D & D day 2015

Sarebbe Dudi & Didi day, la degustazione di Michele e Diana nata anche come alter-ego del Bibenda Day, per arrivare quasi sempre a superarla per qualità e scelta dei vini.

Per me, che ormai da qualche anno ne faccio parte, il nome invece si traduce immediatamente in Doomsday "il giorno del giudizio", quello in cui ho avuto modo di sentire i vini più incredibile che abbia mai sentito nella mia vita.


Tutta la degustazione fatta a bottiglie coperte, me ne porto tanti nel cuore, quest'anno é andata così...


#1 – André Beaufort – Champagne Brut Ambonnay GC 2005 – 12%


Si può iniziare una degustazione con Beaufort come primo vino? Certo che si può, tanto dopo basta salire, e si salirà un bel pò
Ha sfumatura di sabbia rossiccia, con lampi di verde, profumi dolci di pera, pan di spagna e ciliegia. Odora in modo terreno di argilla ferrosa e si condisce in modo pungente di chiodi di garofano.
Un sorso vinoso, con una bolla sublimata, il suo accogliente calore trasmette un aroma di caramella alla cannella e un refolo di mallo di noce.
L'ho già sentito, scrivo sul notes, Beaufort Polisy, e avendoli sentiti prima solo in sequenza nella stessa sera, mi concedo il lusso di aver sbagliato il cru.
88 punti

#2 – Jaques Selosse – Champagne Brut Substance GC s.a. - 12.5%


Giallo carico, con la bollicina minutissima e una pennellata vivace ancora giovane e verdolina.
Naso di ciambella fragrante, marino di ostrica, minerale di conchiglia e gesso candido, nel fruttato si esprime in modo netto di pesca gialla e succosa, e di cedro maturo.
L'impatto minerale guadagna spazio secondo dopo secondo, in modo deciso, in esaltazione salina, portandosi dietro una nota di resina che gli fa ponte, verso le controparti dolci di crema e vaniglia.
Il sorso entra di volume, con carbonica spumosa e piena, da cui sgorda un ruscello di acidità sottile e lunghissima.
Placato la fase vaporosa, é il magistrale uso del legno che mi conquista, una vaniglia leggera, da grande Borgogna, che finisce in modo coerente di puro pompelmo.
Ha quella elegante nota tannica, che hanno solo i grandi Champagne, e se anche non avesse le bolle, sarebbe comunque un grandissimo vino.
95 punti

#3 – Bollinger – Champagne Extra Brut R.D. 1990 – 12%


Calice dorato, penso ad una surmaturazione e scoprirò solo dopo che si trattava piuttosto di una questione di età, anche se le bollicine rade un indizio me lo avevano dato.
Profumi di spiaggia al mattino, tantissima liquirizia, erbe aromatiche penetranti, miele delicato conducono mano a mano che l'aria lo risveglia a pepe bianco e tabacco, fino ad arrivare alla polvere da sparo.
In bocca la bolla si sente appena, ha una forte impressione di miele, mantenuta aromaticamente in equilibrio dalla sensazione fresca di arancia candita.
Una struttura importante, e l'uso dell'aggettivo masticabile non sarebbe del tutto sbagliato, si distende in lunghezza, richiamando di nuovo la liquirizia e un ricordo tostato di caffè.
Ha ancora una freschezza avvertibile, ma comincia a cedere al corso del tempo.
91 punti

#4 – Bonneau du Martray – Corton-Charlemagne GC 2005 – 13.5%


Giallo appena sfumato, in pienezza di tonalità, ha profumi dolci, di pesca e albicocca mature, vaniglia delicata, mandorla fresca e cioccolato bianco, sfumati su un graffio salino.
Sorso intrigante, un mix di calore e sapidità, un nobile tannino da legno piccolo che chiude in una sensazione di terra bianca e radice.
Manca un filo di freschezza, ne esce una sfumatura di alcol più del dovuto, ma la nobiltà é evidente.
89 punti

#5 – Château Rayas - Chateauneuf-du-Pape 2004 – 13.5%


Verdolino luminoso, mi stupisce subito al naso, dove me lo aspetterei agrumato e invece parte di melone bianco, nettarina, sale, nocciola fresca spezzata, un bellissimo budino caramellato e roccia scheggiata.
In bocca entra potente, avvolgente e morbido da dare quasi un'impressione dolce, trasmette calore e l'acidità é decisamente comprimaria, ma é talmente coerente ed amalgamato da arrivare ad un fascino unico.
91 punti

#6 – Lopez de Heredia – Vina Tondonia Gran Reserva 1991 – 12%


Centro del bicchiere dorato, ma il bordo é ancora giovane, ha profumi pepatissimi, con sentori di terra secca riarsa dal sole, aromaticità penetrante di rosmarino e ruta, dolce di vaniglia e scorza di limone.
Il sorso ha una piacevole sbavatura, quasi artigiana, dalla freschezza nervosa e un sviluppo gustativo appena scomposto, ed assolutamente territoriale (ma questo lo scoprirò solo dopo...).
Gli manca appena una maggior lunghezza, ha ancora tanto legno da integrare, ma é una bevuta appagante, dall'alto dei suoi 25 anni, non ha per nulla sfigurato davanti alle bottiglie illustri e più giovani, che lo hanno preceduto.
89 punti

