Degustazione Schiave dell'AA 23/03/2017

Una battuta ha fatto nascere una delle degustazioni di Schiava più complete che si possano immaginare... in orizzontalità, perché ha coperto quasi l'intero Alto Adige, in profondità, visto che per lo stesso Cru siamo andati 20 anni indietro nel tempo.



Il plus avere Daniele a scegliere i vini e a condurla, la persona che materialmente ha realizzato dalla più giovane alla più vecchia delle bottiglie di “Huck am Bach” che abbiamo aperto insieme.

L'occasione per andare finalmente a salutare Padre Max nella sua nuova avventura Carpigiana, il Godò, un locale intimo, con una bella luce... sta cercando di fare davvero bene, si capisce dalla scelta di bottiglie che propone e nella volontà di organizzare serate come questa.

Sul tavolo ci ha fatto trovare il libricino per gli appunti, la presentazione della serata, la lista dei vini e tanti bicchieri che durante la serata verranno riempiti e velocemente svuotati.

La Schiava é un rosso sfavillante, da giovane ha una fragranza ineguagliabile, il colore é il più bello del mondo, un vino immediato e raffinato, quello che ha da offrire lo porge senza costringerti a cercare. Luminosa trasparenza, raffinatezza di frutto in ciliegia e mandorla, florealità di garofano o rosa in funzione della maturità delle uve.

Queste le conferme, poi sono venute le sorprese, il lavoro del tempo... in realtà qualche indizio l'avevo avuto, raccontato in una degustazione l'anno passato da Pierluigi Gorgoni, uno dei giornalisti e conoscitori di vino più creativi che abbiamo in Italia.

Con gli anni, possono essere 3, 4, 5 ..., la parte floreale e fruttata della Schiava, che la fa amare da giovane, diminuisce lasciando emergere un'inattesa ricchezza speziata. La struttura, che sembrerebbe così gracile, invece tiene, forse perché non avendo dimensione colossale, non può crollare sotto il proprio peso.

Rimane la snellezza intatta, quello scorrere leggero ma ugualmente saporito di aromi che negli anni diventano sfumature autunnali, una complessità sottile da cui finalmente sale quella mineralità salina che da giovane é nascosta dal frutto. Questo a sua volta si trasforma, da bacca croccante diventa un agrumato dolce.

Come sempre ho scritto molto, ma con così tanti vini é difficile focalizzare il tratto distintivo di ognuno, preferisco allora attingere direttamente ai ricordi più vivi, rimasti impressi anche dopo alcuni giorni.

Magnifica la 🍷 Meraner Vernatsch 2015 di Popphof, di un rubino lucente che in mezzo a tanta altra luminosità riesce comunque a farsi notare. Estremamente floreale, una fragolina fragrante, dolce e succoso in bocca, un vero Skivasser, magrissimo, dal finale di acqua di rose. Rende forse merito all'esposizione ad Ovest del versante di Marlengo, posto freddo, bottiglia adorabile.


Tanto diverso e ugualmente sorprendete il 🍷 Lago di Caldaro 2015 di Manincor, esempio di agricoltura biodinamica e fermentazione spontanea, balsamico, pepato, una mineralità sulfurea di pietra focaia, il piccolo frutto arriva solo in un secondo momento. Il sorso porta un curioso aroma di anguria e dopo aver rinfrescato il palato, conceda anche leggero calore.


Non avevo mai sentito il 🍷 Lago di Caldaro 2015 di Giorgio Grai, più scuro degli altri calici, quasi con bordo aranciato, un'espressione più matura, rocciosa, in cui si percepiscono anche ricordi vanigliati.


Conosco invece meglio i vini Maso Unterganzner, il genio creativo di Josephus Mair, il suo 🍷 Santa Maddalena 2015 ha l'intensità come tratto riconoscibile, per come può esserlo in una Schiava. Speziato di pasta di mandorle, la frutta già verso la gelatina, scontroso e irrequieto in bocca, come devono essere le bevute di carattere... semplicemente buonissimo.


Tutte le volte ci lascio il cuore e stavolta ho avuto pure i testimoni... lo stesso Daniele riconosce a questa bottiglia, il 🍷 Santa Maddalena Classico 2015 di Pfannenstielhof, tutto il valore che merita. Raffinato, elegante, persino la frutta si offre in punta di piedi per lasciare spazio a ricordi ematici, ferrosi, già complessi dopo solo un anno. Il colore é un gioiello, dopo un ingresso in dolcezza floreale, il sorso é minerale, nervoso, vivo. Profuma di sali balsamici a bicchiere vuoto. Non mi ripeto, quello che penso di questo vino l'ho detto mille volte...


Sul filo di lana delle bottiglie d'annata gli é arrivato vicino il 🍷 Santa Maddalena “Moar” 2015 della Cantina di Bolzano, il cru nel cru della “Huck am Bach”, un vino di Daniele, fino all'anno scorso proposto solo in magnum. Naso esplosivo, un solletico di brezza marina, appena più tranquillo in bocca, dove lascia un aroma di ciliegia matura. A calice svuotato, esprime ancora eleganza.


Ci siamo meritati anche l'anteprima del 🍷 Santa Maddalena Classico “Huck am Back” 2016 che ancora deve uscire sul mercato... privilegi da enologo che sfruttiamo con piacere. Un rubino più denso, quasi particellare, giovanissimo e magnificamente speziato di tabacco, dai mille fiorellini di campo, allegri e freschi. Sorso nervoso, tirato, irrequieto, finale croccante di ribes... piaciuto immensamente, il 2016 é stata una grande annata. Quest'anno alla Vernatch Cup avranno da divertirsi.

Nella progressione di 🍷 “Huck am Back” 2015, 2012 e 2008 ho avuto piena conferma di quello che avevo sentito da Pierluigi Gorgoni, la spezia cresce piano piano, dai toni salmastri del più giovane si passa ai ricordi jodati, la frutta da piccola e rossa diventano agrumi maturi, tamarindo e chinotto, la salinità del sorso comincia ad accostare una freschezza che comunque non se ne vuole andare.


Infine... 🍷 "Huck am Bach" 1997 in magnum... granato mattonato, un getto di spezie, macchia mediterranea, menta piperita, resina, aghi di pino... un sorso che è succo di arancia, magro e sottile, fresco come un sorso di acqua in una fontanella di montagna, un filo di evoluzione sul finale di bocca. Aromi jodati e salini come ultimo regalo... outstanding.


Piattino di salumi e formaggi alla fine della degustazione, “carne salada” spettacolare... en passant anche un bellissimo Lagrein Riserva “Taber”, orgoglio della Cantina di Bolzano.






Grande serata, Schiava vino del cuore.

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