14/06/2016, “Pinot Noir, la mia idea di Master” di F. Falcone
Cosa porto a casa da questa serata in
cui abbiamo assaggiato così tante e diverse espressioni di questo
meraviglioso vitigno? Porto a casa la visione di Francesco sul Pinot
Noir, che prima ce l'ha raccontata e poi ce l'ha dimostrata nel
bicchiere a bottiglia coperta.
Una visione che racconta come questo meraviglioso e ancestrale vitigno funzioni solo su terreni calcarei antichi, altrimenti é facile che dia risultati bizzarri, a volte caricaturali, con buona pace dell'Oregon, ad esempio, dove impegnandosi per bene potranno al più produrre Pinot Noir buoni per il mercato americano, voluminosi e potenti, ma destinati a rimanere distanti da quello che é la Borgogna.
Tutte le bottiglie sono state servite alla cieca, svelate solo dopo la degustazione e questo mi ha dato la soddisfazione di vedere confermati quelli che normalmente sono i miei gusti a “bottiglia scoperta”... cosa che fa sempre piacere e rassicura.
I miei sensi hanno voluto bene fin da subito al 2012 di Stroblhof, forse il primo Blauburgunder di cui mi sia innamorato anni fa, e agli Chambertin, a cui ho assegnato i voti più alti. Così come conferma che l'Alto Adige, é ben saldamente la seconda zona al mondo per questo vitigno, l'unica che in certe sensazioni può ricordare alcuni tratti della Borgogna.
La sorpresa invece é che, almeno a bottiglia coperta e messi nella giusta sequenza, i Blauburgunder dimostrano di non essere poi così lontano, almeno dai cru intermedi.
Non mi sarei nemmeno aspettato di trovare delle così belle espressioni del Pinot Noir nel Mugello, da cui avevo avuto esperienze negative in passato proprio con le stesse etichette, e mi sono dovuto ricredere. Il Falco mi ha confermato che i risultati sono ancora scostanti, i vigneti giovani, altre annate erano state in effetti meno buone... li attendo con piacere ad una conferma, alle prossime uscite.
Delle singole a bottiglie, porto a casa il ricordo del meraviglioso “Saignée de Sorbée” di Vouette & Sorbée, é davvero bello sentire un rosé che viene voglia di ricomprare, e dello straordinario Coteaux Champenois di Egly-Ouriet, perché mai avrei pensato che fuori dalla Borgogna si potesse arrivare a livelli così alti.
Della Borgogna stessa, mi coccolo il miglior Pacalet che abbia mai sentito, di pura eleganza e grazia, mentre non ci sono parole adeguate per il Grands Echézeaux 1957 del Domaine de la Romanée-Conti 1957. Un bicchiere ancora vivo e pulsante, dopo quasi 60 anni in bottiglia, certo 20 anni fa doveva essere stata una cosa sfolgorante, ma... come si fa a non vedergli bene.
Grazie al Falco, scelta di vini e degustazione straordinaria, as usual...
