Calicivivi “I Nebbioli del Nord” – (Cantina della Salute 13/11/2018)


C'è tutto un mondo di altri Nebbioli, diversi perché la natura del clima e dei suoli inesorabilmente lo impone. Il freddo delle vicine montagne, il terreno che trova sabbia, granito, persino tufo invece del confortante calcare, li assottiglia ma allo stesso tempo li eleva, sottrae potenza rendendoli aerei, lontani da quei ricordi terreni, scuri, sotto-boschivi che spesso ricorrono in Langa.


Succede anche che il Nebbiolo cambi di nome, che magari si accompagni a qualche altro vitigno dal sorriso più largo, dal frutto più dolce, dalle venature speziate, per arrivare a smussare spigoli a volte affilati. Quel che rimane, sempre e comunque, è l'innata eleganza, a volte persino amplificata dalla leggerezza così estenuante.

Denominazioni dai nomi rari o quasi scomparsi, come Fara, Bramaterra, Boca, fino ad arrivare all'appena più mediatica Valtellina, di cui per altro è spesso conosciuta solo nella forma maggiormente patinata, lontana anni luce da quella miriade di piccoli produttori dalla schiena curva su pendenze impossibili per strappare prezzi che, quando va bene, arrivano a 1/3 di quelli di Langa.


Insieme a Matteo, ospiti della cucina di Mary alla Cantina della Salute, di questi mondi ne abbiamo visti ben due, cominciando da quello variegato che popola il Nord del Piemonte.


Il 🍷 Vino Rosso "Origini" 2014 delle Cantine del Castello Conti, figlio di vecchie vigne ancora condotte a Maggiorina, assemblaggio di tanti vitigni e l'unico della serata non a maggioranza Nebbiolo, ne esce un po' arruffato se preso a sé stante, riscattandosi però decisamente nel matrimonio col cibo.

Già molto più diligente e di bella presenza presenza l'assaggio del 🍷 Bramaterra 2012 di Odilio Antoniotti, subito seguito da un piccolo e sconosciuto gioiello quale il 🍷 Fara 2012 di Francesca Castaldi con luce, complessità aromatica, bocca straordinariamente buona per rigore, freschezza serena e soave delicatezza di tocco. A mio parere il vino della serata...

Lo stile antico di questi nebbioli del freddo emerge in un'altra etichetta delle Cantine del Castello Conti, il 🍷 Boca 2010, denominazione che lentamente sta provando a tornare ai fasti passati. In questo caso con un esempio ematico, agrumato, ferroso, dalla tessitura di languidità dannunziana.

Prima di passare definitivamente in territorio Lombardo un attimo di pausa ristoratrice per gustare la 🍴 Tartare di Manzo e Robiola Piemontese preparata da Mary. Unione splendida anche per un diffidente di crudi come me, bocconi dolci e dalla carnosità saporita stemperati nelle sapidità cremosa del formaggio, lo zest di arancio ad aggiungere quel guizzo di acidità persino al profumo.


Rush finale solo di Valtellina, inaugurato dal 🍷 Valtellina Superiore Sassella "Stella Retica" 2015 di Arpepe, giustamente giovane nell'aspetto, dalla dolcezza speziata nei profumi quale omaggio all'annata calda, sorso levigato e dalla chiusura su acqua di mare.

Se il 🍷 Valtellina Superiore Riserva 2014 di Dirupi gli è simile nell'aspetto il profilo olfattivo è invece più fresco, in fiori, polvere di ferro e frutti che si mostrano arancioni o persino gialli. Magari non profondissimo all'assaggio, ma tutto su polpa, sale e essenze balsamiche.

Grafica in etichetta e nomi di altre epoche per il 🍷 Valtellina Superiore Sassella "Del Negus" 2011 di Bruno Leusciatti con un approccio di sali da bagno, confettura di albicocca, pasta lievitata, cacao e frutta candita. In bocca appena meno espressivo, lineare e quasi di puro succo, per un tannino ormai fuso nella struttura, ancora piacevole, ma non scalpitante.

Stessa estetica nella bottiglia di 🍷 Valtellina Superiore Valgella 2008 di Renato Motalli, che riporta direttamente al secolo scorso nel tratto, nel colore, ma anche nell'idea generale di cenere, malto e, ad essere onesti, quella che è apparsa come una leggera evoluzione. Portandolo alle labbra si avverte che ormai la sua luca è al crepuscolo, seppur con grande dignità, ecco allora una vena amaricante dai tratti affumicati, frutta in gelatina, infine chiusura sfumata in acqua di pomodoro.

Altri quattro vini chiamano una seconda pausa, le immagini delle Alpi Retiche che ormai si formano spontanee nell'immaginazione si amplificano sul secondo piatto di Mary, strettamente a tema, uno splendido 🍴 Brasato di Manzo con Polenta di Storo. Filigrana e cottura perfette, unite all'uso magistrale della speziatura per liberare tutto il sapore e la succosità della carne.

Ultima assaggio lo 🍷 Sforzato di Valtellina "Ronco del Picchio" 2010 di Sandro Fay che, ancora una volta, per quanto mi riguarda dimostra quanto questa tipologia allontani dalla reale espressività del territorio. Nel calore e noi profumi si avverte quel volume appositamente ricercato, pagando però in un ritorno alle sensazioni terrose di tartufo, sottobosco e china. In bocca aromi cioccolatoso e d'incenso, tannino di spessore e un getto irrisolto di freschezza.

Non ha nulla di sbagliato se preso a se stante, anzi, ma altrettanto manca di grazia, che è invece è tutta nella leggerezza del saluto finale di Mary, un 🍴 Dolce alla Nocciola Tonda Gentile del Piemonte con Zabaione al Moscato.

Qui si sono toccate davvero a quote altissime...





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