GF2004 solo in mezzo ai giganti...
Metti
una sera per scambiarsi gli auguri di Natale, con gli amici che per
primi mi hanno accolto in terra reggiana, e ti ritrovi invece davanti
una delle batterie di Champagne più belle che abbia mai visto.
Roederer Brut Nature 2006, fresco, scattante, tagliente, ancora deve acquistare
volume.
Goussard, più semplice, ma pieno, succoso.
Una vecchia
sboccatura di Krug, aristocratico, cesellato, dalle mille sfumature,
tutto quello che cerchi, c'é.
Bollinger RD 1996, bottiglia di una
completezza sconvolgente, raffinata e forte, rotondo e di infinita
freschezza.
Blanc de Millenaire 1995, lo gioia di gustare uno Chardonnay
in purezza, una delle bottiglie più raffinate mai sentite.
Tarlant
Cuvée Louis, gioco ossidativo, la ricerca dell'evoluzione, il fascino
del bio.
Poi arriva una bottiglia coperta, un filo sotto
di raffinatezza, ma l'impronta é quella, prende qualcosa da tutti i
precedenti, gli manca appena l'amalgama, sicuro Chardonnay, sicuro una
sboccatura recente.
Che sia una gran bottiglia non c'é nessun dubbio...
lo battezziamo come uno Champagne.
E invece é Giulio Ferrari 2004,
appena all'inizio del suo viaggio, ma ha 1000 colori, 100 corde con cui
vibrare su ottave diverse, forza e delicatezza allo stesso tempo.
Non ha
sfigurato, ne ha messi dietro parecchi.
Il primo Giulio Ferrari Extra
Brut.
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