Serata ONAV "Vignaioli eroici della Valle d'Aosta"
Alla
Valle d'Aosta devo tanto, ben 3 figli or sono ci trascorrevo le ferie
estive e ci sciavo d'inverno.
Mi
consigliarono il Petit Arvine e me ne innamorai, comprai la mia prima
guida dei vini, quella dell'Espresso, proprio perché quell'anno
premiarono il Cuvée Bois come miglior bianco italiano.
Poi
un giorno, scopri che nella vita, sarei riuscito anche a bere vini
rossi...
Ero
a Ollomont, alla Locanda della Vecchia Miniera, mi proposero un "Vin
de la Sabla", ricordo che guardai l'etichetta, era ancora
"Costantino Charrere" e non "Les Crêtes",
le due linee erano divise.
Lessi
14.5% e tentennai...
Mi
rendo conto solo ora, che se non fossi andato avanti forse qualcosa
nel mio percorso sarebbe stato diverso, e nell'immediato non mi sarei
goduto quel vino che era un proprio velluto liquido.
L'ho
raccontato a Costantino alla fine della serata, e Lui mi ha salutato
con un abbraccio, mai e poi mai, tanti anni fa, mentre compravo i
suoi vini timido in enoteca, avrei pensato che avrei goduto di un
così grande onore.
Ermes
Pavese - Blanc de Morgex et de La Salle Metodo classico PAVESE pas
dosè 2010
Ovviamente
100% Prié Blanc, e 24 mesi sui lieviti. Chiarissimo, appena
macchiato da una venatura verdolina e agitato da bollicine minute, ha
un naso inizialmente molto chiuso.
Poi
si apre a profumi tenui e dolci, di fiori, frutti, melone,
decisamente bianchi, tropicalità, zucchero di canna e confetto.
In
bocca ha un'aromaticità più decisa, piena, ben impostata, valorizza
la freschezza di uve coltivate così in alto, ma mi rimane strano,
alieno, inteso come da vitigno non consueto per gli spumanti.
Ricorda
il sapore del metodo classico da Riesling, con una vegetalità
marcata, che non amo, chiude veloce, lasciando un gusto salato e un
ricordo di anice.
Bevuta
spensierata, da 83 punti
Les
Crêtes – Valle d'Aosta
Petite Arvine 2013
Orgogliosamente
con tappo a vite, e orgogliosamente Costantino Charrere parla di come
per primo ha creduto in questo vitigno e di come é stato difficile,
all'inizio, proporlo e riuscire a farlo apprezzare. Con me sfonda una
porta aperta, é uno dei miei vitigni del cuore.
Giallo
limone pieno, sembra una piccola gemma. Un colore che ritrovo anche
nei profumi, sfumati di giallo-verdi e sanno di nettarina, verbena, e
camomilla, quasi un burro salato aromatizzato alle erba, roccioso e
minerale.
Il
sapore é agrumato, freschissimo, croccante ed elettrico. Gli manca,
giustamente, un pò la pienezza, ma ha distensione, e chiude
rinfrescante.
Non
eccede in complessità, guadagna in facilità di beva, toglie la
sete, lasciando in bocca un piacevole aroma di violetta.
Bevuta
accattivante, da 87 punti
Les
Crêtes – Valle d'Aosta
Chardonnay 2013
Anche
questo tappo a vite, la parte di Chardonnay che fa solo acciaio, si
mostra color del cedro, con un bello spessore.
Ha
un naso timido, nocciolato e di mandorla, fumoso, di pietra focaia,
nessuna nota burrosa.
Il
sorso é pieno, glicerico, con aromi di floreali e di polline, appena
una punta di miele dolce, chiusura lunga e amaricante, ma
rigorosamente non amara.
Vino
da merenda, da 84 punti
Les
Crêtes – Valle d'Aosta
Chardonnay Cuvée Bois 2013
Una
anteprima, Costantino ha voluto farcelo sentire mentre ancora si sta
amalgamando prima di andare in commercio, cosa che avverrà verso la
fine dell'anno.
