Serata Krug Ristorante Inkiostro (28/09/2018)

Krug... solo il nome induce rispetto, forse persino timore, per tutta una serie di buoni motivi... esclusività, unicità nel carattere, blasone, la dynasty familiare, i leggendari Clos, non ultima la quotazione delle bottiglie, che seppur più che giustificata, non le rende certo accessibili con leggerezza.


Poterne assaggiare ben quattro espressioni tutte insieme è stata una di quelle occasioni da cogliere al volo, per avere la definitiva conferma nella percezione della cifra stilistica, per cogliere quelle differenze che assaggi separati da mesi non potranno mai definire.

Due diverse edizioni della Grande Cuvée, la loro controparte Rosé, il millesimato 2004, così potenzialmente diversi per natura, assemblaggio, ambizione, orizzonte temporale. Alla prova dei fatti, invece, molto più vicini di quanto non ci si potesse aspettare.


Un'anima plasmata dalla stessa filosofia, nel come la bollicina anima questo liquido dalle sfumature profonde e antiche, per l'impatto aromatico in grado di regalare tutto quello che l'immaginazione decide di scoprirci dentro, quel modo intransigente di appoggiarsi al palato e sui sensi, quella freschezza che sempre accompagna il finale di bocca, certamente incisiva, ma mai fine a sé stessa.

Il punto di partenza è questo, un'origine da cui ogni bottiglia percorre un diverso percorso per arrivare a esprime quel carattere che ne definisce l'unicità e il senso nell'universo Krug. Una famiglia e la sua visione dello Champagne, affinata generazione dopo generazione e trasformata in tante realtà.

E allora la 🍷 166a edizione, ultima uscita e così disperatamente giovane, lascia già intravedere la futura grandezza. In questo momento quasi "composta" nei profumi, immediati di roccia spaccata, iodio, cenere e salvia. Luminosa e imprevedibile appena portata alla bocca, con quei minuziosi ricordi di frutta secca, l'evoluzione controllata, l'acidità pulsante, un succoso finale tutto su zest di limone. Ora diamante grezzo, fra cinque anni ogni bottiglia sarà letteralmente uno scrigno.

Mentre lo servono colgo con lo sguardo il “Krug ID” della 🍷 164a edizione e, così al volo, scopro che sono passati ben più di due anni dalla sboccatura... “forse non tutti sanno che”, mese e anno ne compongono le prime tre cifre. Una cara amica mi ha poi raccontato che è precisa volontà di Olivier Krug in persona far servire, in queste occasioni ufficiali, solo bottiglie in cui la tappatura definitiva è avvenuta da almeno ventiquattro mesi.

Un motivo in più per ringraziarlo se nel futuro avrò mai la fortuna di poterlo incontrare, perché la Grande Cuvée gode tantissimo nel farsi attendere guadagnando generosamente in complessità e ampiezza. L'approccio è infatti decisamente più voluttuoso, si colgono nitidamente zucchero filato, erbe aromatiche, confettura di albicocca. All'assaggio invece è spuma di mare, per l'impronta aromatica e cremosità della bollicina, volume e misura ne definiscono in parti uguali le dimensioni, una progressione sinfonica che racconta di spezie, miele salato, granita agli agrumi.

Stessi numeri iniziali anche per il 🍷 Krug 2004 che, in molti aspetti, si è posto come uno stacco deciso rispetto ai calici precedenti, sposando senza indugi eleganza e suadenza. Fin da subito il colore dominante è il giallo, di fiori e del sole, di campi inondati dalla luce d'estate, di essenze orientali. Un sorso languidamente disteso, per una volta la freschezza nervosa lascia un timido spazio a un equilibrio maturo e per certi versi dolce, profondità che con una svolta finale vira decisa verso piccole bacche rosse confite.

Nella 🍷 22a edizione del Krug Rosé potenza e pienezza alzano ancora di un gradino l'asticella. Decisi i profumi, che si impongono senza possibilità di replica su frutto e spezia, definite in vaniglia alla fragola, cipria, tratti amaricanti di agrumi esotici, la sensazione metallica del rame, infine zenzero e pepe.

Una forza che non cede di un millimetro sull'attacco di bocca, un approccio in grandezza dove le linee sono però morbide e vellutate, l'acidità diventa solo uno dei tanti protagonisti mettendo avanti una progressione piccante e salina, stemperata da sapori di mela al forno e cannella. Non è facile nemmeno in Champagne trovare rosé di reale significato, questa bottiglia appartiene senza dubbio alle rare eccezioni.

Silvia Rossetto, brand manager di Krug Italia ha fatto gli onori di casa della maison, lo stesso Francesca per l'Inkiostro, ospite di questa vera festa dei sensi in cui, per una volta, la cucina di Terry si è fatta da parte lasciando allo Champagne il ruolo di protagonista.

Nella sua arte ha giocato come d'abitudine su consistenze e accostamenti fra sensazioni dalla polarità estrema, piatti mai facili da abbinare, ma che possono superare la fredda teoria geometrica e trovare alleanze insospettabili, come nella fusione fra il Nido di Rondine e la Grande Cuvée 164a edizione. Stupenda già da sola la Ventresca di Tonno, la cui grassezza carnosa ha dato vita a qualcosa di sublime nell'accostamento con Krug Rosé 22a edizione.


Champagne e cucina ricercata possono far tanto nel rendere riuscita una cena, ma la compagnia è spesso decisiva più di ogni altro fattore. Prenotato in solitaria mi sono accomodato in un tavolo allegro e ben assortito insieme a Marika e Alessandra, compagna di calici che da tanto non rivedevo, nel frattempo diventata una fresca 👰 sposina. Ho saputo solo il giorno dopo che era persino la vigilia del suo compleanno, abbiamo inconsciamente festeggiato con il miglior brindisi possibile.

Di seguito la lista delle bottiglie presentate dalla maison Krug per questo incontro, i piatti preparati da Terry sono riportati sul piccolo menù lasciato ad ogni ospite alla raccolta di ricette 📖 “Un mare di racconti”.

🍷 Krug Grande Cuvée 166a edizione (Krug ID 117003)

🍷 Krug Grande Cuvée 164a edizione (Krug ID 316028)

🍷 Krug 2004 (Krug ID 316034)

🍷 Krug Rosé 22a edizione (Krug ID 416041)









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