Armando Castagno e la Borgogna: Côte de Beaune - Beaune e dintorni 26/02/2018
Finalmente...
mesi di attesa, l'aver scioccamente saltato il primo ciclo di 4
serate sulla Côte de Nuits, ci si è messo pure la coda dell'inverno
con una nevicata che ci ha costretto a mezz'ora di ritardo, ma infine
ci siamo.
Beaune
e dintorni... protagonista dichiarata la “capitale” della Côte
d'Or, ma prima, scendendo con ordine da Nord verso Sud, un passaggio
per Chorey-lès-Beaune, denominazione quasi totalmente ad Est della
D974, vigneti salvati da un destino come campi di patate dal
materiale nobile trasportato nei secoli dalle piene del Rhoin.
Non
che la classificazione salga oltre il rango di village, ma almeno il
nome del paese può essere sfoggiato in etichetta. Maggioranza di
vini rossi, golosi e fragranti, da bere senza troppi pensieri non
scevri di una certa personalità.
Un
vero rompicapo invece Savigny, incassata dentro alla combe de
Fontaine Froide, così larga da garantire una esposizione sufficiente
anche ai vigneti posti al suo interno. Altezze che spaziano dai 200
metri nei pressi del fiume, fino a quasi 400, orientazioni che nelle
posizioni più estreme devono volgere a pieno Sud per garantire la
piena maturazione.
Con
questi presupposti arrivare a definire “il Savigny” diventa un
vero problema, fra destra e sinistra fiume, alto e basso, per non
parlare di quello che c'è sotto la superficie, l'unico modo è
indagare climat per climat.
Infine
Beaune, città del potere nella Côte d'Or, per il numero
spropositatamente alto di abitanti rispetto agli altri comuni, perché
sede storica dei maggiori negociant. Gli effetti si vedono subito
osservando la cartina del finage, con una fascia enorme di 1er Cru,
qualche sporadica spruzzata village, persino una AOC varata ad hoc
per disporre di vigneti anche in posizioni inconsuetamente alte.
La
fame di “uve” dal buon blasone, senza tuttavia esagerare, ha
portato al già esasperato assetto attuale, pretendere persino il
riconoscimento di qualche Grand Cru avrebbe trascinato la cosa nel
ridicolo. Per curiosità ho controllato la classificazione del 1861,
ed era già tutto così...
Anche
inquadrare il tipico vino di Beaune non è cosa facile, Armando ci ha
detto “profondo, scuro, tannico per quanto può esserlo il Pinot,
anche vellutato e generoso nelle espressioni migliori”. Sicuramente
una classificazione così “democristiana” non aiuta, con questi
enormi climat che dal basso all'alto passando dal piatto a pendenze
importanti.
Anticipando
le sensazioni avute durante gli assaggi la mia impressione è che in
questi Borgogna conti molto di più la mano del vignaiolo che non il
vigneto, forse proprio per via di un terroir non così forte come in
altri comuni, dove la selezione è stata più ragionata e meno
guidata.
Venendo
ai vini... potrei dire “buoni, un paio molto buoni, ma nessuno
indimenticabile”, se non altro, da quelle parti, ci si salva con la
spesa ancora ragionevole.
Degustazione
iniziata con il 🍷 Bourgogne-Notre Dame de Bonne Espérance
2016 di Dubreuil-Fontaine, fruttosone, speziato, dalla natura erbacea
e un tannino di tutto rispetto. L'argilla gli ha dato sostanza e
negato un maggior dettaglio aromatico, bevuta simpatica, ma passante,
infatti mi sono pure scordato di fotografarlo (grazie Elisa 😉).
Anche
Chorey ha avuto il suo momento di gloria con il 🍷
Chorey-lès-Beaune 2015 di Tollot-Beaut. Una bella esplosione
floreale dalla freschezza di rosa, resina, jodio e alloro, che nel
tempo virerà su colori ancora più solari. In bocca un tannino
nervoso, che rende succosa l'espressione aromatica esaltando una
sottile vena salina, saporita di piccole bacche rosse.
Mi
é piaciuta la natura esile, essenziale, del successivo 🍷
Savigny-lès-Beaune 1er cru Les Lavières 2014 di Chaterine &
Claude Maréchal, vinificato senza aggiunta di solfiti e una
filosofia totalmente non interventista. Sapidissimo nel finale, dove
si avverte anche un certo calore, nei profumi aveva rivelato sentori
di sottobosco, muschio, geranio, senza negarsi una mineralità
ferrosa e di grafite che l'assaggio conferma in pieno aggiungendo
aghi di pino e incenso. Magari non così aperto e variegato, ma con
un bell'allungo.