Queste le bottiglie degustate:
I Parte: il Pinot Noir come Metodo Classico
David Léclapart - Champagne 1er Cru BdN "L’Astre" Pas Dosé s.a. - 88pt
Andrea Picchioni - OP Metodo Classico Brut Nature "Profili" 1994 - 86pt
Colline della Stella - Franciacorta Dosaggio Zero Nero 2009 - 86pt
Remy Massin et Fils - Champagne "Cuvée Aristide" Brut s.a. - 88pt
Benoit Lahaye - Champagne Rosé “Rosé de Maceration” Extra Brut s.a. - 87pt
Larmandier-Bernier - Champagne Rosé 1er Cru “Rosé de Saignée” Extra Brut s.a. - 85pt
Vouette & Sorbée – Champagne Rosé “Saignée de Sorbée” Extra Brut – 92pt
II Parte: il Pinot Noir del resto del mondo
Domaine Claude Nouveau - Maranges 1er Cru "La Fussière" 2011 - 83pt
Martin Schaetzel - Alsace Pinot Noir Cuvée Mathieu 2011 - 85pt
Podere della Civettaja - Toscana IGT Pinot Nero 2013 - 87pt
Joseph Mellot - Sancerre "Le Connétable" 2010 - 82pt
Voltumna - Toscana IGT Pinot Nero "Silene" 2012 - 86pt
Stroblhof - Alto Adige Pinot Nero Riserva 2012 - 90pt
Kelleri Girlan - Alto Adige Pinot Noir Riserva "Trattmann Mazon" 2013 - 86pt
J. Christopher - Dundee Hills Pinot Noir "Dundee Hills Cuvée" 2012 - 83pt
Domaine Drouhin - Oregon Dundee Hills Pinot Noir "Laurène" 2012 - 84pt
Egly-Ouriet - Coteaux Champenois Ambonnay Rouge "Cuvée des Grands Côtés" VV 2012 – 92pt
III Parte: il Pinot Noir della Côte d'Or
Domaine Michel Gros - Vosne-Romanée 1er Cru "Clos des Réas" 2009 - 86pt
Domaine Joseph Voillot - Volnay 1er Cru "Les Champans" 2012 - 89pt
Gerard Raphet - Morey-Saint-Denis 2013 - 86pt
Domaine Perrot-Minot - Charmes-Chambertin Grand Cru VV 2010 - 93pt
Philippe Pacalet - Gevrey-Chambertin 1er Cru “Lavaux Saint Jacques” 2013 - 94pt
Domaine Confuron-Cotetidot - Echézeaux Grand Cru 2007 - 93pt
Domaine Follin-Arbelet - Corton Grand Cru 1991 - 86pt
Joseph Drouhin - Chambertin “Clos de Bèze” Grand Cru 1971 - compromesso
Domaine de la Romanée-Conti - Grands Echézeaux Grand Cru 1957 - commuovente
Epilogo, con il sigaro
Leroy – Marc de Bourgogne
Aperitivo in giardino
Casa Caterina - Cuvée 36 Brut Nature 2011
Ferrari Spumanti – Trento Doc “Perlè” 2009
Albino Piona – Metodo Classico “Gran Cuvée”
tutte le bottiglie sono state versate alla cieca e scoperte dopo la degustazione
Sboccatura ottobre 2015. Il colore é particolare, fra il rosa pallido e il dorato, così come lo é nei profumi, appena fumé, poi arancio e viola, soffusi di dolcezza. La bocca é tiratissima, un flash amaricante all'inizio, poi l'acidità prende il comando, aromaticità da mallo di noce e liquirizia, vanigliata per un giusto uso del legno. Lascia con un leggero calore (88pt)
Sboccatura giugno 2010. Ha 15 anni sui lieviti e si presenta sfacciatamente con un brillante e pallido riflesso paglierino. Naso speziato di miele e tropicale di frutta, un vassoio composto da pesca percocca, ananas sciroppato, melone bianco e mango. Sorso rotondo, fragrante di ciambella dolce, pennellato di cera e smalto, si distende in modo sottile. Mamma mia che spumanti riesce a produrre l'Oltrepò (86pt)
Una visione che racconta come questo meraviglioso e ancestrale vitigno funzioni solo su terreni calcarei antichi, altrimenti é facile che dia risultati bizzarri, a volte caricaturali, con buona pace dell'Oregon, ad esempio, dove impegnandosi per bene potranno al più produrre Pinot Noir buoni per il mercato americano, voluminosi e potenti, ma destinati a rimanere distanti da quello che é la Borgogna.
Tutte le bottiglie sono state servite alla cieca, svelate solo dopo la degustazione e questo mi ha dato la soddisfazione di vedere confermati quelli che normalmente sono i miei gusti a “bottiglia scoperta”... cosa che fa sempre piacere e rassicura.
