Armando Castagno - “Castellina, Il Baricentro del Chianti Classico” (01/09/2018)

“Castellina, Il Baricentro del Chianti Classico”... così era intitolato il seminario con cui Armando ha aperto le degustazioni dei “I 3 giorni di Sangiovese 2018” a Rocca delle Caminate, nostalgica residenza dominante su Predappio e, in realtà, sull'intera Romagna. 


Un pomeriggio che partendo dal sole d'estate si è chiuso spalancando le porte alle piogge d'autunno, il rumore dell'acqua battente, l'aria fredda che filtrava pungente dalle finestre della sala. Ce ne siamo accorti solo alla fine, presi dal racconto e dagli assaggi. 

“Baricentro” per la posizione geografica, per le altezze comprese fra la pianura e l'alta collina, per una geologia di terreni che accoglie tutti i sottosuoli del Chianti, per l'espressione dei vini che racchiude almeno un poco di tutte le caratteristiche salienti dei comuni vicini, amalgamandole senza enfatizzarne alcuna. 

Albarese, Formazione di Sillano, Argille Azzurre si alternano senza criterio per un caos di movimenti tettonici lungo milioni di anni. La geometria dei vigneti visti dallo spazio insegue la matrice dei sottosuoli, sporadici a Nord, più densi al centro, al Sud le aziende, anche grandi, che hanno fatto la storia di Castellina. In generale una qualità media molto alta, con tanti piccoli produttori che lavorano bene. 

Una degustazione che per me è stata un vero salto nel buio, ho una storia di assaggi del Chianti Classico scarsa e frammentata. Ancora una volta mi rendo conto di quanto sia stato miope nel trascurarlo, ora invece, di calice in calice, lo scopro con entusiasmo sempre più vicini ai miei gusti. 

Da esordiente totale mi è sembrato che l'equilibrio sia la cifra dei vini di Castellina, più intesa come grazia, priva di eccessi evidenti senza rinunciare ad essere un sorso vivace e pulsante, un'anima dal peso delicato, l'ingresso di bocca dolce di frutto che poi sceglie e sposa la via della salinità. A volte un timido calore come ultimo saluto nei 2015, impronta indelebile di un'annata solare, guizzante e meravigliosamente sottili i frutti della 2016. 

Lì sul momento non sono stato a fare classifiche, ho preferito assorbire il più possibile delle parole di Armando, non ho annotato punteggi probabilmente improbabili, solo un piccolo segno a fianco di quelli con cui ho raggiunto una maggior sintonia. 

Il primo vino ha sempre una chance in più di rimanere nel cuore, per un mix di sete e di voglia, a maggior ragione se così leggero, disimpegnato, tuttavia per nulla banale come il 🍷 Rubiolo 2016 di Gagliole, vino di ingresso anche per la stessa azienda. 

Ti accoglie allora con un profumo delicatamente floreale, morbido di spezie, dal soffio di terra rossa e il frutto turgido che sboccia solo ruotando il bicchiere. All'assaggio ne godi la freschezza e il ristoro, un garbo infinito nel mostrare appena un'ombra di tannino, finale di sale e di sole. 

Avevo già sentito almeno nominare il 🍷 Casavecchia alla Piazza di Buondonno, Armando condurrà una serata su Michelangelo a Bologna ad inizio ottobre e ci sarà anche questo vino. L'azienda è storicamente appartenuta a Leonardo, nipote del Buonarroti, che nonostante un destino apparentemente segnato da nome e cognome, ha preferito la vita in campagna all'arte. 

É stato subito “mio” fin dal colore, saettante, luminoso, giovane. Se anche gli fossi sfuggito mi avrebbe comunque raggiunto con quel piccolo frutto, croccante e succoso, alleato di un sottofondo di sottobosco autunnale, complice di sensazioni aperte su erbe officinali e caramella alla liquirizia. In bocca semplicemente buonissimo, per quella freschezza di un millimetro sopra alle righe come sempre vorrei, coerente nello sviluppo aromatico, lunghissimo nella chiusura di gelato alla fragola. 

Infine, su canoni completamente opposti, il 🍷 Vigna Viacosta 2015 della Fattoria Rodáno. Un colore più scuro che contrasta con la leggerezza che lo aveva preceduto, balsamico, penetrante, l'eucalipto che prova a nascondere un frutto dolce, bluastro, dalla nitida maturità. Trasmette sole, calore, quasi ambizioni terziarie, persino un refolo salmastro e iodato. Così diverso e ugualmente magnifico. 

Strana e meravigliosa la progressione del sorso... inizia caldo, largo, pieno, poi si stringe aggrappandosi ad una salinità scura, distillando una natura essenzialmente minerale che ne placa l'intensità e lo proietta così avanti che sembra non voler porsi limiti. Se lo dovessi definire usando una sola parola, sarebbe “carattere”. 


Ci sono stati tanti altri assaggi, tutti comunque diversi e di piena soddisfazione, ma quando si conosce poco penso sia meglio non dilungarsi tanto, metterò allora solo la lista completa, senza altri racconti. 

🍷 Gagliole – Chianti Classico Rubiolo 2016 

🍷 Bibbiano - Chianti Classico 2016 

🍷 Buondonno - Chianti Classico Casavecchia alla Piazza 2016 

🍷 Setriolo - Chianti Classico 2015 

🍷 Villa Pomona - Chianti Classico Bandini 2015 

🍷 Fattoria Rodáno - Chianti Classico Vigna Viacosta 2015 

🍷 Lilliano - Chianti Classico Riserva 2015 

🍷 Rocca delle Macie – Chianti Classico Gran Selezione Sergio Zingarelli 2014 

Da Armando ci si devono sempre aspettare degustazioni magnifiche, ho rivisto con piacere Francesco con cui avevo condiviso un'emozionante degustazione di Castello di Monsanto a Bologna, posso solo ringraziare ancora Stefano, per aver ancora una volta organizzato questo evento.


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