Capodanno 2014 – I protagonisti di ieri sera
Quest'anno,
per tutta una serie di motivi, dal solito gruppo si sono defilati
alcuni amici, e per una seconda metà dell'anno piuttosto intensa, di
degustazioni e di preoccupazioni, mi é mancata la spinta a fare una
vera ricerca nella scelta delle bottiglie.
Ho
quindi ripiegato, nella scelta dei vini, su un mix di certezze,
bottiglie appena arrivate, e bottiglie che da un pò sostavano in
cantinetta, in attesa di un'occasione più o meno buona.
Certezze...
Yves
Ruffin – Champagne Brut Chardonnay 1er Cru
80%
Chardonnay, 20% Pinot Noir – 12%
La
nuova cuvée "base" di Ruffin, a maggioranza Chardonnay, servita a
temperatura di terrazza, saranno stati meno di 4°, volutamente...
Volutamente
perché la bassa temperatura esalta la bollicina, già su questo
Madame Ruffin ha una mano fatata, ma così diventa un capolavoro
anche se si perde un pò di definizione dei profumi.
Lo
Champagne é un vortice di puntini minuscoli, tantissimi, che
increspano il liquido colore sabbia rossiccia, come se quel 20% di
Pinot Noir la facesse da padrone.
In
bocca la trama della carbonica é una perfetta emulsione gassosa, che
si espande in bocca, trasmettendo aromi che ancora una volta si
allontanano dallo Chardonnay e vanno verso la frutta rossa e il
marzapane.
Nonostante
la temperatura bassa é proprio la bollicina che crea una sensazione
di rotondità, di avvolgenza, quasi strana per gli Champagne di
Ruffin che spesso sono così incisivi, esaltati nelle sensazioni
forti.
Io
adoro questo Champagne, che con involtini di pasta con prosciutto
cotto e funghi é andato divinamente.
Novità
(e stupore!)...
Dalzocchio
– Vigneti delle Dolomiti IGT Pinot Nero 2010
100%
Pinot Nero – 13.5%
Bottiglia
appena arrivata, da un GDA, devo confessare che l'ho messa perché
era il rosso più "leggero" che avevo in casa da abbinare
ad un ottimo roastbeef.
Avessi
avuto voglia di andare in enoteca, avrei preso un Marzemino o un
Teroldego giovane, ma ho deciso di adattarmi.
Anche
perché, venivo dalla grossa delusione del 2009, tanto osannato, e
una mezza delusione messo alla cieca da poco insieme ad altri.
E
invece appena l'ho versato ho capito subito che c'era qualcosa di
nuovo...
Nessuna
traccia del granato un pò spento che ricordavo, invece uno stupendo
color amarena, di assoluta trasparenza, al limite del rosato, con una
magnifica luce.
Mi
sono incantato... e timidamente l'ho portato al naso.
E'
ancora inespresso, manca della complessità che gli può dare qualche
anno in bottiglia, ma sfodera la sua classe giovanile in modo
sfacciato.
Ciliegia,
rossa e croccante, rosa e violetta, bagnate dalla rugiada del
mattino, spezie dolci, dosate in modo perfetto.
Quando
arriverà il terziario, cosa diventerà?
In
bocca, posso solo dire che la texture dei tannini già adesso rasenta
la perfezione, si sente il loro scorrere sul palato, come una
minuscola polvere che da corpo al vino, senza renderlo pesante,
senza sensazioni tirate.
Lunghissimo,
e di nuovo un succo di amarena, come il ghiacciolo che mangiavo da
piccolo...
Con
il Roastbeef, poi, é andato in modo perfetto, perché avrà anche
13.5% di alcol, ma quando l'annata ti da freschezza e tannini
perfetti, diventa una cosa che bevi e non te ne accorgi.
Quest'anno
ho avuto 2 Pinot Noir inaspettati che mi sono entrati nel cuore:
Garlider 2012 e questo 2010, proprio all'ultimo giorno disponibile.
Fondi
di Cantina...
