René Collard – Champagne Brut "Carte d'Or" 1990

100% Pinot Meunier – 12%

Inizio da quella che di solito é la fine: il voto.

Sarebbe 92, oppure 94, o magari anche 96, o probabilmente non importa niente, perché una bottiglia così é fuori da ogni possibile classifica.

L'annata é il 1990, e nel 90 ero ancora astemio.

Io sono cambiato, mi diverto ad assaggiare vini, mentre per lo Champagne di Collard il tempo é rimasto  fermo.

Fin dalla stappatura le cose promettono bene.

La CO2 spinge con forza il tappo per farsi strada e questo mi fa subito pensare che il vino si sia conservato bene.

E non era per nulla scontato, dopo 20 anni, anche se la sboccatura dovrebbe essere recente.

Il primo bicchiere versato é appena dorato, con un perlage di razza, ma il secondo, più lo guardo e più mi sembra che abbia dei riflessi verdolini.

Non é la prima volta che mi capita con Champagne dall'affinamento così lungo e quindi, anche se la cosa può non aver senso, comincio a crederci.

Potrebbe essere la prolungata mancanza di ossigeno, o forse sto solo sognando.

Ma non mi interessa, l'impressione é questa e, spinto dall'affetto, voto per il fatto che sia vero.

E qualsiasi colore sia, la sua vivacità, i suoi riflessi di luce, mi dicono che é un Champagne "vivo".

In naso é delicato, quasi timido all'inizio, con appena una traccia di evoluzione che lascia pensare ad agrumi canditi e ad una bellissima nota boisé.

Il profilo aromatico é decisamente dolce.

Ci si trovano la mela cotogna, la prugna gialla matura, lo zucchero filato e un soffio di miele.

Non mancano profumi più freschi, di frutta tropicale, fiori gialli e un sorprendente ricordo di ribes.

E naturalmente il gesso, come potrebbe mancare?

In bocca é freschissimo, quasi citrino, ha buona sapidità, ma con i 20 anni in bottiglia ha raggiunto morbidezza ed equilibrio.

Il ritorno aromatico inizia da pan brioche e frutta gialla matura e si trasforma in agrumi freschi.

Dimostra un decimo degli anni che effettivamente ha.

Il tempo gli ha regalato complessità ed eleganza, sprigionando una serie di micro sensazioni che rimangono in bocca per un tempo infinito.

Il meno nobile dei 3 vitigni dello Champagne, il rustico Pinot Meunier, si é trasformato in un principe.

Per un vino così, posso sbilanciarmi in un abbinamento: "Alive & Kicking" dei Simple Minds.

Un titolo che lo rappresenta in modo perfetto.

L'ho acquistato in Belgio, da un Sommelier professionista che ha la distribuzioni di grandi etichette poco conosciute, per 52.50 Euro + IVA + spese di spedizioni.

Ne ho un'altra bottiglia e devo assolutamente farne la scorta prima che si esaurisca.


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