Giallo
intenso, con sfumature dorate e verdoline nello stesso calice, ha un
naso inizialmente timido, che superato lo stupore di trovarsi
prematuramente all'aria poi si mostra grasso e importante.
Profuma
di burro, pesca gialla matura, pietra focaia, lamiera tagliata,
metallo surriscaldato, trasmette piena eleganza... speziatura di
cioccolato bianco e vaniglia, volume e freschezza allo stesso tempo.
Il
sapore ricorda gli agrumi dolci e la salvia, appena si percepisce il
calore dell'alcol perché subito viene bilanciato da una freschezza
importante.
Manca
appena di lunghezza, si deve irrobustire e legare, ma per questo ha
ancora 5 mesi in bottiglia, chiude mentolato e rilassante.
A
parte un leggero gusto di tannini dolci, il legno é solo comprimario
di una materia prima di grande spessore, per ora 88 punti, ma
sfonderà l'eccellenza e le bottiglie che supereranno i 5 anni,
diventeranno sublimi.
Ermes
Pavese - Blanc de Morgex et de La Salle 2013
Il
primo di una sequenza dello stesso vino di Ermes, su 2 millesimi
diversi, si mostra scarico di colore, con appena una trasparenza di
verdolino.
Anche
nei profumi é vaporoso, delicatissimo, di agrumi e prugne in
maturazione.
Gusto
semplice, freschissimo, di limone, leggero e scattante ma anche un pò
povero di sensazioni, appena con un filo di sapidità.
Semplice,
ben fatto, da 82 punti
Ermes
Pavese - Blanc de Morgex et de La Salle 2010
Sempre
piuttosto avaro di materia colorante ma la sfumatura che si intravede
é in pienezza di giallo.
Stessa
cosa nei profumi, che se ricercati si insinuano con maggior
decisione, sono più maturi, con una frutta tropicale di ananas e
pesca, dolci di pera, pungenti di caramella all'eucalipto.
Attacco
di gusto interessante, una pennellata da Riesling, dall'idrocarburo
che non ti aspetti in questi vigneti di roccia, ma così tanto più
in alto.
Mineralità
distillata, sono stupito, e ancora non so cosa mi attende nel
prossimo calice, stacca 87 punti.
Ermes
Pavese - Blanc de Morgex et de La Salle "Nathan" 2010
Non
ho nemmeno chiesto perché Nathan... mi fa sempre pensare a Nathan
Never, che é stato uno dei miei fumetti preferiti.
Oro
verde nel bicchiere, un metallo scattante, che ti soffia un faccia
una ostentata mineralità, empireumatica, ti roccia colpita
violentemente da martelli di ferro.
Mi
porta lontano, su altri terroir, che non guardano i ghiacciai del
Monti Blanc...
E
ancor più lontano, in direzione opposta, viene una frutta tropicale
succosa e dolce, decisamente gialla, penetrante di mango, pungente di
pepe, stuzzicante di propoli e ginestra.
Avvolge
tutto, una pennellata di cioccolato bianco...
Non
resisto al desiderio di sentirne subito un sorso, che completa
l'estasi e si rivela pieno, complesso, condito di caffè e tostatura.
Nel
frattempo Ermes racconta di come gli davano del matto quando per
primo ha messo il Prié Blanc in Barriques, il sorriso esce
automatico sorseggiando questo vino.
Entra
con una sapidità sottile e appetitosa, esplode in un agrumato di
cedro, e chiude lasciando una bocca da grande Bas Armagnac.
Personalità
devastante, scrivo 92 punti di getto, e mi sono trattenuto...
Les
Crêtes – Valle d'Aosta
Pinot Nero 2013
Quando
vedo queste sfumature di colore sono a casa, é questo che voglio da
un rosso, voglio vederci attraverso, voglio che risplenda, voglio che
mi trafigga gli occhi con lampi di luce, un perfetto rubino, un
gioiello montato in un bicchiere.