I miei sensi hanno voluto bene fin da subito al 2012 di Stroblhof, forse il primo Blauburgunder di cui mi sia innamorato anni fa, e agli Chambertin, a cui ho assegnato i voti più alti. Così come conferma che l'Alto Adige, é ben saldamente la seconda zona al mondo per questo vitigno, l'unica che in certe sensazioni può ricordare alcuni tratti della Borgogna.
La sorpresa invece é che, almeno a bottiglia coperta e messi nella giusta sequenza, i Blauburgunder dimostrano di non essere poi così lontano, almeno dai cru intermedi.
Non mi sarei nemmeno aspettato di trovare delle così belle espressioni del Pinot Noir nel Mugello, da cui avevo avuto esperienze negative in passato proprio con le stesse etichette, e mi sono dovuto ricredere. Il Falco mi ha confermato che i risultati sono ancora scostanti, i vigneti giovani, altre annate erano state in effetti meno buone... li attendo con piacere ad una conferma, alle prossime uscite.
Delle singole a bottiglie, porto a casa il ricordo del meraviglioso “Saignée de Sorbée” di Vouette & Sorbée, é davvero bello sentire un rosé che viene voglia di ricomprare, e dello straordinario Coteaux Champenois di Egly-Ouriet, perché mai avrei pensato che fuori dalla Borgogna si potesse arrivare a livelli così alti.
Della Borgogna stessa, mi coccolo il miglior Pacalet che abbia mai sentito, di pura eleganza e grazia, mentre non ci sono parole adeguate per il Grands Echézeaux 1957 del Domaine de la Romanée-Conti 1957. Un bicchiere ancora vivo e pulsante, dopo quasi 60 anni in bottiglia, certo 20 anni fa doveva essere stata una cosa sfolgorante, ma... come si fa a non vedergli bene.
Grazie al Falco, scelta di vini e degustazione straordinaria, as usual...
Queste le bottiglie degustate:
I Parte: il Pinot Noir come Metodo Classico
David Léclapart - Champagne 1er Cru BdN "L’Astre" Pas Dosé s.a. - 88pt
Andrea Picchioni - OP Metodo Classico Brut Nature "Profili" 1994 - 86pt
Colline della Stella - Franciacorta Dosaggio Zero Nero 2009 - 86pt
Remy Massin et Fils - Champagne "Cuvée Aristide" Brut s.a. - 88pt
Benoit Lahaye - Champagne Rosé “Rosé de Maceration” Extra Brut s.a. - 87pt
Larmandier-Bernier - Champagne Rosé 1er Cru “Rosé de Saignée” Extra Brut s.a. - 85pt
Vouette & Sorbée – Champagne Rosé “Saignée de Sorbée” Extra Brut – 92pt
II Parte: il Pinot Noir del resto del mondo
Domaine Claude Nouveau - Maranges 1er Cru "La Fussière" 2011 - 83pt
Martin Schaetzel - Alsace Pinot Noir Cuvée Mathieu 2011 - 85pt
Podere della Civettaja - Toscana IGT Pinot Nero 2013 - 87pt
Joseph Mellot - Sancerre "Le Connétable" 2010 - 82pt
Voltumna - Toscana IGT Pinot Nero "Silene" 2012 - 86pt
Stroblhof - Alto Adige Pinot Nero Riserva 2012 - 90pt
Kelleri Girlan - Alto Adige Pinot Noir Riserva "Trattmann Mazon" 2013 - 86pt
J. Christopher - Dundee Hills Pinot Noir "Dundee Hills Cuvée" 2012 - 83pt
Domaine Drouhin - Oregon Dundee Hills Pinot Noir "Laurène" 2012 - 84pt
Egly-Ouriet - Coteaux Champenois Ambonnay Rouge "Cuvée des Grands Côtés" VV 2012 – 92pt
III Parte: il Pinot Noir della Côte d'Or
Domaine Michel Gros - Vosne-Romanée 1er Cru "Clos des Réas" 2009 - 86pt
Domaine Joseph Voillot - Volnay 1er Cru "Les Champans" 2012 - 89pt
Gerard Raphet - Morey-Saint-Denis 2013 - 86pt
Domaine Perrot-Minot - Charmes-Chambertin Grand Cru VV 2010 - 93pt
Philippe Pacalet - Gevrey-Chambertin 1er Cru “Lavaux Saint Jacques” 2013 - 94pt
