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Visualizzazione dei post da giugno, 2022

🍷 Giuseppe Rinaldi – Langhe Freisa 2018

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Non li avevo mai attesi cosΓ¬ tanto, dolcetto, barbera, nebbiolo e appunto freisa tendo a bermeli abbastanza in scioltezza, quando ne ho voglia, perchΓ© se mi mettessi timore reverenziale anche su questi vini, finirei per non sapere cosa prendere dalla cantina. E poi mi piace quella forza giovanile che le sue bottiglie esprimono nei primi anni, l’espressione fruttata cosΓ¬ spontanea, la tessitura ancora scabra, farsi solleticare i sensi anche in modo piuttosto diretto. Alla fine non Γ¨ che siano passati cosΓ¬ tanti anni, ma sotto l’impostazione originale e riconoscibile le differenze ci sono. E’ un freisa che si fatta piΓΉ austera, la polpa rossa ha lasciato spazio ad una speziatura penetrante, alla terra rossa, al sottobosco asciutto. Ha guadagnato spessore e lo ha levigato, almeno all’inizio del percorso di bocca, perchΓ© poi l’increspatura arriva, in un sorso saporito, salato e la gola che dopo qualche secondo, appena si riscalda. PiΓΉ seria, piΓΉ intensa e sempre di grande soddisfazione, no

🍷 Le Vieux Joseph - VallΓ©e d’Aoste Pinot Gris “𝐿𝑒 𝑃𝑒𝑑𝑖𝑑 π‘ƒπ‘Ÿπ‘–π‘›π‘π‘’” 2019

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Aggiungo solo due parole sul “𝐿𝑒 𝑃𝑒𝑑𝑖𝑑 π‘ƒπ‘Ÿπ‘–π‘›π‘π‘’” nato dal lavoro di Ilaria Bavastro in un minuscolo vigneto di appena 0.2 ha, per sottolineare come sia un vino delizioso, cominciando dal nome e proseguendo con il disegno sulla bottiglia, per arrivare poi al finale di bocca, che rende finalmente merito alla vera natura del pinot grigio, che se rispettato oscilla fra le prerogative del bianco e gli aromi dei rossi. Ed Γ¨ proprio lΓ¬, mentre la materia liquida sfuma e del vino rimane la parte area, che nella memoria si forma un’immagine cosΓ¬ definita di ribes e ciliegia.