#7 – Paolo Scavino – Barolo Rocche dell'Annanziata 1996 – 14.5%


Viene servito insieme ai 2 successivi insieme, e li ho davanti tutti e 3, li annuso in sequenza... lui e il terzo non mi piacciano per niente, poi vediamo come va a finire.
Granato, con orlo aranciato, ma piuttosto carico di colore, ha profumi balsamici e animali, confusi, di sangue e frutta, mora, prugna cotta, carnosità e acqua di pomodoro salata.
Di nuovo sale al primo sorso, un tannino indomito, e forse indomabile, manca di aromaticità in bocca, chiude sapido.
Ho il tempo di lasciarlo riposare nel bicchiere, e migliora un bel po, diventa più elegante ma rimane lontano dai vecchi nebbiolo sentiti questo inverno.
87 punti

#8 – Chateau Mouton Rothschild – Pouillac 1999 – 12.5%


Granato chiaro, con quella che sembra una leggera velatura, ha un naso per me inconsueto che mi conquista immediatamente.
Profuma in modo elegante di grafite, tostatura, vaniglia vellutata, fragola fresca e terra polverosa bagnata dalla pioggia.
In bocca entra delicato, con un'equilibrio nobile, tannini levigati e ben organizzati, aromi di frutta a bacca rossa grande, un lunghezza da grandissimo vino.
E infatti "il est Mouton-Rothschild"...
94 punti

#9 – G.Quintarelli – Amarone della Valpolicella 2000 – 16.5%


Rubino scuro con orlo granato, lo porto al naso per diversi minuti, ma rimane un vero disastro.
Decisamente vegetale, e contributo animale evidente, mineralità poco nobile, cuoio, terra bagnata e fangosa, appena un pò di mirtillo a dare sollievo.
In sorso non cambia registro, dolcezza e vegetalità si fondono in un'impressione foxy, tannino pesante, calore di alcol non bilanciato.
Potrei cavarmela dicendo "non é il mio vino", e non sarebbe vero, potrei barare dicendo "non l'ho capito", e questo potrebbe anche essere vero...
Mi limito a non segnare il voto, che sarebbe stato davvero troppo basso.
(non giudicato)

10# - Cristophe Perrot-Minot – Nuits Saint Georges 1er Cru "La Richemone" 2002 – 13%


Rubino vivace, con bordo tenuemente granato, i profumi mi riportano la delizia al naso, con un ricordo di nebbia fruttata e ghiacciata, mirtillo croccante, terra rossa, ferro e arancio.
Pura eleganza, espressa in gelatina di fragola, rosa dello stesso colore, sfumatura speziate fresca di cannella.
Bocca raffinata, rinfrescante, con un volume appena sopra a quello che ti aspetti e un soffio di calore che lo rende ancor più accogliente.
Bellissima aromaticità, anche se non così esplosiva, mi appaga in modo completo, sarà il mio vino della giornata, quello che porterò nel cuore, tenendo conto anche del fatto che forse questa avrò magari la possibilità, seppur remota, di risentirla.
93 punti (con un + di fianco)

11# - Jayer-Gilles – Echezaux GC 2002 – 13.5%


Rubino pieno, a confermarsi anche sull'orlo, che solo nella periferia estrema, ha un sfumatura appena granato.
Fine nei profumi senza essere esplosivo, gioca sul ricordo di agrumi rossi e giovani, brezza di spiaggia al mattino, salinità e timbro ematico elegante.
In bocca entra di volume, di forza tannica e fruttosità matura a bacca grossa, si impone in alto di forza.
Lo metto alla pari del precedente, sfrutta le potenzialità del suo cru, tuttavia sacrificando un po la finezza, e questo é un peccato.
93 punti

12# - François Gros – Richebourg GC 1971 - ??%


Titolo alcolometrico sconosciuto, é una bottiglia che viene dalla cantina storica di Anne, che l'ha regalata a Michele.
I miei compagni di degustazione sentenziano "tappo", li guardo allucinato, insieme a Michele e Francesco mi oppongo in modo deciso, qualcuno la tirerà avanti ancora un pò... la verità é che siamo davanti ad un capolavoro.
Ormai aranciato, ha perso colore, o forse non ha mai avuto, viene da un'altra epoca, a 45 anni di distanza.
Profuma di chinotto, spezie nobili, carbone, erbe di montagna fresche e in caramella balsamica, acqua di mare, tanto sale e un bellissimo cuoio nel bicchiere.
In bocca, entra con un guizzo di volume, procede integro per tantissimi secondi, poi vira a sposare note dolci, lasciandosi dietro le parti sapide, ma intanto ti ha schiaffato in faccio che cos'é un Pinot Noir, un'immagine che rimane indelebile.
Ho segnato 96/97 punti

#13 – Romano dal Forno – Recioto della Valpolicella 1994 – 15%


Rubino granato, naso potente di erbe aromatiche, fumé, tabacco biondo, sigaro e appena pepato.
Dolcezza delicata, mantiene una bella freschezza, ma alla fine l'alcol esce e diventa appena bruciante.
Anche sulla profondità mi sarei aspettato un po di più
87 punti

#14 – Salvatore Murana – Creato 1976 – 14.5%


Color caramello con bordo ambra, con lampi di verde smeraldo.
Ampio nei profumi che sanno di fico d'India, sale grosso, macchia mediterranea, pepe verde, prugne sciroppate e carruba.
Bocca dolce, quasi piccante, con una vena di zucchero caramellato, penetrante e speziato, con una freschezza che non può che essere in secondo piano, non evidente ma fondamentale per mantenerlo integro.
94 punti







Commenti

Post popolari in questo blog

Androvandi – Colli Bolognesi Pignoletto Classico “Alto Vanto Bianco” 2015

🍷 Fallet-Prevostat - Champagne Non Dosé Avize Grand Cru n.m.

Armando Castagno e la Borgogna: Côte de Beaune - Pommard e Volnay 12/03/2018