Domaine Confuron-Cotetidot - Echézeaux Grand Cru 2007 - 93pt
Domaine Follin-Arbelet - Corton Grand Cru 1991 - 86pt
Joseph Drouhin - Chambertin “Clos de Bèze” Grand Cru 1971 - compromesso
Domaine de la Romanée-Conti - Grands Echézeaux Grand Cru 1957 - commuovente
Epilogo, con il sigaro
Leroy – Marc de Bourgogne
Aperitivo in giardino
Casa Caterina - Cuvée 36 Brut Nature 2011
Ferrari Spumanti – Trento Doc “Perlè” 2009
Albino Piona – Metodo Classico “Gran Cuvée”
tutte le bottiglie sono state versate alla cieca e scoperte dopo la degustazione
David Léclapart - Champagne 1er Cru BdN "L’Astre" Pas Dosé s.a. - 88pt
Sboccatura ottobre 2015. Il colore é particolare, fra il rosa pallido e il dorato, così come lo é nei profumi, appena fumé, poi arancio e viola, soffusi di dolcezza. La bocca é tiratissima, un flash amaricante all'inizio, poi l'acidità prende il comando, aromaticità da mallo di noce e liquirizia, vanigliata per un giusto uso del legno. Lascia con un leggero calore (88pt)
Andrea Picchioni - OP Metodo Classico Brut Nature "Profili" 1994 - 86pt
Sboccatura giugno 2010. Ha 15 anni sui lieviti e si presenta sfacciatamente con un brillante e pallido riflesso paglierino. Naso speziato di miele e tropicale di frutta, un vassoio composto da pesca percocca, ananas sciroppato, melone bianco e mango. Sorso rotondo, fragrante di ciambella dolce, pennellato di cera e smalto, si distende in modo sottile. Mamma mia che spumanti riesce a produrre l'Oltrepò (86pt)
Colline
della Stella - Franciacorta Dosaggio Zero Nero 2009 - 86pt
Sboccatura novembre 2015. Decisamente dorato e dolce di profumi, pesca sciroppata, caramella d'orzo, pandoro zuccherato. La bocca ha un frutto nitido e rosso, elegante, appena ammandorlato, cede un filo sulla calda lunghezza, mentre il naso si é arricchito di ricordi ferrosi (86pt)
Sboccatura novembre 2015. Decisamente dorato e dolce di profumi, pesca sciroppata, caramella d'orzo, pandoro zuccherato. La bocca ha un frutto nitido e rosso, elegante, appena ammandorlato, cede un filo sulla calda lunghezza, mentre il naso si é arricchito di ricordi ferrosi (86pt)
Methode
perpetuelle dal 1995 al 2007, sboccatura non dichiarata. Dorato
pallido ma ricco di luce, riempie il bicchiere di ricordi di foglia
di the e tisana alla frutta, speziatura da pasticceria. Il sorso é
potente, fresco di buccia di frutta rossa, affilato che tuttavia
sublima in eleganza e finale di bocca rifinito. Quello che identifica
immediatamente uno Champagne... (88pt)
Sboccatura
ottobre 2015, da Bouzy. Color arancio-ramato, davvero inconsueto,
profuma vinosamente di girasole, metallo caldo, mandarino, in un
contorno lievemente affumicato. La bocca é condita, masticandolo
viene fuori una saporosità di arancio candito e cioccolato, chiude
non lunghissimo su ricordi metallici di radice e legno giovane. Ha un
gran rapporto con l'aria, che gli regala anche un nitido Pan di
Spagna (87pt)
Sboccatura
non dichiarata, da Vertus. Strano colore, indeciso fra il succo di
fragola e cipolla di Tropea. Netto nei profumi fruttati di lampone,
arancia sanguinella, ciliegia matura, una leggera mineralità salata
di rame in secondo piano. Sorso spumoso, vira sulla frutta secca e
torna sul succo di mirtillo. Bottiglia di maestria, ma tutto sommato
“ordinaria” per la sua topologia (85pt)
Sboccatura
Novembre 2014. Un bicchiere che afferma subito, in modo prepotente,
