🍷 Château Belair Marquis d'Aligre – Margaux 2009
🍇 35% Merlot, 30% Cabernet Sauvignon, 20% Cabernet Franc, 15% Petit Verdot – 12.5%
(le percentuali indicate le ho trovate in giro su internet, non ho idea se siano vere, di quale annata, o piuttosto non sia l'encepment dello Château ammesso che loro stessi ne abbiano un'idea precisa)
Con
una certa trepidazione mi sono ritagliato i miei 5 minuti di calma,
prima del caos pre-pranzo domenicale, per aprirmi questa bottiglia.
Nonostante
migliaia di assaggi e 10 anni di cifre spese nel mondo del vino, non
avevo mai comprato Bordeaux. È stato il primo acquisto del 2019,
giusto il tempo che i siti riaprissero dopo le feste, il desiderio di
averlo nel bicchiere era salito a livelli infantili.
Una
curiosità nata da un articolo di Fabio Rizzari su Vitae intitolato
“I Gemelli Diversi”, all'interno il lungo racconto riporta una
frase di Michel Bettane “i più grandi Bordeaux sono due, Château
Margaux e Château Belair
Marquis d'Aligre”. Decisamente impegnativa, il primo ha una fama
leggendaria, il secondo penso sconosciuto non solo a me, che di
Bordeaux non mastico una parola, ma davvero a tanti.
In
etichetta osteggia una scritta “Grand Cru Expectionnel” che non
avevo mai visto prima, risale ad un classement degli anni 30,
ovviamente ai giorni d'oggi privo di alcuna validità, a dimostrare
come in Francia poco importi dell'etichetta, ma solo della sostanza.
Sulla
rivista leggo tutta l'atipicità di questo Château,
appena 13 ha in una zona in cui si arriva tranquillamente a 10 volte
tanto anche per domaine ben più blasonati, non usa legno, solo
vecchie botti di cemento, il proprietario, Jean-Pierre Boyer, sembra
uscito da un romanzo di Dickens.
Le
bottiglie vengono messe sul mercato sempre alla stessa cifra,
indipendentemente dall'annata, ma se questa non è di livello
giudicato sufficiente, non viene nemmeno imbottigliato. Ho guardato
con street view le vigne, sono un vero disastro, dove le fallanze
superano di gran lunga poche piante di età imprecisabile contorte
dal tempo.
Ho
subito il fascino di questa Bordeaux che ha un sapore antico, ma non
di lusso e fasti rinnovato nei secoli, di artigianalità, di vera
campagna, di un mondo contadino. Me ne sono così innamorato e allora
ho peccato, mi sono macchiato di una colpa gravissima, in tempo di
guerra equiparabile all'alto tradimento... ho comprato Bordeaux.
Il
naso è delicatissimo, all'inizio persino timido, per primo fa
capolino il frutto, subito di ciliegia rossa e croccante, poi quasi
in respiri aranciati. In qualche minuto le spezie salgono dar
sostegno, tanta cannella e in parte coriandolo, infine quei ricordi
di foglie e roselline appassite.
Non
ci sono grida, è tutto un sussurro, un incedere in punta di piedi
che regola anche la progressione d'assaggio, in cui quasi non si
avverte tannino e calore, c'è invece polpa, freschezza, salinità
saporita e tanto ristoro. La chiusura è languida, antica e dalla
tattilità gessosa, tutta la raffinatezza di Margaux estenuata
all'estremo.
Vino
di una trasparenza magnifica...
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