero “orange wine” dal calore del the con profumo intenso e davvero particolare di legno affumicato, scogliera, aloe, scorza d'arancio, cenere che si confermano assaggiando il vino che, se all'inizio sfoggia una grande freschezza, allo stesso tempo si impone ai sensi caldo e avvolgente. Netta la sensazione tannica e chiusura sapidissima.

🍷 Milič Stanko - Vitovska La Centenaria 2017
Non siamo riusciti a capire se questo vino esca associato ad una precisa denominazione, e tutto sommato poco ci importa. Si tratta di una bottiglia rarissima, nata da una vigna di ben 106 anni, piantata in un momento storico di grande povertà in cui si destinavano i terreni all'uva com eultima alternativa al totale abbandono. Ritorna la delicatezza nel colore e nelle fragranze eleganti con cui si apre al bicchiere, in biancospino, melone, mandorla e confetto, ma tutto in punta di piedi, con persino la mineralità che stavolta è appena soffusa. In bocca cambia completamente registro, lasciandosi alle spalle la dolcezza dei profumi per dimostrarsi altrettanto vitovska degli altri, ritrovando quindi una tessitura importante e trama sapida che si scolpisce nel sorso. Assaggio prezioso e di grande carattere.

🍷 Skerk - Venezia Giulia Igt Vitovska 2017
Sandy Skerk di formazione è ingegnere, la mia simpatia nei suoi confronti è quindi immediata. La sua interpretazione della vitovska parte da 10 giorni di macerazione a cui seguono uno o due anni in legno. Calice opalescente con un magnifico esordio di erbe aromatiche, oli essenziali, ginestra, aghi di pino a cui si unisce un'immagine più morbida e fruttata, potrebbe essere la pesca, sia in fiore che in frutto, finanche sciroppata. L'assaggio è piccante, mentolato, come sempre sapido e proprio nella mineralità il vino trova l'allungo decisivo, asciugando il palato con una carezza gessosa. Piaciuto tantissimo.

🍷 Bajta - Venezia Giulia Igt Vitovska Majnik 2017
Vino ottenuto da uve parzialmente appassite, affina sia in acciaio che in legno e nonostante questo è chiarissimo, dai riflessi ancora verdolini di gioventù, profumi soffici e raffinati raccontano di mandorle, gelsomino, definendo una trama erbacea finemente ricamata. In bocca è un assaggio che vive sulla sinergia fra freschezza agrumata e mineralità calcarea, amalgamata nel finale da un tocco vellutato di spezie. Sarà probabilmente il vino più elegante della serata, in questo ancor più sorprendente per l'inesauribile vibrazione gustativa.

🍷 Zidarich - Venezia Giulia Igt Vitovska Collection 2009
Il più famoso tra i produttori presenti, ha voluto precisare che i loro vini sono “del Carso” e non “del Friuli”, per sottolineare un territorio che solo per un terzo si sviluppa in Italia. Le immagini proiettate ad inizio serata di quella nuova vigna ricavata frantumando la roccia erano proprio le sue. I vini di Beniamino Zidarich vanno in bottiglia non prima di 2 anni dalla vendemmia, che salgono a 4 per la linea “Collection”, proprio quella in degustazione. Un liquido di grande profondità, che oscilla con ricchezza fra il dorato e l'ambrato. Il primo naso è subito dolce, particolare nel ricordo di miele di castagno e agrumi canditi, tuttavia in sottofondo si fa strada la pungenza della lavanda appena strofinata fra le mani, e subito sale alla mente l'immagine di un caldo pomeriggio d'estate, in cui un vento leggero trasporta respiri salmastri. Questo dualismo continua anche nel portarlo alle labbra, con la maturità del frutto messa a fuoco attraverso un'espressione amaricante di arancio, densa di fibra e condita di sale. Sono passati ormai 10 anni, ed è di fatto un calice cristallizzato nel tempo, dalla fermezza pari alla roccia e la carezza dolce, perfetto riflesso del Carso luogo aspro, eterno, pienamente illuminato dal sole.






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