una raffinatezza sottile e delicata, quella che ti spinge a
cominciare a cercare, ad afferrare i profumi al volo, ad uno ad uno,
trovando via via il pomodorino maturo, la dolce fragolina di bosco,
la rosa, lo zucchero filato. Una trama leggera e intrigante, ottenuta
senza rinunciare ad una bocca che invece é piena, dalla carbonica
sfumatissima. Immediata l'immagine del pompelmo rosa che porta agli
occhi, ma é la masticazione che ne distende la lunghezza aromatica
di frutta rossa, toni ematici e sanguigni, esalta la vera freschezza,
porta in superficie un lieve tannino. Il Falco lo presenta come il
più grande Rosé dello Champagne, mi sa che ha ragione. Aggiunta
nella lista dei Rosé che vale la pena bere, e forse non arrivo
nemmeno a 5 (92pt)
Rubino
pallidissimo, con orlo aranciato. Profuma di ferro, ruggine, ciliegia
croccante, leggero ricordo di acetone. Bocca ruvida, salatissima, dal
tannino particolare, forse perché ben maturo, ha una salinità che
ritorna anche al naso, arruffata. La chiusura di bocca é comunque
molto pulita, diventa piacevole (83pt)
Vivace
rubino, trasparente, dalla bellissima sfumatura pulsante di luce. Il
naso é di una meravigliosa semplicità, violetta, che nel Pinot Noir
io vorrei sempre, rosa, garofanini, un floreale pulitissimo, che
sfuma in granita di amarena. Sorso succoso per un attimo, poi
tiratissimo per un'acidità nervosa che lo rende facile da bere, poco
impegnativo. Un Pinot Noir alla tedesca, per me bello (85pt)
Netto
nella tonalità rubino e sorprendete nella trasparenza. I ricordi di
sottobosco sono travolgenti, profuma di torba, carbone vegetale,
foglie secche, carruba, cannella, vaniglia e acqua ferruginosa. In
bocca cambia registro, sorprendentemente di volume, quasi dolce, dai
tannini levigati, caldo e avvolgente, ritorna in linea con un aroma
salato di acqua di pomodoro. Bel Pinot Noir (87pt)
Granato
trasparente, ha un profilo di terra rossa, arancio, sangue secco e
ruggine. Il sorso é freschissimo, agrumato, ma con una vena
medicinale che si fondono in un ricordo chimico e vegetale. L'alcol
prende troppo spazio, lascia un aroma di geranio che difficilmente si
può associare all'eleganza (82pt)
Rubino,
dalla densità di colore sopra alla media, una materia quasi
particellare. Il naso ha una mineralità gessosa, polverosa di ferro,
velati di incenso, rossa di amarena e fragola ben mature, al limite
dello sciroppo. Sorso equilibrato, giocato su un alcol da climi del
Sud e un tannino ben maturo, si esprime con aromi balsamici che
accompagnano a lungo. Strano e inconsueto, ma non é una cattiva
bottiglia, anzi... (86pt)
Granato
perfetto di gioiosa trasparenza, finalmente, dopo tanti vini,
avvicinando il naso al bicchiere ritrovo la desiderata violetta, poi
ematicità, sottobosco e frutto rosso nitido. La bocca é dolce,
posato, ha un gusto di melograno, mandarino e arancio giallo, tutte
le sensazioni danzano in armonia. Si affaccia alla soglia
dell'eccellenza, ed é all'inizio di un lungo cammino. Scopro poi che
viene da un terroir unico, che amo tanto... quello di Pigeno, in
Appiano Alta, cantina del cuore ormai da anni (90pt)
Rubino
luminoso, dall'orlo appena sfumato in granato, ha profumi di agrumi,
terra umida, tabacco e alloro. Sorso non così rifinito, risulterà
poi estremamente giovane, entra con un frutto fresco per virare poi
troppo in fretta su una sapidità minerale dura e tannino asciugante.
