I vini della Cantina Argiolas al "Il 25" di Carpi (2018/02/21)
Negli
ultimi mesi sto bevendo molti più rossi di quanto non sia mia
abitudine, soprattutto ho voglia di assaggiare cose diverse, magari
anche per trovare conferme o smentite a certi miei pregiudizi.
Le
cene con il produttore a "il 25" di Carpi mi piacciono un
sacco, per l'occasione, l'atmosfera che si respira appena varcato il
voltone dell'antico palazzo, il tavolo apparecchiato con cura solo
per noi, la cucina di Pier, le persone che si incontrano dai visi
spesso diversi.
Devo ammettere con onestà di non aver mai assaggiato un vino di Argiolas prima di questa serata, forse per il mio spirito un po' snob verso certi territori e determinate cantine. Probabilmente non mi sarebbe nemmeno venuta voglia di farlo se non ci fosse stata, proprio lì a Carpi, questa occasione.
Sono sempre il primo ad arrivare, mi ha accolto Elia Onnis, responsabile commerciale della cantina e ormai parte della famiglia Argiolas, avevo spostato una delle nipoti dello scomparso patriarca Antonio. Giovane, sempre con il sorriso, felice di raccontare il lavoro di 3 generazioni di uomini e donne della Sardegna. Il suo accento e la cadenza ritmica delle parole, sono fantastici.
Ha
un tono di voce come se stesse parlando ad un amico, con un calice in
mano e davanti ad un bel piatto, che anche lui sia una buona
forchetta si nota immediatamente. Ci ha raccontato dei vini mano a
mano che questi sono stati serviti, descrivendo l'idea da cui sono
nati, più che soffermarsi su mille dettagli tecnici. E' stato giusto
così!
Le
due versioni di Vermentino, 🍷 Merì e 🍷 Costamolino,
sono entrambe piene, calde, dolci nei profumi di mela golden,
limoncello, mandorla e frutta tropicale. Larghe nel sorso,
avvolgenti, dalla progressione salina che apre ad un finale appena
amarognolo. Più minerale e rifinito il secondo, ma di un nonnulla.
Densità di colore scintillante per 🍷 l'Iselis Bianco, da uve Nasco in purezza vinificate senza residuo zuccherino, o quasi. Naso inconsueto, suadentemente speziato, intriso di bergamotto e ricordi di roccia bianca. Avvolgente, morbido, con un ingresso di bocca in dolcezza e chiusura su tostature nocciolate. Trova ancor più serenità con la temperatura che si alza, aggiungendo aromi di libro antico e caramella d'orzo. Gran abbinamento con i Ravioli di Zucca.
Come
apripista per l'atteso principe della serata, 🍷 l'Iselis
Rosso, da Monica in purezza. L'ho sentito come mio già dal primo
sguardo, per la meravigliosa trasparenza, per il colore pulsante di
luce. Rigoroso nei profumi, con un frutto che non ha nulla di
sfacciato, fragola e amarena ben a fuoco, il floreale intenso, una
sensazione gessosa, macchia mediterranea con mirto e terra riscaldata
dal sole. Sorso senza spigoli, dal tocco leggero, saporito, magari
non lunghissimo, ma che lascia una bocca pulita e pronta.
Infine
lui... il 🍷 Turriga, il genio di Tachis applicato a Cannonau,
Bovale, Malvasia e Carignano, le uve della tradizione Sarda. Per un
attimo il discorso è andato sulle possibili origini dei vitigni,
abbiamo tuttavia concluso che poco importa da dove vengano, quello
che conta davvero è come si esprimono in un certo luogo. Prima
annata 1988 uscita nel 1992, in etichetta una “madre mediterranea”,
statua simbolo di fertilità trovata in un campo della zona, il nome
invece viene dalla località dove si trovano i vigneti.
Un'ampiezza
olfattiva posata, dall'eleganza internazionale, certamente chi lo ha
pensato aveva in mente Bordeaux e in questo calice trovo molto di
quell'angolo di Francia. Piccoli frutti rossi maturi, incenso,
cenere, rosa appassita, qualche delicata sfumatura erbacea. Bocca
dall'equilibrio nobile, intensità di ciliegia fresca, rosmarino e
alloro, allungo minerale perentorio come si conviene ad un grande
rosso, texture magnifica, una gradualità di sensazioni tattile che
trasporta.
Saluto
in dolcezza con l'Angialis, da uve Nasco stramature come da
tradizione, per secoli vino dell'accoglienza in Sardegna. Miele,
zenzero, meringa nei profumi, caramello, salinità da acqua di mare
come ultimo regalo aromatico al gusto, abbinato al Pecorino stava
veramente bene.
Piatti
dello Chef Pier che ancora una volta mi fanno scoprire nuove
attitudini e sapori.
Ed
ecco lo 🍴 “Scarpasòun”, per intenderci un erbazzone
“nudo”, fatto in padella senza la pasta sfoglia, ma ugualmente
ricco e grufolante di aglio, parmigiano e lardo. Particolarmente
leggera e fresca la 🍴 “Tartare di Tonno con erbette” e di
nuovo una sorpresa con il 🍴 “Baccalà mantecato con chips
di polenta”, piaciuto tantissimo, il croccante e il morbido che si
uniscono, nei sapori invece giocano dolcezza, gusto e un punto di
sapidità.
Non
previsti dal menù che avevo sbirciato ad inizio serata un piccolo
tegamino con dentro un assaggio di 🍴 “Tortelli di Zucca con
burro e parmigiano” fra i migliori mangiati in questi anni di
esplorazione per questa specialità del territorio. Bravo Pier, porca
miseria ! Ha pure passato la prova del taglio del tortello.
Ad
accompagnare il Turriga le 🍴 “Polpette al sugo con purè di
patate”, anche queste proprio buone, sode fuori e morbide
all'interno, belle grosse e dolci, con una generosa speziatura
nell'impasto. Saranno cose semplice, ma appunto perché son semplici
se ti colpiscono devono essere proprio super.
Per
finire il dessert, dopo aver terminato il saporito 🍴 Pecorino
in versione nature, mi sono finito a parte il miele, prima con i 🍴
biscottini, e poi intingendo il dito e piluccandolo. Mi andava così,
la sua dolcezza e quella del Nasco, mi aveva fatto tornare voglie da
bambino.
Di
seguito la lista dei vini proposti durante la serata
🍷
Vermentino
di Sardegna Doc “Merì” 2017
🍷
Vermentino
di Sardegna Doc “Costamolino” 2017
🍷
Nasco
di Cagliari Doc “Iselis” 2016
🍷
Monica
di Sardegna Superiore Doc “Iselis” 2015
🍷
Isola
dei Nuraghi Igt “Turriga” 2010
🍷
Isola
dei Nuraghi Igt “Angialis” 2013
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