Tokaj
Kereskedőház – Tokaji Aszù 3 Puttonyos 2007
Furmint,
Harslevelu,
Muscadet – 11.5%
Ci
sta che si aprano anche cose di seconda fascia, questa é stato un
regalo inaspettato, é l'azienda che produce Tokaj per il governo
Ungherese, il classico vino del duty free dell'aeroporto.
Nonostante
questo, comuqnue un regalo gradito (del Parroco del mio
quartiere...).
Servito
a temperatura da terrazza, quindi sui 2°, se la cavava anche
discretamente, dolce e fresco, con i formaggi saporiti trovava in
bocca un certo equilibrio ma appena scaldato...
Profumi
che più che lo zafferano ricordano il medicinale, per non dire il
chimico, un mezzo disastro.
Prodotto
base, azienda piuttosto standardizzata, ci sta...
In
fondo alla cantina (e non "fondo di cantina")...
Torricella
– Colli Bolognese Cabernet Sauvignon "Bastiano" 2008
100%
Cabernet Sauvignon – 13.5%
In
bottiglia da 0.375, non è certo un "fondo di cantina", ma
il vino di un amico, un regalo di Alessandro, il ricordo della serata
in cui fui uno di quelli che ebbe l'onore di presentare i sui vini e
parlare della nostra amicizia.
L'ho
portato per una persona, innamorata del Cabernet Sauvignon, perché
era l'unica bottiglia che avevo.
Ha
solo avuto la sfortuna, di trovarsi davanti un gran Pinot Nero... e
allora non si può competere.
Mi
é dispiaciuto aprirla, l'avrei tenuta per me.
Intermezzo...
Non
c'entrano nulla, ma volevo tenere per me anche le foto dei formaggi
di ieri sera, sempre dall'Angolo delle Freschezza, che hanno fatto
ribaltare sulle sedie le persone che erano con me.
Ecorce
de Sapin, sciolto al forno, sulle patate arrosto, con cui ho
piacevolmente terminato il calice di Champagne
Brunet
dell'Alta Langa e Brie de Meaux, cremosi, quasi
delicati, perfetti ancora con il Pinot Nero della Dalzocchio.
Infine
Gorgonzola Croce Naturale e Blue Stilton artigianale,
il primo un'introduzione al secondo, che ha la consistenza e la
gessosità del burro salato, e una sapidità che non riesce a
stancarti.
Con
il Tokaj ancora freddo, stavano anche bene, quando il vino si é
scaldato, andavano altrettanto bene anche da soli.
Certezze
(anche per finire)...
Cascina Fonda – Asti Docg "Bel
Piasì" 2014
100% Moscato
di Canelli – 7.5%
Unica bottiglia che ho comprato,
ormai da anni non manca mai per il brindisi di mezzanotte perché ci
arrivi con i sensi ormai stanchi e allora, per potersele godere, ci
vuole un vino con sensazioni potenti ma appaganti.
Il dolce, il frizzante, il fresco...
ti riposano, ti fanno sentire bene, ti riportano all'infanzia.
Uno spumante secco, sarebbe
sprecato.
Servito a tempratura di terrazza,
quindi di nuovo 2°, ha una veste magnifica, un perlage che é
praticamente puntiforme, colore appena sfumato di verde, una
sfumatura fredda come il ghiaccio.
Ma nei profumi nemmeno la tempratura
polare lo tiene a bada, ti sfodera la salvia e il fiore d'arancio, in
tutta la loro eleganza.
In bocca... semplicemente di un
equilibrio perfetto, vaporoso, come lo volevo e come doveva essere.
Curioso che mi abbia fatto venir
voglia di salame piccante...
Ma non é poi così strano, perché
quando un Asti é così, te lo puoi giocare come ti pare, da
aperitivo, con i dolci, con il sapido, é universale.
Una delle poche vere e uniche
eccellenze Italiane, che sviliamo con milioni di bottiglie da
scaffale... bisogna solo trovare quella giusta.
A noi é andato con un Panettone
Artigianale di Piron al Furner, che metto anche Lui in foto.
Poi baci e tutti a casa...
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