Un atleta dalla muscolatura scattante, che in questo momento ha
caricato troppo in palestra, deve defaticare, ma i margini di
miglioramento sono evidenti. Scopriamo essere un 2013, quindi appena
uscito, ma a Girlan hanno ormai cambiato registro, sono in grande
crescita, diventerà di certo un bel vino (86pt)
Rubino
pieno, colorato, dai ricordi ematici e di mirtilli ben maturi,
diretti, ma senza esplosione aromatica, corretti, ma semplici,
precisi nei ricordi di tostatura. Bocca dolce, voluminosa, tannino
dalle dimensioni importanti, finale quasi zuccheroso. Il Falco ci fa
notare che il Pinot Noir quando non é coltivato sul calcare “si
sbraca”, perde finezza e diventa ingombrante. E qui la
dimostrazione c'é tutta (83pt)
Rubino
pennellato di porpora, profuma di velluto, gelatina di mora, humus e
violetta... decisamente ci siamo. Sorso dolce-salato, manca di
amalgama, chiude con le durezze che emergono... decisamente non ci
siamo. Promette e non mantiene, c'è tanto da lavorare, con il
problema di non avere una clientela critica, che spinga i produttori
a ricercare i canoni giusti nel vino. Siamo negli Stati Uniti, dove
tutto deve essere potente e immediato, cosa poco adatta per
l'eleganza sottile del Pinot Noir (84pt)
Falco
ce lo presenta, naturalmente sempre a bottiglia coperta, come “il
più grande Pinot Noir al di fuori della Borgogna”. Già nel colore
non si smentisce, un rubino pieno, di gran luce. Nei profumi, diretti
e incisivi, si conferma in pieno, per una nitida violetta e un
intrigante sentore tartufato, seguite da gelatina alla fragola,
vaniglia, elegante cannella e un nettissimo melograno. La freschezza
del naso corrisponde ad una bocca aranciata, lunghissima e sottile,
aromatica di lampone, sentori carnosi e affumicati. Chiede
lunghissimo in una danza di raffinata acidità (92pt)
Quasi
completamente granato, anche se di trasparenza esemplare. Naso
terroso, fumoso e affumicato, ha ricordi di salamoia e acqua di
pomodoro. In bocca é saporito, speziato di canfora, pieno e succoso.
Riscalda e ha un'aromaticità lunga (86pt)
In
parte ancora rubino, in parte già granato, comunque dalla luce
pulsante e bellissima. Profuma intensamente di sottobosco e tartufo,
con speziatura avvolgente e balsamica. Nel sorso é dolce, morbido
nonostante il tannino deciso, potente in una coerente aromaticità
balsamica. Piaciuto molto, e forse non ci si svena nemmeno (89pt)
Un
rubino letteralmente da gioiello, dal naso autunnale, espresso in
cenere, camino spento, alloro, acqua di roccia e pungenza di salvia.