Sfaccettature
che invece non mancavano nel 🍷 Savigny-lès-Beaune 1er cru
Les Marconnets 2014 di Simon Bize, che ha offerto forse il naso più
affascinante di tutta la serata. Rubino scuro, si presenta senza
troppi indugi su arancio e tamarindo, un'espressione del Pinot Noir
che mi piace sempre, seguiti da ruggine, cenere, sottili venature
erbacee, decisa salinità. Molto bella la progressione di bocca, che
partendo ancora dagli agrumi, dapprima sottile, cresce nettamente in
freschezza, per arrivare ad un finale piccante di fragola e
melograno. Sottile ma deciso, inquieto nel sorso, uno di quei vini
che non hanno nessuna intenzione di stare fermi, da inseguire senza
alcuna speranza di raggiungerli... puro fascino.
Al
quinto calice, il 🍷 Beaune 1er cru Les Bressandes 2014 del
Domaine des Croix, “finalmente” appare la tanto attesa violetta,
appena sbocciata, ancora bagnata dalla rugiada del mattino. Un
insieme vellutato, dolce, con anche un'idea di sottobosco per altro
asciutto e un filo di balsamicità. Bocca rigorosa, dalle sensazioni
magistrali, succo di bacche rosse ai lati con al centro una
concentrazione minerale che asciuga in un tocco leggero. Finale dagli
aromi aranciati, si appoggia ai sensi con una fermezza delicata.
Altro
“finalmente” accoglie il sesto assaggio, in questo caso per la
sfumatura granato del 🍷 Beaune 1er cru Coucherias 2013 di
Pierre Labet. Intensamente speziato di cannella, ribes, un
meraviglioso ricordo di mirto e terra rossa scaldata dal sole, a cui
si aggiungono cipria e sensazioni ematiche. Sorso inizialmente crudo,
si trasforma poco a poco trovando morbidezza e tocco vellutato.
Rimane una grande freschezza dal soffio quasi glaciale, finale di
resina e mineralità metallica. Un Beaune bipolare, e non lo
considero per nulla un difetto, anzi, proprio per questo, fino a quel
punto della sequenza la miglior bocca sentita, tuttavia...
Il
mio vino della serata é stato quello servito come numero sette,
l'unico che cercherò per averlo in cantina, il 🍷 Beaune 1er
cru Toussaints 2013 di Albert Morot. Rubino scintillante di luce in
cui si notano piccole particelle in sospensione, un inizio austero,
di spezie, cumino, sensazioni tostate, roccia grigia resa polvere,
seguite da sanguinella, menta e pungenti erbe aromatiche. L'agrume è
il suo registro di bocca, decisamente e inaspettatamente giallo, con
un tannino praticamente trasparente e un magnifico finale di fiori
dolci e fragranti, lavanda e succo di melograno. Palpita mentre
scorre sulla lingua, chiudendo gli occhi lo posso immaginare quasi
come un vino bianco, caratteristica preziosa, unica, che voglio di
nuovo sentire.
Ultimo
vino, il più atteso, quello con più anni sulle spalle, il 🍷
Beaune 1er cru Clos des Ursules 2009 di Louis Jadot, vigneto di
proprietà cinto da mura all'interno del climat Vigne Franches.
Monopole da secoli, la frase “seul propriétaire” è giustamente
e orgogliosamente ostentata in etichetta. Colore profondo e austero,
negli appunti rileggo il commento “da Nebbiolo”, naso che mi è
parso piuttosto ingessato, con profumi terrosi, tartufati, di foglie
e fiori essiccati, accompagnati da un ricordo di metallo
surriscaldato. Posato nel sorso, senza spigoli, una spina dorsale
salina, bagna le labbra con un'idea da acqua di mare, per un attimo
cerca l'allungo ma poi si trattiene, rimane compatto su tannini dolci
e levigati. Certamente un buon bicchiere, rimarrà così forse per
anni senza cedere ma nemmeno impreziosirsi, tuttavia, se cercassi un
vino con un simile approccio, non mi verrebbe in mente di rivolgermi
alla Borgogna, che per me è altro...
Una
gran bella serata, Armando tiene proprio bene la sala, ma non sono
certo io a scoprirlo stasera. Per i vini ho la sensazione e la ferma
speranza che il meglio debba ancora venire nei prossimi incontri.
Di
seguito la lista delle bottiglie in degustazione:
🍷
Dubreuil-Fontaine
- Bourgogne-Notre Dame de Bonne Espérance 2016
🍷
Tollot-Beaut
- Chorey-lès-Beaune 2015
🍷 Chaterine
& Claude Maréchal - Savigny-lès-Beaune 1er cru Les Lavières
2014
🍷 Simon
Bize - Savigny-lès-Beaune 1er cru Les Marconnets 2014
🍷 Domaine
des Croix - Beaune 1er cru Les Bressandes 2014
🍷 Pierre
Labet - Beaune 1er cru Coucherias 2013
🍷 Albert
Morot - Beaune 1er cru Toussaints 2013
🍷 Louis
Jadot - Beaune 1er cru Clos des Ursules 2009
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