Verticale Cà del Bosco - Cuvée Annamaria Clementi

A poco più di 2 mesi di distanza, dopo il Giulio Ferrari, di nuovo l'occasione di sentire in degustazione verticale un altro, o forse l'altro, Metodo Classico italiano, la Cuvée Annamaria Clementi.




Quello che mi ha insegnato questa visita, che mi rimarrà impresso, é che per farsi un parere complessivo su un vino, bisogna conoscere l'azienda.

Non basta bere, il giudizio é incompleto, parziale, si perde la possibilità di intuire perché ora un vino é così e quello che potrà diventare.

Vedere da dove vengono quelle uve, come vengono coltivate, la meticolosità, il metodo, la ricerca, ti dice che quando uno spumante é impostato per il futuro, avanti negli anni, bisogna saperlo aspettare.

Il mercato é crudele, reclama ogni anno nuovi prodotti...

Grazie a Stefano Cappelli, enologo di Cà del Bosco, per aver guidato la degustazione, grazie a Maurizio Zanella per averci accolto nella sua casa e averci aperto le porte della sua azienda, ma anche di tutta la Franciacorta.

Mi ha toccato il cuore sentirlo parlare della madre Annamaria, e delle 2 persone, André Dubois e Antonio Gandossi, che all'inizio hanno creduto con Lui in un sogno.

Una piccola nota... le annate più recenti della Cuvée Annamaria Clementi sono imbottigliate con una tecnica che minimizza il contatto con l'ossigeno. Per questo hanno un'evoluzione lentissima, che le rende meno espressive in questo momento. Ho deciso allora di riportare solo la trascrizione dei miei appunti, senza il relativo voto. Tutte le bottiglie, a parte la 2005, sono state appositamente sboccate per la nostra degustazione e non dosate, ricolmandole solo con vini di riserva.

In realtà, prima della Cuvée, siamo partiti con i Dosage Zero Noir ;)


Cà del Bosco – Dosage Zero Noir 2005
(Pinot Nero 100%)
Dorato vivo, con una sfumatura rossiccia, perlage minuto e popoloso, bellissimo.
Naso appena contratto, regala subito pasticceria e un agrume elegante e sottile, per poi aprirsi piano piano a marzapane, spezie, fragranza di nocciola, caffé e tostatura.
Bocca incisiva, con una bolla irruenta, esaltata dalla bassa di temperatura, che porta aromi di arancio candito, dal gusto ferroso e salato.
Pulizia nei sapori, nessuna sbavatura di amaro, nessuna punta di dolcezza, chiude con un elegante aroma di chinotto, da cui mi lascio conquistare...
Quando il naso sarà più esplosivo, valicherà l'asticella, per ora si ferma a 88

Cà del Bosco – Dosage Zero Noir 2001
(Pinot Nero 100%)
Prima annata prodotta, se ricordo bene, che si mostra con una sfumatura rosso/dorata, increspata da una bolla appena meno puntiforme del precedente.
Profuma di frutta dolce, i toni agrumati sono in secondo piano rispetto alla frutta rossa, di ribes e melograno, il Pinot Noir viene fuori in modo netto.
Un naso rotondo, già espressivo, anche ricco di note fragranti di cereali, ciambella, rotonde di pera matura.
In bocca ha una bolla vaporosa, con una tensione sapida che sorpassa la freschezza, saporito di conchiglia e mare, un filo più evoluto a renderlo più complesso.
Ti dona un aroma di arancio candito, cioccolato, mi si visualizza in mente l'immagine di un dolce di casa, il "panone".
Direi al massimo del suo percorso, con 87 punti

Cà del Bosco – Cuvée Annamaria Clementi 2005
(Chardonnay 55%, Pinot Bianco 25%, Pinot Nero 20%)
Paglierino, chiarissimo, con appena una sfumatura verdolina, perlage in punto da spillo, ma con una forza caotica che dimostra la sua giovane età.
Giovinezza che si esprime anche nei sentori lieviti, fragranti, la presenza di uve a bacca bianca provoca uno stacco netto rispetto al puro Pinot Noir dei precedenti.
Una evidente pesca bianca si fa accompagnare da felce, mineralità gessosa, mela croccante e mandorla.
Al gusto ha una sequenza di sensazioni precisa, prima la bolla pungente, poi la sapidità, un picco di volume e poi tende a sfuggire... bisogna dargli tempo in bottiglia.
Per ora regala aromi giovani di arancia gialla e albicocca, chissà fra qualche anno?


Cà del Bosco – Cuvée Annamaria Clementi 2001
(Chardonnay 55%, Pinot Bianco 25%, Pinot Nero 20%)
Dorato, con ancora una sfumatura verde, luminosissimo, ha il riflesso di un lingotto d'oro tagliato e lavorato.
Profuma di bigné alla crema, frutta tropicale, rocce bianche aride, incrostate di sale.
In bocca ha volume, bolla vaporosa, sapidissimo con aromi terreni di sottobosco e legno bagnato, molto elegante.
Manca appena di profondità, ma l'aggiunta del "per ora", mi sembra d'obbligo.

Cà del Bosco – Cuvée Annamaria Clementi 1999
(Chardonnay 60%, Pinot Bianco 20%, Pinot Nero 20%)
Sfumatura completamente dorata, ma una vero e propria sorgente di luce, con una bollicina nobile, che si muove con grazia ordinata, senza affrettarsi.
Magnifico naso terziario, di liquirizia e radice, budino alla crema, sale, erbe di montagna essiccate in fienile, frutta tropicale matura, succosa e fresca.
La bollicina apparentemente timida diventa protagonista in bocca, poi in sequenza freschezza e di nuovo sapidità, un filo conduttore di questi vini.
Aromi floreali, fruttati più freschi di pesca gialla, con distensione lunghissima, alla cieca lo si potrebbe battezzare come una Grande Année di Bollinger.
Metodo Classico di valore assoluto, non solo in Italia, da almeno almeno, 94 punti.

Cà del Bosco – Cuvée Annamaria Clementi 1995
(Chardonnay 55%, Pinot Bianco 25%, Pinot Nero 20%)
Dorato con sfumatura ambra, di una bellezza affascianate, a cui non si può chiedere altro.
Matrice minerale pazzesca, di roccia sulfurea, mi sembra da subito lo stesso profilo olfattivo del Vouvray 2007 di Chidaine che ho sentito la sera prima, un flash... é assurdo ma ne sono sicuro.
Poi torta al limone, nocciola, piccoli frutti gialli, uva spina, muschio e licheni.
Al gusto ha una bolla cesellata, salmastro, dal gusto di cedro entra molto alto e poi ha un calo repentino, per poi assestarsi su note sfumate ma coerenti.
Ancora un gran spumante, 90 punti.

Cà del Bosco – Cuvée Annamaria Clementi 1985
(Chardonnay 35%, Pinot Bianco 35%, Pinot Nero 30%)
Oro antico dalla sfumatura ramata, ha profumi ferrosi, muschiati, vellutati di brezza marina e iodio.
In bocca maturità e sapidità, con la freschezza che ormai é comprimaria e non protagonista, dall'alto dei suoi nobili 30 anni, rimane la pienezza di una grande base-vino.
Riportando al naso ora ritrovo la fragranza di una crostata di albicocca e più lo assaggio e più mi piace, capolavoro da 91 punti.


In coda aggiungo alcune foto, dell'incredibile percorso nel bosco, che porta al vigneto del Dosage Zero Noir, una balconata sul Lago d'Iseo.












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