Scende di un grandino al gusto, dove risulta semplice, dagli aromi
assai semplici quasi di solo mandarino, e tende a svuotarsi
rapidamente (86pt)
Granato,
dall'orlo sfumato decisamente di arancio, sembra tuttavia brillare di
una bellissima luce propria. Ampio nei profumi, variegati di terra,
sottobosco, foglia secca, rinfrescati dalla fragolina di bosco, con
una balsamicità talmente penetrante da sembrare acuminata. In bocca
ha un equilibrio aristocratico, fermo e posato, dall'acidità serena
e una grandezza evidente, proprio di coloro che non ha nulla da dover
dimostrare. Ed é ampio anche nell'espressione aromatica, ricca di
chinotto, spezie, cioccolato e un intrigante finale di creme caramel.
Ebbene sì, é un Chambertin (93pt)
Rubino
prezioso, dai profumi vanigliati e vellutati, rinfrescati da mirtillo
e lampone maturo, a cui si aggiunge un ricordo esotico di frutta
gialla, quasi di pera. Sorso balsamico, fresco e di energica
dinamicità, comunque di spessore, scorre con una texture raffinata,
granulosa e dal finale di languida salinità. Il miglior Pacalet che
abbia mai sentito, senza alcuna sbavatura (94pt)
Rubino,
con un orlo dalla bellissima sfumatura aranciata. Naso intenso,
penetrante, dal piccolo frutto decisamente maturo e dolce, gelatina
Majani alla fragola, floreale suadente di viola mammola. In bocca ha
volume e calore, il tannino é potente, ancora si bea di una
irrequieta gioventù, per un finale che ha sapore salato e marino
(93pt)
Rosso
polveroso, appena cupo, e di grande densità. Naso scuro e
affumicato, tostato e di carbonella umida, ma con tanti spunti
interessanti, quali speziatura di liquirizia, pungenza di menta e
verticalità di eucalipto. Il sorso invece é già più stanco,
certamente levigato e ancora sostenuto da una lieve trama tannica, si
esprime con un semplice aroma di polpa di pomodoro (86pt)
Granato
spento con bordo aranciato. Già dai profumi si capisce che non ha
retto al passare degli anni, e una bocca rustica, dai ricordi acetici
e medicinali, purtroppo lo conferma pienamente (bottiglia
compromessa)
Rubino
denso e vivace, dall'orlo mattonato, rispetto al precedente fin da
subito trasmette eleganza, con profumi di terra asciutta, melograno,
prugna sciroppata, accompagnati da un leggero ricordo tostato. Quello
che colpisce é la forza e la gioventù dei respiri di questo vino,
completati da refoli speziati di tabacco e legno stagionato. Solo un
Gran Cru, solo un Domaine
de la Romanée-Conti poteva
essere ancora così nitido dopo quasi 60 anni. Il sorso ha appena una
leggera discesa, freschissimo e dal tannino sublimato, esprime
un aroma coerente di
spezie senza disdegnare il
tentativo di far balenare
un'ombra di calore. Non c'é punteggio, che
sarebbe comunque alto, ma
molto semplicemente “come
si fa a non volergli bene” (commuovente)
Come
epilogo
L'ho
solo annusato, e il profumo di albicocca era davvero meraviglioso.
Per chi voleva, anche sigari in abbinamento messi a disposizione dal
Falco...
Come
aperitivo in piedi sono stati serviti, prima dell'inizio della serata
Naso
un po' confuso e leggermente agrumato, in bocca finisce in fretta, ha
nell'equilibrio la migliore caratteristica. Manca del carattere che
contraddistingue dei vini di Aurelio
Nitido
agrume maturo, fiori bianchi e salinità. Bocca di spessore, anche
lunga, una buona annata per il Perlé, che dimostra la sua costanza.
Da
Corvina e un piccola parte di Garganega e Trebbiano, dopo una lunga
fase di sperimentazione, finalmente nella versione finale. Molto
bello nei profumi, di piccoli frutti rossi, ribes e fiori
bianchissimi. Bocca posata, con ricordi di prugna gialla, persistenza
corretta, senza esagerare.
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