Quel che resta di... Tenuta Dornach 21/08/2016
Rubo una foto di Armin e la sovrappongo alla mia, scattata la mattina
del giorno dopo, appena alzato, a poche ore dalla partenza per Bologna.
Guardo la fila di bottiglie e vedo alcuni spazi vuoti, quelle che i
miei compagni si sono portati a casa, per tanti motivi... un secondo
assaggio, un parere da dare ad un amico, un vino che aveva colpito in
modo particolare.
Noto solo ora che manca anche l'Albana
“MonteRè” 2011 di JP Babini, vuol dire che é proprio piaciuto e sono
contento, per JP e in particolare per questo vino, che ho imparato ad
amare.
L'anno scorso avevamo organizzato una serata simile io,
Armin e Daniele... quest'anno si sono uniti Patrick, il mio padrone di
casa, e Luca, che si é fatto 320km andata e ritorno da Cortina per
essere con Noi.
Questa é passione, di quelle vere, di quelle che uniscono.
Non è stata una degustazione tecnica, piuttosto voglia di condividere,
di sentire insieme bottiglie tenute da parte per tanti motivi diversi.
Armin, Daniele e Patrick nel vino e con il vino ci vivono, a questo
mondo hanno approcci in parti diversi ma ugualmente intensi, con un
bicchiere in mano parlano, ascoltano, si rispettano.
Di ogni vino
ognuno apporta una sfumatura, chi più tecnica, chi più filosofica, chi
più sul metodo... ognuno porta un colore e insieme formano l'arcobaleno,
come quello che ha incoronato le montagne sopra a Salorno dopo il
temporale che ha fatto da ouverture alla nostra serata.
Quando
sono con persone come loro, preferisco parlare poco e mettere tanto da
parte... e forse perché così concentrato ad ascoltare, mi é rimasto un
ricordo straordinariamente nitido di ogni vino, quasi ne sento ancora in
bocca e nel naso, aromi, sensazioni tattili e profumi.
Fra tutti voglio scegliere 2 bianchi e 2 rossi...
Il primo é proprio l'Albana MonteRè 2011 di JP Babini, una bottiglia
che mi ha regalato Lui stesso, dallo straordinario rapporto con l'aria,
dolce di miele e mela Golden nei profumi, intenso, potente con una
freschezza piccante, preziosamente conservata in un'annata così calda.
Lo avevo sentito appena uscito, quasi 2 anni or sono, e non si é
buttato alle spalle nulla di quella gioventù nervosa... mi chiedo dove
accidenti voglia andare questa bottiglia.
A proposito di
bottiglie che se infischiano altamente del tempo che passa, la seconda
che scelgo é il Sauvignon “Sanct Valentin” 2006, figlio di una
grandissima annata e della maestria di Hans Terzer.
Si é discusso
qualche minuto su questo bicchiere, più sulla sua territorialità che
non sulla qualità indiscussa del vino, che ha messo tutti d'accordo fin
dal colore, giovanissimo, nei profumi intensi e mentolati, infine sul
sorso caldo e morbido, dal finale di agrumi e sambuco.
Per i
rossi, con il rischio di sembrare di parte, il primo che scelgo é
il Luvaira 2007 delle Tenute Anfosso, che avevo già sentito l'anno
scorso ad una degustazione, uscendone letteralmente stregato.
Il
Rossese é un vino raro e introvabile, sconcertante per la struttura, il
calore e la potenza che sfodera in bocca dopo essersi mostrato nel
calice con un colore così trasparente e vivace.
Bottiglia
praticamente finita sul posto, fra assaggi e riassaggi... forse stavolta
sono riuscito a far sentire agli altri qualcosa che non conoscevano.
Come secondo rosso la scelta cade d'obbligo su un'altra bottiglia
straordinaria, il Cabernet Riserva “Mumelter” 2006 di Daniele, che ce la
sta mettendo tutta per trasferirmi l'amore che ha per questo vitigno,
con ottimi risultati.
Dolce di spezie nei profumi, di cioccolato e
caffè, un frutto polposo e rosso meravigliosamente integro e croccante,
il sorso succoso e fresco, dal tannino levigato, proprio una degna
conclusione della sequenza.
Tante altre bottiglie sarebbero state
da raccontare, per i particolari che sono venuti fuori durante il
confronto, per un profumo, per un aroma, per un'impressione, ma già così
ho scritto troppo.
A me cosa resterà di questa serata? La
serenità della compagnia di Armin, Daniele, Patrick e Luca, in una
fresca sera di agosto, seduti attorno ad un tavole nel terrazzo della
Tenuta Dornach, nell'ultimo giorno della mie vacanze in Alto Adige.
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