Ha
un naso di piccoli frutti freschissimi, fragola e lampone, un accenno
di violetta che sempre pretendo dal Pinot Noir, ti accarezza le
narici come un velluto.
Il
sorso é fresco, aromatico, certo é anche semplice, ma rinfresca di
arancia sanguinella con una profondità più che corretta, chiude di
tamarindo, che amo disperatamente, con tannini trasparenti.
Il
termine "da bersi a secchiate é abusato", ma mi ci vedo in
una terrazza assolata in estate a guardare il Gran Paradiso con
questo bicchiere in mano.
Ogni
terroir ha la sua dimensione di Pinot Noir, a questo voglio bene con
affetto, da 84 punti.
Les
Crêtes – Valle d'Aosta
Fumin 2011
Il
mio momento di gloria, scambiare impressioni con Costantino Charrere
su un suo vino... per tutto il resto c'é Mastercard.
Scurissimo,
nero, con bordo ancora porpora, praticamente impossibile vederci
attraverso.
Nero
anche nel frutto, seppur freschissimo, di mora e mirtillo maturo,
quel'intensità viola che si ferma appena sotto al confine con la
vegetalità.
Un
passo prima é nobiltà, un passo dopo inizierebbe la discesa... e
questo si é fermato in tempo.
Caffè,
cioccolato fondente, liquirizia, dolce e amaro allo stesso tempo,
avvolto in una vaniglia delicatissima e una appena avvertibile
sfumatura foxy, che se non l'avesse fatta notare Costantino, non
avrei nemmeno colto.
Frutto
da incorniciare anche in bocca, con una freschezza così spinta da
far sembrare il vino quasi "magro", ma é il tannino di
impatto che riporta alla realtà, degno figlio di un vitigno
ancestrale.
Di
impatto ma di qualità eccelsa, ha solo bisogno che il tempo faccia
il suo naturale corso, nel conferirgli anche complessità, nel farlo
affusolare.
Coerente
negli aromi scuri, di amarena che si allunga verso la maturazione,
mette allegria, simpatico e potente allo stesso tempo. A bicchiere
vuoto ha un gran naso, fumoso e di frutto ora rossa, piuttosto che
nera.
Per
giunta é un 2011, e nonostante questo scrivo 88 punti.
Ermes
Pavese – "Ninive" Vino da uve stramature VdT 2013
Mentre
Ermes racconta che si tratta di un Ice Wine, e di come venne fatta
quella vendemmia, lo osservo e mi crolla una certezza perché é
giallo paglierino, ricco di materia colorante, ma anche con sfumature
verdoline.
Profumo
appena avvertibile, speziato e agrumato di cedro candito, citronella
e dalla velatura metallica e gessosa.
La
bocca é comunque bellissima, la dolcezza si avverte, ma non é la
cosa importante, si focalizza l'equilibrio e la lunghezza di aromi
che chiudono di idrocarburi.
Un
grande Feinherb, non lo metterei sui dolci, ma per secondi difficili,
si merita 86 punti.
Les
Crêtes – Valle d'Aosta
Moscato Passito "Les Abeilles"
Profondità
gialla, tendente al dorato, in cui galleggiano correnti verdi
lucenti.
Naso
da Moscato, una bellissima salvia, rosa gialla, fiori d'arancio,
grande finezza, aromaticità pura, rispettosa di un vitigno che così
tanto amo.
Sorso
dolce e piccante, appena sbilanciato sulla morbidezza ma ha 100gr di
zucchero residuo che lo giustificano e lo rendono di sicuro più un
vino da dessert del precedente... ma anche con la burrosità di uno
Stilton farebbe la sua bella figura.
Sapori
coerenti, di erbe aromatiche e agrumi canditi, chiude piacevole e
nocciolato strappando 87 punti
Una sola parola per Ermes Pavese, il suo Nathan 2010 é stato il mio Coup de Coeur della serata... allora grazie, grazie davvero.
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